Ducati Multistrada 1200 Enduro, divoratrice di chilometri

La Ducati Multistrada 1200 è un'eccellenza grazie ad alcuni accessori hi-tech che rendono il viaggio estremamente comodo, piacevole e divertente.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Ormai la sezione Motori di Tom's è a pieno regime, e dopo molti test drive di automobili, è arrivato il momento di inauguare le prove delle motociclette. E iniziamo in grande stile, onorando la tecnologia made in Italy con una Ducati Multistrada 1200 Enduro. Nonostante rimanga ancora qualche scettico che si chiede "perché Tom's parla di auto e moto?", è ormai chiaro che non solo la tecnologia è ovunque, auto e moto comprese, ma anche perché la maggior parte di voi lettori, numeri alla mano, non solo ama la tecnologia nella sua forma più pura, ma adora informarsi e discutere sulle novità motoristiche.

La Multistrada sotto il profilo tecnologico è un'eccellenza, ed è proprio grazie ad alcuni accessori hi-tech che viaggiare con questa moto non è solo estremamente comodo, ma anche piacevole e divertente.

Un'evoluzione dal 2003

È una piacevole coincidenza che Ducati presentò la prima Multistrada nel 2003, proprio l'anno in cui Tom's fece il suo debutto in Italia. Fin dal primo modello la on-off road di Borgo Panigale si guadagnò il titolo di divoratrice di tornanti, una moto facile da guidare, agile, che si trova a suo agio tanto sull'asfalto quanto sullo sterrato.

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Nella sua ultima versione il design ha lasciato le curve sinuose per abbracciare spigoli e geometrie cattive, che la rendono tanto aggressiva, quanto difficile da inquadrare facilmente. Linee difficili da seguire e da giudicare: la si ama, o la si odia, ma ad ogni modo è senza dubbio distintiva e ben riconoscibile.

Monta un motore Testastretta DVT con sistema desmodronico variabile, un bicilindrico a L e sistema Dual Spark, come sulla Multi originale. Stiamo parlando di un 1200 (1198,4 cc) da ben 160 cavalli a 9500 giri, con una coppia di 136 Nm (@7500 giri). Telaio in traliccio, cambio a 6 marce e una dotazione di sicurezza da fare invidia: ABS adattivo, DTC, cruise control, VHC, DWC, vedremo tutto nel dettaglio fra poco.

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La versione con cui abbiamo passato due settimane è la "Enduro", che adotta alcune accortezze per essere ancora più controllabile anche nel fuori strada: sospensioni semi-attive, un manubrio un po' più alto, cerchio anteriore da 19" e un serbatoio maggiorato. Per noi questa prova vale anhe come un test drive generale della Multistrada, nonostante terremo in considerazione il maggiore ingombro.

Da Milano ai castelli alpini

Per questa prova, nonché tutte le prossime ogni qualvolta la motocicletta ce lo permetterà, abbiamo affrontato diverse situazioni di guida.

Molte ore sulle strade di Milano e provincia, con differenti condizioni di traffico, in ambiente urbano ed extraurbano, nonché un piccolo viaggio che ci porta dalle affollate tangenziali di Milano fino ai monti valdostani. Per essere più precisi, partiamo da Milano per imboccare l'autostrada A4 in direzione Torino, affrontando così dopo alcuni chilometri di traffico cittadino, 125 km di autostrada.

mappaUsciamo a Quincinetto per percorrere altri 50 chilometri di strada statale tutta curve (bellissima e divertente), che percorre tutta la valle fino ad arrivare a pochi chilometri da Aosta, costeggiando la Dora Baltea e la montagna, per poi distaccarsi e salire fino a Castello di Quart. Arrivati abbiamo il tempo di salire e scendere dalla montagna per qualche ora, per poi rifare lo stesso percorso per il ritorno.

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Questo percorso è ideale perché ci permette di provare le motociclette in differenti ambienti e condizioni, così da saggiarne tutti i pregi e scoprirne i difetti.

Non è adatta a tutti

La Multistrada non è adatta a tutti, nonostante l'altezza della sella sia regolabile, anche alla misura minima dovrete essere alti almeno 1.70 / 1.75 per riuscire a toccare terra. Sono alto 1.75 cm, e con entrambi i piedi tocco a terra "quanto basta", cioè con le punte dei piedi. Spostare gli oltre 230-260 Kg di peso (in base al carico benzina e bauli) con le punte dei piedi non è cosa semplice, e spesso ho preferito scendere e spingerla. Basta un buca o un piccolo avvallamento per perdere contatto con il suolo, e bastano pochi secondi per sbilanciarsi quel tanto che basta per non riuscire più a sorreggere il peso. Se siete alti da 1.85 in su, è la moto perfetta per voi.

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Capiamoci, ho avuto difficoltà solo negli spostamenti da fermo, in cui un po' di attenzione in più non è guastata, ma non mi sono mai trovato in vera difficoltà; sono salito e sceso da marciapiedi, e ho anche fatto slalom tra passaggi tutt'altro che comodi, senza mai perdere il controllo o dover rinunciare al passaggio.

