Stefano Rodotà: Internet è un diritto costituzionale

Stefano Rodotà ha presentato all'Internet Governance Forum una proposta per portare in commissione Affari Costituzionali l'adozione dell'articolo 21bis. Internet potrebbe essere riconosciuto come diritto fondamentale di tutti i cittadini italiani.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Durante l'Internet Governance Forum che si è svolto ieri a Roma Stefano Rodotà, giurista e costituzionalista, ha dato lettura dell'articolo 21 bis, che a suo parere dovrebbe diventare un addendum alla Costituzione italiana.

Stefano Rodotà

L'articolo in questione è il seguente: "Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". In buona sostanza, Rodotà e gli altri promotori di questa legge ritengono che Internet dovrebbe essere riconosciuto come diritto costituzionale e fondamentale di tutti i Cittadini.

Un'iniziativa che non è nuova in Europa: una legge simile è stata approvata in Finlandia il 1 luglio scorso, con un provvedimento ancora più specifico (In Finlandia da oggi la banda larga è un diritto). Per assicurarsi che tutti i Cittadini possano godere allo stesso modo del diritto di collegarsi a Internet, infatti, il Governo finlandese ha stabilito che tutti i provider sono obbligati a fornire a ogni residente una linea a banda larga con una velocità minima di 1 Mbps.

L'articolo 21 bis proposto da Rodotà è un inizio per un Paese in cui le connessioni sono distribuite a macchia di leopardo e una percentuale di territorio purtroppo ancora vasta non è coperta da connessioni adeguate alle necessità dei cittadini.

La Costituzione della Repubblica Italiana

L'articolo 21 bis, così come proposto, non richiederebbe un cambiamento della Costituzione, ma potrebbe essere inserito a completamento dell'articolo 21, che già esiste e che decreta la libertà di stampa. Se l'articolo 21 bis dovesse essere presentato alla commissione Affari Costituzionali presto navigare in Internet potrebbe essere un diritto fondamentale di tuttigli italiani.

In dettaglio, ecco l'articolo 21 della Costituzione italiana:

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisceprovvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni".