SIM Card strapagate in Europa per colpa di un cartello

La Commissione Europea ha scoperto un presunto cartello nel mercato dei chip per smartcard. Le aziende coinvolte dovranno difendersi dalle accuse poiché non hanno accettato un accordo. Rischiano fino al 10% del fatturato.

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a cura di Dario D'Elia

La Commissione Europea forse ha scoperto un cartello nel mercato dei chip per smartcard, ovvero quello legato a SIM card, carte di credito, tessere Pay TV e passaporti. L'Antitrust ha spedito le cosiddette "statement of objections" a un certo numero di fornitori: in pratica ha fornito la documentazione con le accuse e le prove circostanziate.

"La Commissione teme che alcuni fornitori di chip possano essersi accordati o coordinato le loro azioni nell'area economica europea per mantenere i prezzi alti", si legge nella nota ufficiale. "Questo violerebbe l'Articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e l'Articolo 53 dell'Accordo sull'EEA, che proibisce cartelli e pratiche commerciali restrittive".

SIM card

Inizialmente pare che le istituzioni comunitarie fossero d'accordo a trovare un accordo con le aziende coinvolte ma la mancanza di progressi nelle trattative ha costretto a un'inversione di marcia. D'ora in poi la questione proseguirà come prevede la procedura legale.

"Non è perché i negoziati di pace falliscono che le aziende la fanno franca. L'essenza di un accordo è quello di beneficiare di una procedura più veloce, più efficiente, e di raggiungere un accordo  comune circa l'esistenza e le caratteristiche di un cartello. Se questo non è possibile, la Commissione non esiterà a ricorrere alla procedura normale e di perseguire la presunta infrazione", aveva anticipato il Commissario Antitrust, Joaquin Almunia.

A questo punto si attendono le risposte delle aziende coinvolte, dopodiché gli ordini competenti prenderanno una decisione. In caso di sanzione la pena massima può raggiungere il 10% del fatturato.