Stallman: Steve Jobs se n'è andato, sono contento

Richard Stallman, vate del software libero, va controcorrente ed esprime felicità per l'addio di Jobs. Non per la morte, a quanto scrive, ma per la sua assenza dal mondo dell'informatica su cui gravava l'influenza maligna del cofondatore di Apple.

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a cura di Manolo De Agostini

Richard Stallman fuori dal coro, come sempre. "Non sono contento che sia morto, ma sono contento che se ne sia andato", ha dichiarato il guru del software libero a proposito del decesso di Steve Jobs. "Nessuno merita di morire - né Jobs né Mr. Bill, neanche persone colpevoli di mali più grandi del loro. Ma tutti meritiamo la fine dell'influenza maligna di Jobs sull'informatica".

A dispetto di barba e capelli, Stallman non ha mai avuto peli sulla lingua ed è sempre stato un individuo per cui le vie di mezzo non esistono. Stallman parla di Jobs come "il pioniere dei computer come prigioni affascinanti", non nascondendo la profonda diversità di pensiero che separavano i due. "Sfortunatamente la sua influenza continuerà nonostante la sua assenza. Possiamo solo sperare che i suoi successori, nel tentativo di portare avanti la sua eredità, siano meno efficaci".

Stallman vorrebbe che Apple aprisse i suoi cancelli, fin troppo serrati in questi anni. Difficile però che accada, almeno nel breve periodo. Stiamo parlando pur sempre di un'azienda, con un business che corre come mai prima. Perché cambiare? In questi giorni si vocifera addirittura che Jobs abbia lasciato ad Apple un'eredità fatta di ben quattro anni di prodotti e strategie.

Negli anni passati non erano mancate le stoccate del guru alla casa di Cupertino, definita come il male supremo in occasione del debutto dell'iPad. "iPad? Quale iPad? Ah, certo, l'ultimo prodotto dell'Impero del Male. Ma io lo chiamo iBad. Perché è un vero attentato alle libertà dell'individuo" aveva dichiarato Stallman, aggiungendo che "l'iBad è come infilarsi da soli un paio di manette digitali" e che Apple "ha fatto in modo che la gente non sappia più quali sono le sue libertà, e se lo sa, pensa di non meritarsele".

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"Se ragioniamo in termini di etica, noi siamo dalla parte del Bene, loro dalla parte del Male. Dunque il nostro software sarà sempre migliore del loro. Meglio fare pochi soldi con qualcosa di eticamente sostenibile. Il business viene dopo la libertà".

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E le buone maniere vengono prima di qualsiasi discorso filosofico o d'opportunità, caro Richard, perché dire qualcosa di diverso dalla massa, in questo momento, porta sicuramente notorietà. Riteniamo che Stallman abbia sicuramente sbagliato i tempi di questa uscita e anche i modi.

Per quanto riguarda i contenuti, è un discorso aperto da trent'anni che certamente non saranno queste dichiarazioni a portare a un punto di svolta, per cui una volta tanto stare in silenzio, o esprimere un semplice saluto, sarebbe stata la cosa migliore da fare.