La strategia di ridimensionamento di Intel continua a colpire settori sempre più diversificati dell'azienda, con l'ultima decisione che riguarda la chiusura completa della divisione automotive. Sebbene questo segmento non rappresentasse una delle attività principali del colosso dei semiconduttori, la mossa segna un ulteriore passo nella drammatica ristrutturazione guidata dal nuovo CEO Lip-Bu Tan.
La decisione avrà conseguenze immediate per la maggior parte dei dipendenti del gruppo automotive, che saranno licenziati nelle prossime settimane. Intel ha comunicato martedì mattina ai propri dipendenti la decisione di smantellare il business automotive, confermando che l'azienda si concentrerà esclusivamente sui mercati core dei client e dei data center.
"Stiamo riorganizzando il nostro portafoglio per rafforzare le nostre offerte di prodotti e soddisfare le esigenze dei nostri clienti", ha dichiarato l'azienda in una nota ufficiale. Nonostante l'impegno a garantire una transizione fluida per i clienti esistenti, la maggior parte del personale della divisione automotive dovrà cercare nuove opportunità di lavoro.
La portata dell'operazione automotive di Intel emerge dai numeri che l'azienda stessa pubblicizza online: 50 milioni di veicoli utilizzano processori Intel. Questi chip svolgono funzioni cruciali nell'abilitare veicoli elettrici, fornire informazioni ai conducenti e ottimizzare le prestazioni complessive dei mezzi di trasporto. Tuttavia, l'azienda non ha mai reso pubblici i ricavi specifici di questo segmento né il numero esatto di dipendenti coinvolti, suggerendo che si trattasse effettivamente di una divisione relativamente piccola rispetto alle operazioni principali.
Il nuovo corso di Intel sotto la guida di Tan sta prendendo forma attraverso una serie di decisioni drastiche che stanno ridisegnando l'intera struttura aziendale. Ad aprile, il CEO aveva avvertito i dipendenti di prepararsi a "diversi mesi" di licenziamenti, una previsione che si sta rivelando tragicamente accurata. La filosofia alla base di questi cambiamenti sembra puntare sulla creazione di un'azienda più snella ed efficiente, che secondo Tan potrebbe risultare anche più innovativa.
Le informazioni sui cambiamenti in corso filtrano principalmente attraverso comunicazioni interne, poiché Tan ha mantenuto un profilo estremamente riservato dalla sua assunzione a marzo. Il CEO non ha rilasciato interviste pubbliche né presentato una strategia dettagliata per il rilancio di Intel, preferendo agire direttamente sui fronti operativi più critici.
Mentre Intel procede con tagli significativi su più fronti, rimane aperta la questione fondamentale di come questi ridimensionamenti possano effettivamente migliorare la competitività dei suoi chip. I rivali AMD e ARM Holdings continuano a guadagnare quote di mercato nei settori PC e data center, sfruttando design sempre più performanti. La strategia di Tan sembra basarsi sull'assunto che una struttura aziendale più agile possa tradursi automaticamente in prodotti migliori, ma questa correlazione non è affatto scontata nel settore tecnologico.
La sfida più ambiziosa per Intel resta l'ingresso nel mercato dell'intelligenza artificiale, un settore in rapida espansione dominato da Nvidia. Senza una presenza significativa in questo comparto, Intel rischia di rimanere esclusa dalla più importante rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni. I tagli attuali potrebbero liberare risorse da reinvestire nell'AI, ma potrebbero anche indebolire le capacità innovative complessive dell'azienda.
Interessante notare che la chiusura della divisione automotive non dovrebbe avere impatti diretti su Mobileye, la società israeliana specializzata in tecnologie per auto a guida autonoma di cui Intel detiene la maggioranza. Questa separazione suggerisce che l'azienda mantiene interesse per il settore automotive, ma solo attraverso investimenti esterni piuttosto che sviluppo interno. La distinzione evidenzia come Intel stia cercando di concentrare le proprie competenze ingegneristiche sui mercati tradizionali, delegando l'innovazione in settori emergenti a partnership strategiche.