Il modello che ho provato era dotato del doppio borsone laterale, comodissimi e che mi hanno permesso di compiere il viaggio senza dover portare uno zaino in spalla. Tuttavia per tutto il tempo della prova, sopratutto durante gli spostamenti in città, ho viaggiato con la paura di colpire qualche veicolo circostante. L' ingombro è elevato, va ben oltre l'ingombro anteriore, al punto tale che non mi sono mai sentito sicuro nel compiere un sorpasso se non allargandomi e distanziadomi parecchio dal veicolo che mi precedeva. In realtà durante il viaggio, soprattutto in autostrada, è stato tutto molto più semplice, ma se volete usarla per raggiungere l'ufficio alle 8 di mattina, fareste bene a farvi bastare un solo borsone, o optare per il portapacchi posteriore.

Divoratrice di chilometri

Tanto pesante e ingombrante da ferma, quanto agile e scattante in marcia. La posizione di guida è veramente comoda, non per altro è la moto ideale per chi vuole viaggiare e... ancora viaggiare. Siete in sella con la schiena dritta, e la distanza con il manubrio permette di mantenere le braccia in posizione rilassata. Dalla parte sinistra della carena esce la maggior parte del calore generato dal motore, e crea un po' di fastidio soprattutto in percorsi urbani dove ci si ferma spesso.

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Il cupolino si può regolare in altezza con una sola mano, e sale fino a fornire un'ottima protezione dal vento. Sulle lunghe percorrenze basta piegarsi leggermente in avanti, sfruttando il grande serbatoio per essere totalmente protetti. In autostrada il Cruise Control è la carta vincente che vi farà saltare soste obbligate all'autogrill per riprendere sensibilità al braccio e alla mano destra. Basta un click con l'apposito tasto per attivarlo, e una seconda pressione per impostare la velocità di crociera, dopodiché potrete mollare l'acceleratore. La moto mantiene la velocità, mentre potrete aumentarla e diminuirla cliccando su o giù sull'apposito tasto.

Se con le auto il cruise control è qualcosa di normale, la prima volta che è comparsa questa funzione su una motocicletta sono rimasto abbastanza dubbioso, ma bastano pochi chilometri per convincere e desiderare che venga offerto, almeno come optional, su qualsiasi moto. Per disattivarlo è sufficiente ruotare l'acceleratore in avanti, o toccare il freno.

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Il serbatoio è enorme, e maggiorato di 10 litri rispetto alle altre versioni della Multi. Ben 30 litri, che portano l'autonomia sopra i 500 chilometri con un pieno. Durante tutta la prova, quindi diversi chilometri in città e la nostra gita fuori porta, abbiamo misurato una percorrenza media di 5.6 litri per 100 chilometri, cioè 535 km di autonomia. Noi ci siamo fermati un po' prima, e abbiamo rifatto benzina subito dopo aver toccato i 500 km. Questo è un fattore decisamente importante per chi vuole intraprendere lunghi viaggi ed evitare di vivere costantemente con la domanda "fra quanto c'è la prossima stazione di servizio?"

Divertente tra le curve

Sarò sincero, nella mia personalissima classifica le Enduro non sono nei primissimi posti. Quando mi è stata proposta la prova della Multistrada, da una parte ero felice di mettere le mani su così tanta tecnologia, dall'altra mi aspettavo una moto grande e ingombrante, comoda da guidare, ma noiosa.

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E questa è stata la sensazione che ho avuto per i primi dieci chilometri, lasso di tempo in cui ho preso le misure e familiarizzato con la guida. Poi è successo qualcosa, mi sono guardato allo specchietto e avevo un sorriso stampato sulla faccia. Già perché i 160 cavalli di potenza si sentono tutti, basta spalancare l'acceleratore! Rimane un po' fiacca sotto i 4500 giri, ma da qui in poi la progressione è fantastica. Si ha la sensazione di essere in sella a una sportiva travestita da cavallo da tiro, se mi passate il termine, considerando il peso e il carico che è in grado di muovere con disinvoltura.

Ma il bello è che dopo la prima accelerata mi sono reso conto che poteva fare ancora di più. Cliccate sull'apposito selettore e sullo schermo LCD a colori compariranno quattro modalità di guida (Riding Mode), Urban, Touring, Sport e Enduro. Selezionate la modalità che volete tenendo il tasto premuto per qualche secondo, rilasciate l'acceleratore e sarete pronti per sfruttare la nuova modalità. Al volo cambierà la potenza erogata dal motore, i livelli di attivazione del DTC, dell'ABS e del DWC. Se vorrete potrete anche personalizzare le singole modalità.

