Stasera tutti su Marte con National Geographic

Inizia questa sera su National Geographic la docuserie Marte, che ci proietterà nel 2034, all'epoca del primo viaggio dell'uomo su Marte.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Questa sera andrà in onda su Sky "Marte", la più grande produzione mai realizzata da National Geographic, che si preannuncia come la serie fantascientifica dell'anno per gli appassionati di Spazio. Per chi non avesse visto i due trailer finora pubblicati può recuperare dando un'occhiata alla nostra notizia precedente.

I fatti si svolgeranno nell'anno 2033, quando l'uomo partirà per il suo primo viaggio alla conquista di Marte. Una data "politically correct", che media fra chi come Elon Musk vorrebbe tagliare i tempi, e chi come la NASA sembra più cauta nelle previsioni.

Il primo elemento che vale la pena sottolineare è il contesto storico accurato, legato ad oggi grazie a  "Before Mars", il prequel che è stato prodotto da Variable per National Geographic Channel e trasmesso online e che ha il merito di coprire l'arco temporale che ci separa dall'epoca in cui si svolgeranno i fatti, con una continuità temporale ininterrotta.

L'inizio della storia infatti è talmente familiare che sembra più una notizia di attualità che una fiction: le persone sulla Terra per molto tempo hanno sognato di mettere piede su Marte. La serie vera e propria infatti punta sulle lotte che i primi coloni di Marte si sono trovati ad affrontare.

Uno degli elementi di spicco di questa serie è la veridicità della parte scientifica, molto accurata grazie alla consulenza di un lungo elenco di personaggi di spicco del mondo scientifico, che hanno messo mano a tutte le parti, dai razzi ai costumi, alle scenografie. Questo perché i creatori di "Marte" hanno voluto uno spettacolo che fosse scientificamente più accurato possibile.

Stephen Petranek, autore del libro "How We'll Live on Mars", ha spiegato in un'intervista che "a differenza del [film] 'The Martian', che ha derogato in più punti alla precisione scientifica a favore di una storia avvincente, 'Marte' è il risultato più vicino alla perfezione che si sia mai ottenuto nel tentativo di prevedere esattamente cosa succederebbe con l'invio dei coloni su Marte e la creazione della prima civiltà sul Pianeta Rosso".

Esperti per tutto

Tra i molti esperti che sono intervenuti in "Marte" in prima linea c'è stato Elon Musk, numero uno di SpaceX, che di recente ha presentato la sua visione per la colonizzazione marziana, insieme a molti degli esperti della sua azienda. Non sono mancati poi l'amministratore della NASA Charles Bolden, l'astronauta James Lovell della missione Apollo 13, l'astrofisico e star televisiva Neil deGrasse Tyson e Andy Weir, autore de "L'uomo di Marte". L'elenco completo dei consulenti è in questa notizia.

Robert Zubrin, fondatore e presidente della Mars Society, è uno dei molti esperti che hanno contribuito alla nuova serie Marte di National Geographic

Robert Zubrin, fondatore e presidente di Mars Society, è uno dei molti esperti che hanno contribuito alla nuova serie Marte di National Geographic

Scorrendola noterete che oltre ai molti scienziati NASA, fra gli esperti figura anche David Dinges, psicologo che insegna alla University of Pennsylvania, a cui è affidata la parte degli effetti psicologici che avrebbe un viaggio su Marte sulla psiche umana - che è argomento molto dibattuto alla NASA. Da non dimenticare poi Casey Dreier, direttore della politica spaziale di Planetary Society, e Thomas Kalil, vice direttore alla Casa Bianca dell'Ufficio della Scienza e della Tecnologia, che si sono prestati come consulenti per le implicazioni politiche dietro all'invio di coloni e l'eventualità che reclamino dei territori nello Spazio.

La produzione

Fare in modo che "Marte" fosse il più realistico possibile ha richiesto la raccolta di una quantità enorme di informazioni scientifiche. Le interviste che si vedono nella serie sono solo una vaga indicazione dell'importante contributo della comunità scientifica alla realizzazione della serie. Persino le scene più creative si sono basate quasi esclusivamente sul parere dei professionisti.

