L’adozione dell’Euro 7 è ancora incerta: decisione rimandata a luglio

Inizialmente previsto per il 2021, il nuovo regolamento dedicato allo standard di emissioni Euro 7 arriverà forse verso luglio; nessuna novità per i costruttori.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Sono passati diversi giorni dall’ultimo grido d’allarme dell’ACEA riguardante il continuo slittamento sulle regole dei nuovi propulsori Euro 7; inizialmente previsti per la fine del 2021, i nuovi standard erano attesi per l’inizio di aprile ma ora, la Commissione Europea, ha già anticipato che la nuova data dove si discuterà delle regole sarà più verso luglio.

Mentre per noi automobilisti questo continuo temporeggiare si traduce in un “prendere tempo”, per chi le auto le costruisce rappresenta un problema non del tutto irrilevante. Lo standard Euro 7 dovrebbe entrare in vigore nel 2025 e questo significa che i produttori hanno poco meno di tre anni per uniformarsi e arrivare entro data con soluzioni valide, compatibili e uniformi.

Per giustificare il nuovo ritardo la Commissione Europea ha precisato che, per la prima volta nella sua storia, è al lavoro per regolamentare auto, furgoni e camion allo stesso tempo. Sviluppare nuovi propulsori richiede sia sforzi economici sia di tempo, qualora il calendario dovesse ridursi nuovamente i produttori potrebbero essere costretti a mettere da parte le soluzioni endotermiche e concentrarsi esclusivamente sull’elettrico. Alimentazione che però, come dichiarato da Cingolani stesso, potrebbe non entrare in vigore nel 2035, come invece annunciato in precedenza.

Nel frattempo, alcuni produttori, come BMW e Mercedes, hanno già annunciato lo stop allo sviluppo delle soluzioni endotermiche con l’intenzione di passare all’elettrico entro o a partire dal 2030. Una stretta che, come sappiamo in base a precedenti dichiarazioni, potrebbe portare alcune case ad abbandonare alcuni segmenti di mercato in quanto poco remunerativi (come il segmento A, quello delle city-car).

AGVES (Advisory Group on Vehicle Emission Standards) e Transport & Environment si sono dichiarate entrambe dispiaciute e preoccupate riguardo il futuro dell’industria automobilistica, con l’auspicio che la data del 5 aprile venga confermata.