Tilt alle Poste sotto indagine: la Procura si muove

La Procura di Roma ha deciso di aprire un fascicolo di indagine a carico di Poste Italiane. Bisogna capire se sia trattata di un'azione dolosa e se si possa rilevare interruzione di pubblico servizio. Intanto aleggia il rischio class action.

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a cura di Dario D'Elia

Da ieri il sistema informatico di Poste italiane ha iniziato di nuovo a funzionare. Quasi in contemporanea la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo di indagine coinvolgendo la Polizia Postale. Bisogna infatti scoprire se si sia trattato di un "banale" problema di aggiornamento software oppure di un'azione dolosa. Senza contare l'interruzione di pubblico servizio.

Massimo Sarmi, AD di Poste Italiane

La situazione è senza dubbio delicata anche perché lo stesso ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha ricordato che il mancato rispetto del contratto stipulato con le Poste prevede una sanzione massima di 1,5 milioni di euro.

L'amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, martedì scorso ha accennato a una possibile denuncia per danni nei confronti di IBM, ma per ora sembra tutto congelato. 

"Noi delle Poste abbiamo fatto tutto il possibile. Di più non potevamo fare: è la macchina che va riparata, non il sistema che la gestisce. E le mani nella macchina può metterle solo chi l'ha costruita, ovvero l'IBM. Qui ci ha messo a disposizione trenta cervelli, ma fra la California e il Canada altri 100 stanno lavorando per noi. La loro collaborazione è massima e la pressione che sto facendo con i vertici della società informatica enorme", ha spiegato l'AD al quotidiano La Repubblica. 

Intanto è già partito un tavolo di conciliazione con le associazioni dei consumatori, ma il rischio class action è dietro l'angolo.