Tim vuole i piani segreti di Enel Open Fiber, correttamente

Tim ha chiesto a Enel di fornirle tutte le informazioni legate al progetto Enel Open Fiber. La società elettrica per ora si oppone, anche se le norme antitrust darebbero ragione alla telco.

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a cura di Dario D'Elia

Tim vuole vedere le "carte" di Enel, ma in questa partita a poker per lo sviluppo della rete italiana in fibra c'è ancora tempo per un rilancio. Aldo Fontanarosa oggi su La Repubblica racconta di uno scambio di missive tra le due società avvenuto negli scorsi mesi. La fonte sarebbe un deputato del Nord Italia, che in questo momento sembrerebbe preferire rimanere nell'ombra.

L'oggetto del contendere sono le informazioni dettagliate del progetto Enel Open Fiber. Quali saranno i 360 comuni raggiunti da Enel, le infrastrutture impiegate, i contatori da sostituire? Insomma, tutti i segreti industriali del progetto. Enel per ora ha risposto picche citando ragioni di "sicurezza del sistema elettrico nazionale".

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"Vedo!"

Il problema è che sebbene il buon senso direbbe che la ragione è dalla parte di Enel – che diritto ha Tim di ottenere questo materiale? – le norme antitrust vanno in senso contrario. In base alla legge 287 del 1990 (Norme sulle Intese, sull'abuso di posizione dominante e sulle operazioni di concentrazione) "una società pubblica, a prevalente partecipazione statale o in regime di monopolio" deve rendere disponibili beni o servizi, anche informativi, ai concorrenti se entra in un settore nuovo.

In sintesi, Enel fin dalla creazione di Enel Open Fiber ha promesso di concedere l'accesso alle sue infrastrutture a tutti gli operatori nel rispetto della pari condizioni. Tim quindi vuole sapere tutti i piani che riguardano Perugia, Catania, Cagliari, Bari e Venezia, gli altri 219 comuni previsti dal progetto di sviluppo e gli ulteriori 146 centri che potrebbero far parte del partita.

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"Rilancio"

Enel obietta che l'esatta ubicazione dei contatori, dei cavidotti e impianti non è fondamentale, quindi rilancia per la creazione di un tavolo di confronto. La verità è che si tratta davvero di informazioni sensibili. Se Telecom potesse accedere a questa mole di informazioni, come sembra prescrivere la legge, potrebbe muoversi di conseguenza rispondendo colpo su colpo all'offensiva del colosso energetico.

Ecco finalmente la chiave di lettura per le recenti dichiarazioni del presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi: "È importante che ci siano contesti regolatori equivalenti per tutti a beneficio del Paese, perché la concorrenza nelle infrastrutture migliora la capacità di copertura. Quindi è importante che le imprese siano messe tutte nelle stesse condizioni di competere".

Se Tim rispetta l'indicazione antitrust di fornire tutti i dati che riguardano la propria rete, non dovrebbe farlo anche Enel in relazione ai suoi progetti? Forse.

Nel frattempo il mensile Quotidiano Energia ha svelato che i senatori Margiotta (Pd) e Di Biagio (Ncd) starebbero lavorando a un emendamento per abrogare proprio il comma 2 quater, articolo 8, della legge sulla Concorrenza su cui Tim basa la sua richiesta.