Samana 59, il primo yacht a vela Fountaine Pajot alimentato a idrogeno

Fountaine Pajot sarà il primo cantiere navale a integrare l’idrogeno sugli yacht: atteso per il 2022 il primo Samana 59 dotato di tecnologia EODev.

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a cura di Valentina Acri

Il trasporto marittimo è una delle principali fonti di inquinamento a livello mondiale. L'energia pulita sta però diventando sempre più comune tra i produttori di grandi navi e yacht, tanto che la stessa società italiana Fincantieri ha deciso di accelerazione su questo fronte con un decisivo cambio di passo e con il conseguente obiettivo di ottimizzazione della performance energetica delle nuove navi in costruzione, attraverso l’utilizzo di combustibili green. Oggi parliamo invece di Fountaine Pajot, grande società francese di costruzioni marittime fondata nel 1976 come risultato della ricerca di prestazioni sportive da parte di Jean-François Fountaine, Yves Pajot e Daniel Givon. Lo stesso cantiere Fountaine Pajot, che ha lanciato il suo primo catamarano da crociera nel 1983 e ha iniziato l' avventura degli yacht a motore nel 1998, sarà il primo cantiere navale a integrare l’idrogeno come soluzione energetica green alternativa sui suoi catamarani e yacht.

Le questioni ambientali sono al centro della comunicazione del gruppo. Fountaine-Pajot vuole diventare il leader dello sviluppo sostenibile nel nostro settore. Per raggiungere questo obiettivo, vogliamo diventare una piattaforma di innovazione che riunisca un' ecosistema di soluzioni e aziende indipendenti per costruire una visione comune.

L'obiettivo? Migliorare l'autonomia senza ridurre le prestazioni. Non a caso, la società francese ha selezionato, come parte del piano Odyssea 2024, il generatore di idrogeno di EODev (REXH2) per alimentare il suo multiscafo a vela Samana 59.

Abbiamo acquisito la nostra posizione di riferimento internazionale grazie alla nostra costante voglia di innovazione e rinnovamento. Le nostre gamme di catamarani a vela e yacht a motore sono progettate, concepite e aggiornate per soddisfare le esigenze dei clienti appassionati di vela, comfort e libertà. La scelta della tecnologia di EODev è l'illustrazione del nostro desiderio di riunire esperti in soluzioni a beneficio di tutti e di dare sostanza alla nostra ambizione di raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2050, sia per la produzione di barche che per il loro utilizzo, ha commentato Romain Motteau, CEO di Fountaine Pajot.

Secondo quanto dichiarato, il REXH2 sarà in grado di fornire fino a 70kW e caricare una batteria LiFePO (Litio-ferro-fosfato) da 44kWh. Più nel dettaglio, il sistema sarà composto da una batteria, un sistema di raffreddamento, un quadro di distribuzione, una linea di alimentazione dell’idrogeno e un serbatoio con capacità di 7,5 chilogrammi di idrogeno. A caratterizzare la nuova tecnologia sarà inoltre un apposito sistema automatizzato di gestione della potenza in grado di calcolare l’autonomia rimanente.

Lo stesso produttore ha successivamente ribadito che il generatore di idrogeno funzionerà meglio di un sistema completamente elettrico sia, grazie al suo design modulare che può essere migliorato a seconda delle necessità di ogni imbarcazione, che al suo sistema completamente automatizzato che ottimizzerà al contempo la risposta alle esigenze energetiche. Tuttavia, l’assenza di parti movibili nel sistema plug-and-play renderà la cella di facile manutenzione.

Secondo quanto dichiarato dalla società, dovremo però attendere l’inizio del 2022 per il primo Samana 59 dotato della nuova tecnologia EODev. 

Siamo orgogliosi e felici di essere tra i pionieri e non vediamo l'ora di compiere ulteriori passi avanti nell'implementazione di soluzioni green nel settore, ha aggiunto il CEO di Fountaine Pajot.