Un esempio su tutti è quello delle tute spaziali che gli astronauti indossano nella fiction: sono state create dalla costumista italiana Daniela Ciancio, ma sono state progettate con la scienza in mente, dato che per sua stessa ammissione Ciancio ha spiegato di aver basato il design sui concept reali per le tute spaziali future di  NASA e SpaceX, e che fra le fonti di dispirazione c'è stata la BioSuit il cui concept è stato realizzato dal Massachusetts Institute of Technology. Tutto parte dal fatto che - come abbiamo detto più volte, le tute spaziali per gli astronauti che viaggeranno su Marte dovranno essere resistenti, flessibili, leggere e confortevoli per permettere tutti i movimenti.

C'è scienza anche nella sceneggiatura. Bobby Braun, professore di tecnologia spaziale al Georgia Tech, ha infatti messo le sue conoscenze al servizio della fiction nello svoluppo della navicella spaziale Dedalo, che è una sorta di mix fra i progetti di NASA, SpaceX e Lockheed Martin, tre aziende impegnate nella corsa allo Spazio. per esempio troviamo una tecnologia di atterraggio simile a quella sviluppata da spaceX per far atterrare i suoi razzi in verticale, anche se su Marte sarà molto diverso.

Se state pensando che tutta la componente scientifica abbia smorzato la storia vi sbagliate: secondo Wilkes gli scienziati hanno ispirato gli autori per la stesura di una storia "ancora più drammatica, proprio perché si basa sulla scienza".

Da attore ad astronauta

Un comportamento veritiero degli astronauti è un punto chiave per la buona riuscita di una docu-fiction come quella che vedremo questa sera. Ecco perché ha avuto un ruolo molto importante l'ex astronauta NASA Mae Jemison, che fu la prima donna afro americana ad andare nello Spazio. Ha istruito gli attori su come deve camminare, parlare e comportarsi un astronauta, e ha aiutato gli sceneggiatori a scrivere dialoghi fedeli a quelli che potrebbero avvenire fra astronauti veri. Proprio Mae per esempio ha fatto capire come la capacità di contenere le proprie emozioni sia importante per l'equilibrio di tutto l'equipaggio. Viene da pensare che i protagonisti di certi reality show non potrebbero mai fare gli astronauti.

Nella fase di training inoltre i finti astronauti hanno seguito vere sessioni formative, come quelle in piscina per apprendere i movimenti che si fanno camminando in una tuta spaziale con una gravità come quella marziana.

Una curiosità: la serie è stata girata in un deserto del Kazakistan, dove invece del freddo marziano c'era un caldo soffocante, difficile da sopportare nelle tute spaziali. Ecco perché gli attori dopo le lunghe camminate hanno tutti un'aria esausta che allo spettatore fa pensare alla fatica di muoversi su Marte!

Lo sbarco su Marte

Quando l'equipaggio della Daedalus arriva su Marte l'avventura degli astronauti non sarà alla fine, ma solo all'inizio.  A quel punto infatti inizia un nuovo viaggio che comporta procurarsi cibo, carburante e altri materiali di consumo che hanno portato dalla Terra solo in quantità limitata. Ecco perché i coloni dovranno trovare un modo per sostenere se stessi, avviando la coltivazione di prodotti in ambienti chiusi, trovando il modo per estrarre l'acqua su Marte, e molto altro.

A questo proposito è bene sapere qual è l'aggancio alla realtà. I propulsori per razzi ispirati a SpaceX oggi non esistono ancora ma non sono molto fuori dalla nostra portata. Lo stesso vale per la gran parte delle attrezzature necessarie per sopravvivere su Marte. Pensiamo per esempio a quello di cui fanno uso oggi gli astronauti sulla ISS, con la coltivazione di piante, il sistema di riciclaggio idrico e altro. Tutti dettagli che gli appassionati di Spazio già conoscono, e di cui il grande pubblico verrà a conoscenza grazie anche a questa serie.

Per questo Braun si aspetta che "il pubblico resterà sorpreso vedendo quanta parte del lavoro di preparazione [per arrivare su Marte] sia realmente già in corso". Anche i più preparati forse però non avranno ancora collegato tutti i punti per farsi un quadro generale, che è proprio quello fornito da Marte di National Geographic. La seguirete stasera?