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La prima Lamborghini elettrica non sarà una supercar

La prima Lamborghini è ormai in incubazione e arriverà entro il 2030: ma in quale segmento si inserirà e quali saranno le sue caratteristiche?

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Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Pubblicato il 01/08/2022 alle 13:56 - Aggiornato il 01/09/2022 alle 11:47
La transizione elettrica ha obbligato quasi tutti i costruttori a rivedere i propri piani di sviluppo prevedendo, nel medio o lungo periodo, una progressiva conversione della gamma di veicoli. Lamborghini, come Ferrari, lo scorso anno ha condiviso la propria roadmap che può contare su un investimento di 1,5 miliardi di euro in quattro anni; il più grande investimento del marchio italiano di sempre.
 

In attesa della prima elettrica della casa di Sant'Agata Bolognese arriverà un modello ibrido atteso per il 2023 ed entro il 2024 tutta la gamma avrà una sorta di elettrificazione. A quel punto, tutto sarà pronto e instradato per la Lamborghini elettrica. Per Winkelmann, il numero uno del marchio, come annunciato in alcune precedenti interviste, i tempi sarebbero maturi per la svolta elettrica del brand. Di quei 1,5 miliardi di euro, la maggior parte saranno destinati per convertire Huracan e Aventador, senza tralasciare naturalmente l’evoluzione di Urus.  

In ogni caso, al momento non è chiaro che fine faranno i V10 e V12 di Lamborghini, non si escludere che possano rimanere in circolazione se opportunamente abbinati alla benzina sintetica, quel carburante speciale conosciuto con il nome di e-fuel capace di abbattere la CO2 e rientrare così nei futuri limiti. 

L’idea di commercializzare un’auto elettrica rappresenta per il marchio un’importante svolta, al pari di quando nel 2018 decise di presentare il SUV Urus. Nonostante la vettura era ed è fuori dal “classico perimetro di supersportive”, è riuscita a farsi apprezzare e affermarsi in qualità di SUV ad alte prestazioni. Urus ha portato Lamborghini in una posizione eccezionale consentendole di registrare numeri da record a livello di fatturato, situazione che potrebbe presto ripetersi con la prima elettrica. Ma come sarà questo misterioso modello? 

Lamborghini elettrica: tutto quello che sappiamo 

Per un’azienda come Lamborghini, l’elettrificazione rappresenta un cambio di passo radicale che potrebbe sconvolgere il concetto di supercar; la sfida degli ingegneri è dunque quella di realizzare soluzioni capaci di soddisfare ugualmente i propri clienti mantenendo invariato il DNA della società. Il team di esperti dovrà pertanto trovare il giusto equilibrio tra efficienza, prestazioni e design.  

La full elettrica, come accennato da Winkelmann stesso, sarà molto probabilmente una 2+2, o quattro posti, di classe granturismo. Nonostante le forme “anomale”, il DNA resterà invariato e in grado di far entusiasmare tutti i clienti.  

lamborghini-grantursimo-161972.jpg

Chi conosce la storia di Lamborghini e ha visitato il museo di Sant’Agata Bolognese si ricorderà sicuramente dei prototipi Estoque e Asterion, due granturismo a quattro posti. Mentre l’Estoque (2008) era largamente ispirata alle linee futuristiche e squadrate della Reventon con un posteriore del tutto inedito, l’Asterion (2011) seguiva gli stilemi classici e comuni alle vetture odierne del marchio. Quest’ultima, inoltre, era una vera e propria GT ibrida equipaggiata di un motore V10 plug-in (PHEV) da 5,2 litri di cilindrata e 610 cavalli. La potenza dei propulsori elettrici era di 300 cavalli e necessaria per muovere le ruote posizionate sull’asse anteriore; in questa configurazione, Asterion era a tutti gli effetti una trazione integrale in grado di bruciare lo 0-100 in 3 secondi netti. 

Insomma, le granturismo son nel mirino di Lamborghini già da diverso tempo e collocherebbe il marchio in un segmento di mercato quasi inesplorato. Lamborghini potrebbe ri-tentare la strategia vincente di Urus e trovare una clientela ancora sconosciuta. 

Poche le informazioni riguardanti la piattaforma; come riportato in precedenza in rete, Lamborghini era inizialmente interessata ad utilizzare la piattaforma DPI di Audi/Porsche specifica per i veicoli elettrici, tuttavia le tempistiche suggeriscono che la prima vettura potrebbe utilizzare l’architettura SSP che combina elementi delle piattaforme PPE e MEB. 

Lamborghini Revuelto: sarà davvero una 2+2?

Sebbene le indiscrezioni in merito siano molte e sembrino puntare tutta in un'unica direzione, di recente Autocar ha precisato come in verità potrebbe trattarsi di una soluzione inusuale: un crossover da quattro posti dotato, però, di solo due porte come le Bentley sviluppate su piattaforma Artemis.

lamborghini-grantursimo-161971.jpg

Lamborghini Revuelto: sarà lei la prima elettrica? 

Lo scorso 25 maggio sono apparse le prime informazioni riguardanti Revuelto, grazie al deposito di una proprietà intellettuale presso gli uffici della European Union Intellectual Property Office. A giudicare dalle indiscrezioni emerse in seguito al brevetto, pare che sarà una granturismo 2+2 rialzata quindi una sorta di vettura inedita sia per il marchio sia per il mercato delle vetture sportive. Nonostante la carrozzeria e la tecnologia di bordo, sarà una soluzione leggera improntata una nuova struttura in fibra di carbonio. Non è un caso se Lamborghini prevede di investire una buona fetta del suo piano da 1,5 miliardi di euro dall’elettrificazione fino alla creazione di nuovi telai.

La vettura dovrebbe sfruttare la piattaforma del Gruppo Volkswagen che sarà impiegata su Audi A6 e-tron e Porsche Macan EV, mentre per il powertrain è lecito attendere numeri superiori dei già incoraggianti condivisi da Audi. Per chi non ne fosse a conoscenza, A6 e-tron beneficerà di un sistema propulsivo da 470 cavalli e 800 Nm, con una batteria da 100 kWh.  Solo successivamente giungerà sul mercato un Urus a batteria in quanto, secondo il CEO, solo queste tipologie di veicoli sono attualmente trasformabili in soluzioni elettriche; per le supercar è necessario ancora un salto tecnologico e pertanto, Huracan e Aventador, diventeranno nel frattempo solo ibride.

Per Lamborghini si tratterà di un passaggio fondamentale per conservare l’esperienza di guida dei modelli del Toro e renderli, come quelli attuali, delle vere e proprie navi spaziali.

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