La Commissione Europea forse ha scoperto un cartello nel mercato dei chip per smartcard, ovvero quello legato a SIM card, carte di credito, tessere Pay TV e passaporti. L'Antitrust ha spedito le cosiddette "statement of objections" a un certo numero di fornitori: in pratica ha fornito la documentazione con le accuse e le prove circostanziate.
"La Commissione teme che alcuni fornitori di chip possano essersi accordati o coordinato le loro azioni nell'area economica europea per mantenere i prezzi alti", si legge nella nota ufficiale. "Questo violerebbe l'Articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e l'Articolo 53 dell'Accordo sull'EEA, che proibisce cartelli e pratiche commerciali restrittive".
SIM card
Inizialmente pare che le istituzioni comunitarie fossero d'accordo a trovare un accordo con le aziende coinvolte ma la mancanza di progressi nelle trattative ha costretto a un'inversione di marcia. D'ora in poi la questione proseguirà come prevede la procedura legale.
"Non è perché i negoziati di pace falliscono che le aziende la fanno franca. L'essenza di un accordo è quello di beneficiare di una procedura più veloce, più efficiente, e di raggiungere un accordo comune circa l'esistenza e le caratteristiche di un cartello. Se questo non è possibile, la Commissione non esiterà a ricorrere alla procedura normale e di perseguire la presunta infrazione", aveva anticipato il Commissario Antitrust, Joaquin Almunia.
A questo punto si attendono le risposte delle aziende coinvolte, dopodiché gli ordini competenti prenderanno una decisione. In caso di sanzione la pena massima può raggiungere il 10% del fatturato.