Abolizione superbollo, forse stavolta ci siamo

L'abolizione del superbollo è finalmente a un passo, speriamo per sempre: lo ha anticipato l'onorevole Marchetti della Lega.

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a cura di Francesco Daghini

Dopo anni di speranze da parte degli appassionati di auto sportive, finalmente sembra essere arrivato il giorno fatidico: il Governo ha trovato un accordo che porterà all’abolizione del superbollo, la tassa automobilistica maggiorata per auto con potenze superiori ai 185 kW introdotta nel 2011 con l’intenzione di andare a tassare quelle fasce di popolazione più abbienti e avvezze a possedere auto potenti e costose. Nella pratica, questa tassa è sempre stata vista in modo molto negativo da tutti gli automobilisti, che si ritrovavano limitati nella scelta dell’auto a causa di questa tassa esageratamente alta - 20 € in più all'anno per ogni kW oltre i 185.

Tra i promotori più convinti di questa operazione abbiamo l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti, della Lega, che ha confermato la fattibilità dell’operazione in seguito ai lunghi colloqui tra l’esecutivo e il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Abolire il superbollo era stata una delle promesse del Governo Meloni, e sembra che la promessa sia destinata a essere mantenuta: l'abolizione del superbollo diventerà realtà, poiché non ha portato nelle casse dello stato le entrate che si erano previste con la sua introduzione, e al contrario ha fatto perdere molti soldi allo stato, principalmente in termini di IVA, mentre il danno arrecato all’industria automobilistica, e di conseguenza ai suoi dipendenti, è difficilmente quantificabile.

Intervistato in merito, l’onorevole Marchetti ha dichiarato:

"La maggiorazione [il superbollo, ndr] avrebbe difatti dovuto generare entrate per oltre 160 milioni di euro, ma nello stesso anno 2012 ha determinato solo perdite in termini di minor gettito sia ai fini dell'Iva, -93 milioni di euro, sia ai fini dell'imposta di bollo sull'auto, -13 milioni di euro. A queste si aggiungono ulteriori perdite, pari a oltre 30 milioni di euro, a carico delle Regioni e delle Province, senza considerare il danno, difficilmente quantificabile, a tutto il comparto automobilistico nazionale, dalle case automobilistiche agli artigiani per gli interni alle imprese che producono la componentistica, compresi i dipendenti. L’Italia è la terra dei motori e qui vengono realizzate automobili di grandissimo pregio che, a causa della maggiorazione sulla tassa automobilistica, hanno registrato una drastica diminuzione nelle vendite o l'immatricolazione tramite società di leasing in Paesi esteri. Il crollo del valore di questi veicoli compromette in modo considerevole il mercato dell'usato e scoraggia l'acquisto del nuovo. La Lega è sempre dalla parte delle aziende del nostro Paese e sta portando avanti questa battaglia di buonsenso non solo per sostenere il comparto dell’automotive, ma a vantaggio dell’intera economia nazionale."