Introduzione
La campagna d'armi europea dell'industria discografica contro il P2P ha subito un blitz inaspettato. L'Avvocato Generale Juliane Kokott ha suggerito alla Corte di Giustizia Europea una linea legale molto rigorosa sui casi tipo Peppermint. A suo parere le leggi comunitarie prescrivono l'impossibilità di diffondere i dati personali degli utenti - riguardanti il traffico online - nelle cause civili. In ambito penale, invece, quando è prevista una richiesta da parte di un giudice non vi sarebbero pregiudiziali di alcun tipo.
Insomma, se l'indicazione dovesse essere accolta i detentori di diritti di copyright non potranno più richiedere agli ISP e società di telecomunicazioni i nomi e gli indirizzi di persone sospette di sharing illegale. Uno dei casi più emblematici dell'ultima ora è rappresentato dall'azione legale intrapresa dalla Promusicae, un gruppo non-profit di produttori musicali spagnoli, contro il colosso Telefonica per non aver fornito i dati personali di un gran numero di utenti sospettati di condividere musica illegale su Kazaa.
La Corte spagnola che si è occupata del caso ha chiesto delucidazioni a quella europea per interpretare al meglio le nuove norme vigenti (EUCD). L'opinione di Kokott di fatto dovrebbe essere l'elemento chiave per risolvere la questione. Comunque alla fine la decisione dell'Alta Corte europea varrà come ultima parola, e dovrà essere rispettata da tutti e 27 gli stati comunitari.
I legali di Telefonica sono in attesa, anche se la linea difensiva fino ad ora ha trovato pieno appoggio nelle norme che prescrivono la diffusione dei dati personali solo per accuse penali o casi riguardanti la sicurezza pubblica e la difesa del paese.