Wi-Fi italiano quasi libero, e qualcuno ne approfitta

Alcune società informatiche stanno proponendo agli esercizi pubblici software di identificazione dei clienti per i servizi Wi-Fi. Si tratta di soluzioni inutili poiché il Ministero degli Interni ha abolito ogni obbligo. Sussistono però ancora alcuni ostacoli: ecco quali.

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a cura di Dario D'Elia

Il Wi-Fi italiano è finalmente libero, ma alcuni operatori informatici stanno cercando di confondere le acque proponendo agli esercizi pubblici software di identificazione dei clienti. In pratica sostengono "che sussisterebbero degli obblighi e delle responsabilità in capo ai gestori di pubblici esercizi che mettono a disposizione della clientela il sistema di accesso in parola", stando a quanto si legge su una circolare della federazione italiana dei Pubblici esercizi.

Wi-Fi

L'esperto in TLC Stefano Quintarelli ha analizzato a fondo la questione è ribadito che il Ministero dell'Interno ha cancellato l'obbligo di identificazione degli utenti, il monitoraggio delle operazioni e l'archiviazione dei dati".

"Quello che non è corretto è desumere che non esistano altri obblighi, che invece discendono dal Codice delle Comunicazioni e da una Delibera dell'Autorità delle Comunicazioni", sottolinea Quintarelli.

In pratica il Codice riconosce differenti responsabilità e obblighi se si offre un terminale con accesso o il solo accesso. Nel primo caso non si deve richiedere nulla all'utente; nel secondo, anche se è una cosa disattesa in Italia e in altri paesi, si dovrebbero rispettare gli obblighi degli operatori TLC. Sono esclusi da questi solo le aziende e i circoli privati.

Insomma, un bar con access point di fatto dovrebbe richiede un'autorizzazione generale oppure siglare un contratto con quei piccoli operatori che consentono "la redistribuzione del servizio e che assicurano la compliance regolamentare nella fornitura di autenticazione, logging, risposte alla autorità giudiziaria, etc."

Quintarelli conclude ricordando i rischi. In pratica non rispettare questi "dettagli" è sanzionabile da parte della Polizia Postale e Fiamme Gialle. Ma la multa potrebbe essere il male minore, poiché di fronte a un reato digitale di un cliente bisognerebbe dimostrare estraneità e ovviamente non essere stati negligenti.