L'Unione Europea poche ore fa ha sottoscritto a Tokyo il trattato ACTA, ovvero una sorta di accordo internazionale anticontraffazione riguardante beni, servizi e prodotti immateriali. In pratica, con la ratifica del Parlamento Europeo prevista per giugno, i detentori di diritti di copyright e di brevetto avranno un maggiore potere nei confronti dei (presunti) soggetti che operano nell'illegalità . Questo vuol dire, secondo molti esperti del settore fra cui l'avvocato IT Giorgio Sarzana, che la privacy sarà considerata un diritto secondario rispetto alla tutela degli interessi industriali. E non è un caso che fra i primi sostenitori di questa iniziativa vi siano colossi le major cinematografiche e tutte le aziende più importanti del mondo.
Si tratta di un documento totalmente in antitesi rispetto alla recente proposta di riforma sulla protezione dei dati presentata dalla Vicepresidente e Commissaria UE per la Giustizia Viviane Reding. Si parla infatti della possibilità per un detentore di copyright di ottenere dai provider i nominativi degli utenti che scaricano contenuti illegali, senza per altro alcun coinvolgimento delle autorità giudiziarie o amministrative. Tutte le organizzazioni mondiali per i diritti digitali da tempo sostengono la pericolosità del trattato ACTA per la sua incapacità di mediare tra i diritti di tutte le parti in causa.
ACTA
"In sostanza principio base di ACTA è che gli intermediari non possano proteggere i nominativi di chi compie, a loro dire un'attività illecita, trasformando gli stessi intermediari in fonti di informazione privilegiata per perseguire eventuali violazioni", scrive Sarzana sul suo blog.
"Altro principio generalizzato di ACTA è la possibilità che i titolari dei diritti possano imporre agli intermediari di non utilizzare strumenti, di per sé assolutamente leciti, ma che siano in grado di eludere i sistemi di protezione dei diritti di proprietà intellettuale ( come ad esempio i DRM)". In Italia e in molti altri paesi sono previste norme a tutela del copyright per far fronte a questi casi, ma ogni diritto è sempre tutelato dal coinvolgimento dell'Autorità giudiziaria nelle procedure di "forcing".
"Portando alle estreme conseguenze tutto ciò dovremmo immaginare che sistemi del tutto leciti quali i programmi di compressione MP3 possano essere strumenti atti a eludere la protezione dei titolari dei diritti perché consentono la riproduzione audio-video di file non originali", sottolinea Sarzana.
"ACTA è un bavaglio mondiale a internet che sarà presto operativo", sostiene l'associazione Agorà Digitale. "L'Unione Europea ha trascurato completamente le molte critiche contro Acta, provenienti dalle ONG che si occupano dell'accesso ai farmaci, come Oxfam o Health Action International, e dai principali partner commerciali dell'Ue".
Già , perché un'altra preoccupazione riguarda l'attività di ricerca effettuata da alcuni istituti, come l'Università Africana, che stanno cercando di mettere a punto farmaci generici per la lotta all'AIDS. Tutte le persone coinvolte potrebbero essere sottoposte a procedimento per violazione di brevetto.
Insomma, tra SOPA, ACTA, Emendamento Fava e l'attesa delibera AGCOM sul copyright si sta delineando un tratto ideologico comune. Forse le lobby industriali, probabilmente sfruttando anche la crisi economica, sono riuscite a ottenere dalla politica la promessa di risolvere definitivamente il problema della pirateria e della contraffazione. Il tutto senza badare agli effetti collaterali sui diritti dei consumatori-utenti-cittadini.