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Le auto italiane sono vecchissime, il 25% ha più di 18 anni

Il parco auto italiano supera i 40 milioni di unità nel 2023. Tuttavia, l'età media delle auto è di oltre 12 anni, con una su quattro vecchia di almeno 18 anni.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 01/03/2024 alle 12:13
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Le auto italiane stanno invecchiando, con un'età media che nel 2023 era 12,5 anni - e probabilmente sarà ancora più alta nel 2024. Secondo UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri) quasi 23% del parco circolante ha più di 18 anni di anzianità e una motorizzazione Euro 4 o precedente. Non la migliore delle notizie per la riduzione delle emissioni. 

Le vetture più vecchie infatti tendono ad essere meno efficienti in termini di consumi di carburante e più inquinanti, con conseguenti impatti negativi sull'ambiente e sulla qualità dell'aria. Inoltre, un parco auto obsoleto può comportare maggiori rischi di sicurezza stradale, con veicoli meno sicuri e più soggetti a guasti meccanici.

La situazione dell'auto italiana è caratterizzata da una significativa presenza di veicoli alimentati a benzina e diesel, che costituiscono l'84,8% del totale. Le auto elettriche rappresentano ancora una piccola frazione del parco circolante, ma la crescita è molto sostenuta - nonostante incentivi sbagliati. Anche per il 2024, comunque, la maggior parte delle nuove auto saranno a benzina o ibride.

Deludono invece le attese per la decarbonizzazione: le auto elettriche pure nel 2023 guadagnano appena mezzo punto, fermandosi al 4,2% di quota (con 66.300 immatricolazioni) e le vetture plug-in cedono 0,7 punti, scendendo al 4,4%. Ne consegue un peggioramento dei dati sulle emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni, risalite nel 2023 a 119,5 g/Km dopo un trend in calo nei precedenti 4 anni, con una performance lontana dalla media dei 27 Paesi UE, pari a 110 g/Km.

L’Italia resta il paese dove le elettriche si diffondono più lentamente, tra i mercati principali. Una “clamorosa arretratezza” che secondo UNRAE non si deve a consumatori che non si possono permettere un’elettrica, “quanto piuttosto in incentivi mal congegnati e in una rete di ricarica ancora inadeguata”. 

Allo stesso tempo però lo stesso rapporto segnala che a comprare auto nuove sono sempre di più guidatori in età avanzata, da 55 anni in su. Da una parte, sono persone probabilmente meno inclini a comprare un’auto elettrica; e dall’altra forse è un segnale che le generazioni più giovani hanno davvero difficoltà economiche che impediscono loro di comprare un’auto nuova, elettrica o termica che sia. UNRAE forse ha liquidato l’argomento in modo un po’ sbrigativo. 

Il nuovo schema 2024 dovrebbe funzionare meglio recependo alcune richieste dell’UNRAE, come l’innalzamento dei bonus unitari e l’estensione con bonus interi a tutte le persone giuridiche. Resta tuttavia irrisolto il tema dei tetti di listino irrealistici e penalizzanti.

UNRAE rileva che per la diffusione delle elettriche è fondamentale anche un’infrastruttura di ricarica pubblica. Il nostro Paese ha fatto passo avanti da questo punto di vista, ma siamo ancora indietro rispetto agli altri paesi europei. Senza contare poi la quantità di colonnine che non funzionano, o quelle occupate come parcheggi a sbafo da auto termiche o da elettriche che hanno finito la ricarica. 

Immagine di copertina: milla74

Fonte dell'articolo: www.unrae.it

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