Skype dovrebbe rispettare gli obblighi degli operatori TLC?

Il Garante TLC francese sostiene che Skype dovrebbe inscriversi al registro degli operatori TLC e rispettarne le regole. La Procura nazionale dovrà indagare al riguardo. La sensazione è che si tratti di un escamotage per agevolare il rispetto degli obblighi fiscali.

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a cura di Dario D'Elia

Il Garante delle Comunicazioni francese ha chiesto alla Procura nazionale di indagare su Skype, poiché continua a non volersi inscrivere al registro degli operatori delle telecomunicazioni. ARCEP (Autorité de Régulation des Communications Électroniques et des Postes) di fatto riaccende il dibattito sugli obblighi delle società dei servizi VoiP.

Possono essere considerate operatori? Secondo l'authority sì, e di conseguenza dovrebbero anche prevedere - come impone la legge - il supporto alle comunicazioni di emergenza e le backdoor che consentono agli inquirenti le intercettazioni.

Skype

"A tutti gli effetti questo servizio (VoIP) consiste nella fornitura di un servizio telefonico al pubblico", riporta la nota ufficiale. Secondo Microsoft invece Skype "non è un provider di servizi di comunicazioni elettroniche in base alla legge francese". Sia la Procura che il colosso statunitense non hanno rilasciato ulteriori commenti ufficiali.

Resta il fatto che neanche la legge comunitaria considera Skype e simili come aziende di telecomunicazioni. Il dibattito al riguardo procede da anni, ma in questo caso è evidente che l'intento è un altro. Tutti sanno che se Skype fosse riconosciuta un operatore i suoi ricavi sarebbero soggetti alla tassazione nazionale, e non potrebbero essere più usati gli escamotage fiscali di cui si parla da mesi in tutta Europa.

ARCEP non ha tirato in ballo la questione fiscale, ma secondo gli addetti ai lavori questo zelo potrebbe essere giustificato solo dalle pressioni dei concorrenti e dell'Eliseo. Non a caso Stéphane Richard, AD di France Télécom, sostiene che le società VoIP godano di troppi vantaggi che incidono sulla concorrenza.