Steve Jobs geniale ma Cook è il capo perfetto per Apple

Tim Cook è molto meglio di Steve Jobs: è cordiale, rilassato, collaborativo e finora non ha sbagliato una mossa. Fortune traccia il profilo del capo d'azienda perfetto parlando del numero uno di Apple.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Tim Cook è un tipo gioviale, con la battuta pronta. Le riunioni con lui sono ottimiste e divertenti: una personalità in netto contrasto con quella cupa di Steve Jobs, insomma, che nelle riunioni tendeva spesso a intimorire i collaboratori. È questo il primo assaggio del profilo di Tim Cook tracciato dalla rivista Fortune, che questo mese gli ha dedicato la copertina come si addice ai personaggi più prestigiosi.

Il numero uno di Apple è alle prese da quasi un anno con il difficile compito di sostituire Steve Jobs e stando a quanto si apprende dalla mescola di informazioni, dichiarazioni e indiscrezioni emerse da persone che hanno avuto rapporti professionali con Cook, senza che la prova sia stata superata a pieni voti.

Tim Cook sulla copertina di Fortune

Tim Cook sta trasformando Apple in un'azienda più matura. Da quando ha preso in mano le redini dell'azienda, si legge nell'articolo, tutto ruota intorno all'efficienza produttiva e alla riduzione dei costi, delineati dalla presenza in ogni riunione di project manager e responsabili della catena di fornitura, come ha svelato l'ex vice presidente di Apple Max Paley, che aveva salutato con piacere il nuovo approccio aziendale. Cook quindi non condivide il modo di Jobs di gestire l'azienda come un parco di invenzioni, è "molto più tradizionale".

Secondo l'articolo di Fortune Cook è anche un capo d'azienda in qualche modo amichevole: con lui sono finiti i giorni in cui i dipendenti avevano paura di commettere un errore per paura di rappresaglie da parte dell'amministratore delegato, e anche altre fonti confermano che "la gente ora può respirare". A differenza di Jobs, che era uso pranzare solo con il suo guru del design Jonathan Ive, Cook pranza con qualsiasi dipendente presente nella mensa aziendale.

Questi comportamenti hanno contribuito a rendere Cook popolare tra i suoi dipendenti e gli è valso a marzo il 97 percento dei consensi nel sondaggio sul gradimento dei propri superiori. Il dato la dice lunga, considerato che lo scorso anno nello stesso sondaggio Jobs, universalmente venerato dai suoi dipendenti, aveva totalizzato un rating di approvazione del 95 per cento. 

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Anche gli investitori hanno motivi per essere soddisfatti del lavoro di Cook. Nell'ultimo anno le azioni Apple sono salite del 72 per cento, rendendo in alcuni momenti Apple la prima azienda al mondo in termini di capitalizzazione di mercato. Cook è quindi stato in grado di mantenere più che solida la situazione finanziaria di Apple, nonostante le paure della prima ora. Inoltre, stando a quanto riferito da alcune persone presenti alla prima conferenza con gli investitori, Cook "aveva il pieno controllo della situazione, sapeva esattamente chi fosse e dove voleva andare. Ha risposto a ogni domanda a testa alta".

Durante quella stessa riunione con gli investitori Cook aveva addirittura condiviso i suoi pensieri su Facebook, che fu definita "l'azienda che più si avvicina al modo di essere di Apple", di cui ha grande rispetto e con cui Apple potrebbe collaborare più strettamente.

Qualche lato oscuro emerge comunque dal generoso quadretto di Fortune: alcuni dipendenti di Apple sembrano essere "imbarazzati" dalle prestazioni di Siri perché l'applicazione, che è in beta, non funziona in modo ottimale, e qualcuno reputa che Jobs l'avrebbe bocciata e avrebbe insultato i responsabili del progetto. Secondo voi è l'unico neo della reggenza di Tim Cook o c'è qualche altra grana, che è rimasta finora nascosta?