Voto elettronico in Lombardia, esperienza inedita in Italia

Il prossimo 22 ottobre i cittadini lombardi con diritto di voto saranno chiamati ad esprimersi su un quesito referendario e lo faranno tramite una procedura completamente informatizzata. Ma è una soluzione davvero affidabile? Ecco il punto della situazione.

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a cura di Pino Bruno

Voto elettronico sì, voto elettronico no. Il dibattito, molto acceso in tutto il mondo, sulla sicurezza delle consultazioni popolari dematerializzate, sarà certamente rinfocolato dall'appuntamento lombardo del 22 ottobre. Quel giorno, in tutti gli ottomila seggi allestiti nella regione, i cittadini con diritto di voto saranno chiamati ad esprimersi sul quesito referendario. Con questa iniziativa - consultiva - si vuole verificare se gli elettori della Lombardia vogliono che la Regione "intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse", pur restando nel quadro dell'unità nazionale.

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Ovviamente non è questa la sede per discutere del merito dell'iniziativa (astenersi troll). Ci interessa solo il metodo, e cioè la scelta di far esprimere i cittadini tramite una procedura completamente informatizzata. Inedita in Italia, per una consultazione di questa portata, sia pur meramente consultiva. La domanda da porsi è dunque se far votare i cittadini cliccando sì o no su un display sia un procedimento pratico, sostenibile economicamente, a prova di brogli e/o attacchi di pirateria informatica. Cioè utile, trasparente, sicuro e garantito.

A questo proposito, la Lombardia ha scelto come partner la multinazionale Smartmatic, che ha il suo quartier generale a Londra, presieduta da Lord Mark Malloch-Brown, già Vice Segretario Generale e Capo di Stato Maggiore delle Nazioni Unite. Smartmatic, che si è aggiudicata il bando di gara lombardo, ha gestito votazioni in tutto il mondo. Le più recenti l'anno scorso, in sede di primarie per le presidenziali nella contea di Los Angeles, le elezioni politiche nelle Filippine e in Uganda. Ovviamente non sono mancate le polemiche su presunte manipolazioni.

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Il metodo Smartmatic prevede in Lombardia l'utilizzo di tablet. Ne sono stati acquistati 24.000, per un importo complessivo di 23 milioni di euro. Il presidente Roberto Maroni ha precisato che si tratta di "un investimento e non di una spesa, perché gli strumenti resteranno in dotazione alle scuole". "È un contratto di acquisto, da parte della Regione, dei tablet e dei software, gli strumenti per la sicurezza - ha aggiunto Maroni - restano a noi e abbiamo già deciso di lasciarli in comodato gratuito alle scuole sedi di seggio, fino alla successiva consultazione. Cambiando i software potranno utilizzarli per le attività didattiche".

Il display del tablet "riprodurrà il quesito e tre caselle con Sì, No e Bianca. Toccando una delle tre caselle, comparirà la croce - con la possibilità di cambiare idea e toccare un'altra casella - poi la scritta Vota, premendo la quale sarà come aver depositato la scheda nell'urna. È previsto un sistema di sicurezza, che garantisce l'anonimato: non viene registrato il minuto in cui una persona vota, in modo che non si sappia come ha votato chi lo ha fatto in un determinato minuto", ha concluso il presidente della Regione.

Il sistema adottato da Smartmatic è basato sul software proprietario Election Management System (EMS), un'applicazione che genera automaticamente tutti gli strumenti necessari per preparare e condurre un'elezione. Ovviamente la multinazionale sostiene che si tratta di un sistema blindato, sicuro, che garantisce l'integrità del voto, anche grazie al monitoraggio da parte di osservatori indipendenti.

atelier e voting

C'è da fidarsi del voto elettronico? La Svizzera, ad esempio, a partire dal 2004 ha condotto più di 200 test di voto elettronico coronati da successo. Il Consiglio federale nell'aprile scorso ha deciso di mettere fine a questa fase sperimentale così da permettere ai Cantoni l'introduzione definitiva del voto elettronico. In Estonia il voto elettronico è in uso dal 2005 anche per le consultazioni politiche e, nelle ultime elezioni, ha permesso di risparmiare 11.000 giorni lavorativi.

In tutto il mondo ci sono esperti pro e contro. Quelli più critici puntano il dito sulla sicurezza, per il timore di hacking e manipolazione dei risultati. A nostro parere il voto elettronico sembra più adatto a consultazioni cittadine o regionali, utile per tastare rapidamente il polso dei cittadini in merito a progetti e iniziative locali. In questo senso potrebbe essere utile SPID, il sistema pubblico di identità digitale che, sia pur lentamente, si sta diffondendo nel nostro paese.


Tom's Consiglia

Volete approfondire la questione? Potete iniziare leggendo Il Voto Elettronico nelle Democrazie Contemporanee.