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Prova, Land Rover Discovery Sport P300e: la plug-in per il fuoristrada

Land Rover con Discovery Sport introduce una vettura, disponibile anche con motorizzazione ibrida, che si pone come anello di congiunzione tra Evoque e Discovery.

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Avatar di Federico Vecchio

a cura di Federico Vecchio

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 05/11/2021 alle 13:00
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Land Rover ha introdotto nel 2020 le versioni plug-In di alcuni modelli tra cui Discovery Sport oggetto di questa prova che, in occasione dell'aggiornamento al propulsore, ha beneficiato di una serie di migliorie anche estetiche. Ad esempio, grazie al restyling, l
a vettura inglese ora integra gruppi ottici e paraurti rivisti, sia all’anteriore che al posteriore, che la differenziano immediatamente dal modello che va a sostituire. Le dimensioni totali la posizionano come anello di congiunzione tra Evoque e Discovery, colmando un vuoto nell’offerta evidentemente richiesto dai clienti del marchio inglese.
Gli interni dell’auto riprendono le ultime novità in casa Land Rover, aggiungendo uno schermo touch da 10,25”, il nuovo volante come già visto su Evoque e la leva per il controllo del cambio che va a liberare anche spazio nella zona del tunnel centrale. L’abitacolo risulta spazioso e ben rifinito, l’insonorizzazione è sempre stato uno dei simboli di Land Rover e, a questo proposito, Discovery Sport non delude regalando un comfort in marcia di elevato livello. La sorpresa la si ha nei sedili posteriori, lo spazio per le gambe è infatti decisamente abbondante e permette di far sedere tre persone comodamente; il bagagliaio è generoso partendo da oltre 900 litri in configurazione a 5 posti ed arrivando fino a 1.574 litri in configurazione a due posti.

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Quello che contraddistingue Land Rover Discovery Sport rispetto ad altri SUV comparabili è l’elevata capacità in fuoristrada, questa vettura è infatti capace di avventurarsi in terreni con pendenze proibitive grazie agli angoli di attacco, di dosso e di uscita di 25°, 26 e 32°; inoltre, l’altezza dal suolo di 21cm - con sospensioni fisse e non pneumatiche come il fratello maggiore Discovery - le permette di avere ampio spazio per le manovre difficoltose.La presenza di numerose telecamere a bordo, inoltre, aiutano in ogni situazione anche se avremmo preferito un posizionamento diverso per quella posteriore e quelle laterali, a volte poco chiare rispetto all’ingombro anche se la risoluzione è altissima; fortunatamente i sensori di parcheggio sono i più precisi che abbiamo mai potuto provare fino ad ora, arrivando al suono fisso solo quando realmente attaccati all’ostacolo e questo concede manovre millimetriche. Discovery Sport è anche dotata - come la sorella più grande - di un sensore per il rilevamento dei guadi, la vettura è infatti capace di essere sommersa fino a 60 cm senza alcun problema.

Il tratto caratteristico del DNA Land Rover è la capacità di avventurarsi in fuoristrada senza dover scendere a compromessi; per questo la casa inglese ha equipaggiato questa vettura con il Terrain Response 2 System, un selettore che permette di cambiare le impostazioni dell’auto in maniera totalmente automatica semplicemente selezionando il tipo di terreno che si andrà ad affrontare in modo da doversi solo preoccupare di guidare e lasciare all’auto stessa l’aspetto tecnico.

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La versione da noi provata è la P300e ovvero una plug-in hybrid con motore 1.5 4 cilindri da 200 cv e 280 Nm di coppia che alimenta le ruote anteriori ed un motore elettrico posteriore da 109 cv e 260 Nm di coppia, il tutto quindi rende la trazione integrale 4x4 e permette un totale di 309 cv e 540 Nm di coppia; la vettura è controllata da una trasmissione automatica ad 8 rapporti, più leggera di quella a 9 rapporti impiegata su altre vetture.La motorizzazione plug-in si rivela interessante su una vettura di questo tipo, lasciando in modalità hybrid il sistema alterna intelligentemente tra motore elettrico e motore termico in base alla situazione, è poi possibile selezionare la sola modalità EV per sfruttare al 100% il motore elettrico senza mai accendere il termico; la presenza di una terza modalità, però, rende il tutto decisamente più fruibile nell’uso quotidiano. Si tratta della modalità SAVE che permette di escludere l’utilizzo del motore elettrico ed utilizzare solo il motore termico, questo consente di gestire in totale autonomia il consumo della batteria e preservarla per un futuro utilizzo. Nel nostro utilizzo abbiamo preferito infatti gestire manualmente l’utilizzo dei motori, prediligendo la modalità hybrid o EV nei percorsi cittadini ed utilizzando la modalità SAVE nella tratta autostradale per preservare energia.

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Con una carica completa, infatti, è possibile percorrere circa 60 km e la possibilità di conservarli per un utilizzo cittadino ci sembra decisamente interessante; c’è da dire però che, così facendo, si va a consumare in maniera più marcata il carburante. Considerata la stazza e il motore endotermico contenuto non sorprende quindi vedere consumi davvero elevati anche e nell'ordine dei 10 km/l. Quello che ci ha stupito su Discovery Sport è la presenza totalmente inaspettata di una presa di ricarica CCS2 Combo al posto della classica Type 2, trovata sulla maggior parte delle vetture plug-in.

Se da un lato riteniamo opportuna la presenza di prese di ricarica sempre più veloci ed efficienti, dall'altra ci domandiamo se questa scelta non possa in qualche modo invogliare gli automobilisti ad occupare (anche erroneamente) gli stalli dedicati alle vetture puramente elettriche che necessitano della carica per potersi muovere. Sia chiaro però non ne facciamo una colpa a Land Rover, semplicemente temiamo che alcuni automobilisti indisciplinati possano "approfittarsene" senza una reale motivazione considerata anche l'autonomia ridotta in elettrico. Ricordiamo a questo proposito che la ricarica su Discovery Sport è di 32 kW solo fino a circa il 50% della batteria, superata questa soglia l'assorbimento scende a 18 kW.

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Superata questa riflessione, riteniamo Discovery Sport una vettura completa e valida anche se la mancanza di equipaggiamenti nella dotazione standard ormai essenziali su un auto di questo calibro come Cruise Control Adattivo (Optional), Centraggio di corsia (Optional), sedili riscaldabili (Optional) fanno lievitare il prezzo finale per una configurazione adeguata. La vettura da noi testata è dotata di alcuni optional interessanti come il pack Style da 20” (2365,00 €) , il portellone automatico (546,00 €), i vetri oscurati al posteriore (449,00 €), i fendinebbia anteriori (219,00 €) e, infine, il caricatore wireless per il telefono (359,00 €). Il prezzo totale della versione analizzata è di 61407,00 €.

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