Transistor fotonici, Italia in prima linea nel loro sviluppo

Claudio Conti della Sapienza di Roma e Marco Leonetti dell'Instituto de Ciencia de Materiales de Madrid Cefe Lopez hanno realizzato un innovativo transistor che funziona con la luce.

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a cura di Manolo De Agostini

I transistor che funzionano con la luce (fotoni) soppianteranno i  transistor tradizionali che usano la corrente elettrica (elettroni) per amplificare o modulare un segnale nei dispositivi elettronici? I ricercatori della Sapienza di Roma Claudio Conti e Marco Leonetti e dell'Instituto de Ciencia de Materiales de Madrid "Cefe Lopez" ne sono convinti e hanno pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivista "Nature Communications".

I due hanno dimostrato che questo tipo di transistor è in grado di funzionare anche in sistemi disordinati, come i liquidi, i gas, le leghe metalliche, i colloidi, consentendo al fascio di luce di passare, per esempio, attraverso un muro e continuare a mantenere il controllo del segnale.

Non solo, gli autori hanno scoperto che, in questi sistemi, il dispositivo può avere una struttura molto più semplice rispetto a quella dei primi transistor otticiIl team infatti ha individuato un meccanismo in grado di incanalare la luce nelle cavità, dette "modi" di una nanostruttura, che comunicano tra loro scambiandosi energia sotto forma di luce laser.

Tramite un dispositivo chiamato "spatial light modulator" (modulatore spaziale di luce), gli autori hanno dimostrato che è possibile controllare il trasferimento di energia tra le diverse cavità. Questo fenomeno di "switching" è analogo a quello che avviene nei transistor standard, sostituendo alla corrente elettrica i fotoni. Ciò permette di modificare e amplificare i flussi di luce incanalati da un "modo" a un altro, e di cambiare la frequenza, ovvero il colore della luce.

In pratica il congegno realizzato è un transistor in cui i canali di uscita sono costituiti da luce di colori differenti invece che da corrente elettrica come nel caso dell'elettronica. Il  sistema proposto si basa su microstrutture di particelle di diossido di titanio delle dimensioni di decine di micron.

Nonostante siano circa mille volte più grandi di un normale transistor elettronico, le possibilità che si aprono grazie a questa scoperta sono enormi. Infatti usando la luce si possono elaborare informazioni a velocità molto maggiori rispetto al caso della normale corrente elettrica, favorendo così lo sviluppo di tecnologie per l'elaborazione e la trasmissione dati ad altissima velocità.