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Con la "mappatura" Sport potrete disporre di tutta la potenza del motore con un'erogazione immediata secondo le massime potenzialità del 1200 da 160 cavalli. La Multi è cattiva, e sorprenderete facilmente altri motociclisti che vi vedono come dei "pesanti dinosauri". La modalità Touring è tuttavia la più bilanciata, e quella che userete più spesso. La modalità Enduro è pensata per il fuoristrada, quella Urban è per la città, limita la potenza e riempie i bassi. Tuttavia ho trovato questa modalità un po' troppo "limitata", e ho praticamente sempre preferito la mappa Touring, per passare alla Sport quando la strada lo permetteva.

A supportare la guida c'è quella che viene definita "piattaforma inerziale", un sistema che misura dinamicamente l'accelerazione, il beccheggio e il rollio durante la corsa, permettendo ai sistemi di sicurezza di intervenire in maniera millimetrica e precisa durante la corsa, e anche in curva, offrendo un controllo totale della moto in tutte le condizioni. Sono tutte tecnologie trasparenti al pilota, e non ci sono state situazioni in cui ho avuto la sensazione di notare un comportamento scorretto da parte della moto, anzi proprio il contrario, sembra quasi che ci dica che possiamo sempre osare di più.

Computer di bordo e App

Lo schermo da 5" a colori offre tutte le informazioni più importanti a colpo d'occhio. I pulsanti a manubrio permettono d'interagire con tutte le funzioni del computer di bordo anche in marcia, senza distrarsi troppo. Velocità e marcia sono le due misure più visibili, così come i giri del motore. In secondo piano trovate l'ora, la modalità di guida, livello carburante, chilometri e temperatura dell'acqua.

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L'angolo a sinistra è dedicato a due contatori configurabili: viaggi, temperatura, consumo istantaneo, consumo medio, etc. L'angolo opposto è invece dedicato alle tecnologie di sicurezza e il loro livello d'intervento, nonché all'impostazione delle sospensioni posteriori.

S'interagisce con un pulsante multifunzione posto sul manubrio sinistro. È questione di pressioni lunghe e corte. Tenete premuto nelle varie direzioni per entrare nei sottomenu veloci, mentre è chiaramente disponibile un menù generale per impostare tutte le caratteristiche del display e personalizzare le modalità di guida.

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È anche disponibile un'App, per iPhone o Android, che s'interfaccia via bluetooth con la Multi. Purtroppo non abbiamo potuto provare a fondo l'applicazione in quanto si associa a un nome utente e al numero di telaio della moto. Nel nostro caso dava errore quando inserivamo il numero di telaio, molto probabilmente era già stata associata a un altro utente. Ad ogni modo l'applicazione riceve dalla moto informazioni come velocità, consumo, angolo di piega e strada percorsa.

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Questi dati sono più o meno utili all'utente in base alle necessità personali, ma sono certamente molto utili a Ducati che potrà attingere a un mare di statistiche con cui poter migliorare i futuri modelli di Multistrada e non solo.

Il passeggero

Ho fatto il viaggio verso la Valle D'Aosta in compagnia di un passeggero, a cui ho poi fatto alcune domande per avere una valutazione di comodità. Prima di partire dovrete però regolare l'ammortizzatore elettronico posteriore, configurabile su differenti livelli: solo pilota, pilota con carico, pilota più passeggero e pieno carico.

20170521 134905Il passeggero si sente a stento, anche nel misto. La seduta è comoda, e le pedane permettono di "sopportare" viaggi lunghi in comodità, e offrono un supporto sicuro per cambiare ogni tanto posizione e sgranchire le articolazioni. Qualche lamentela per la maniglie posteriori, un po' troppo spigolose, che a lungo andare hanno indolenzito le mani. Le vibrazioni ci sono, addormentano un po' le gambe nelle lunghe percorrenze, ma siamo lontani dal dire che siano un vero problema.

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Ducati Multistrada, dal lunedì alla domenica

La Multistrada è un coltellino svizzero, adatta a ogni situazione. Non è solo una questione di asfalto o sterrato, ma oltre ad affrontare lunghi viaggi, permette anche di divertirsi, grazie alla manovrabilità e alla potenza offerta dal Testastretta 1200. Quattro modalità di guida che cambiano potenza e controlli di sicurezza alla guida, ammortizzatore regolabile, oltre 500 chilometri di autonomia, cruise control, ci si diverte da soli e si viaggia comodi in due e con un bel carico.

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Senza borse si viaggia bene anche in mezzo al traffico, e per questo potrete usarla per tutta la settimana, dal lunedì al venerdì in mezzo al chaos per poi scappare dal traffico cittadino durante il weekend. Inoltre Ducati richiede di effettuare la manutenzione ogni 15mila chilometri, un numero che è sintomo dell'affidabilità raggiunta grazie ai 14 anni di evoluzione. Anche se ad essere sinceri, con una moto del genere, non impiegherete molto a fare  15mila chilometri.

Il costo per la versione Enduro parte da quasi 21mila euro, mentre per le altre versioni si parte da circa 17mila euro.


Tom's Consiglia

Per un sistema di navigazione più completo e adatto a moto e naked, potete affidarvi ad un TomTom VIO.