TAR annulla 750mila euro di multa a TIM, Vodafone e Wind

Il TAR del Lazio ha annullato 750mila euro di sanzioni per pratiche commerciali scorrette che riguardavano TIM, Vodafone e Wind. Nel 2012 erano state condannate dall'AGCM per aver appioppato ai propri clienti servizi a pagamento non richiesti.

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a cura di Dario D'Elia

TIM, Vodafone e Wind sono state salvate dal TAR del Lazio: non saranno tenute a pagare 750 mila euro di sanzioni per pratiche commerciali scorrette. Il caso risale allo scorso anno quando l'Antitrust (AGCM) decise di multare i tre operatori mobili, insieme a 3 Italia, per aver appioppato ai propri clienti servizi a pagamento non richiesti.

Si trattava per lo più di servizi accessori, come ad esempio la navigazione online o la segreteria telefonica, caratterizzati da tariffe specifiche computate in modalità flat o a consumo. La violazione riguardava quindi l'omissione di informazioni. Insomma poca trasparenza sulle opzioni già attive, anche se disattivabili su esplicita richiesta del cliente.

TAR del Lazio

TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia vennero multate rispettivamente di 300mila, 250mila, 200mila e 120mila euro. Questo accadeva a marzo 2012, dopodiché come succede spesso in questi casi le sentenze sono passate al vaglio del Tribunale amministrativo. In pratica gli operatori hanno ritenuto erroneo l'operato dell'AntitrustDa rilevare però che 3 Italia ha preferito non aderire all'iniziativa giuridica firmata dai concorrenti ma procedere in autonomia: ecco il motivo per cui nella sentenza del TAR non è presente il suo nome. A questo punto è in attesa di una sentenza e si aspetta parità di trattamento giuridico.

L'esito della querelle amministrativa comunque si deve a un cavillo sostanziale. La Commissione Europea proprio l'anno scorso ha ribadito che nel settore delle telecomunicazioni la valutazione decisiva su ogni controversia è del rispettivo Garante, in Italia l'AGCOM.

"L'Antitrust è andata a sanzionare condotte la cui repressione è dall'ordinamento affidata ad altro soggetto pubblico, ossia l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni", sottolinea la sentenza. "[...] (l'Antitrust) si è arrogata l'esercizio di una potestà regolamentare che certamente non le compete, con il risultato di incidere su una materia che dalla legge è demandata alla cura e alla potestà regolatoria dell'Agcom".

Inevitabile quindi l'accoglimento dei ricorsi e il conseguente annullamento dei rispettivi atti. 

Aggiornamento. Ho inserito un dettaglio sulla posizione di 3 Italia.