Scatola nera sulle auto, tutto ciò che dobbiamo sapere

Abbiamo chiesto a un produttore italiano (KFT) di spiegarci cosa è una scatola nera (o black box), come funziona, le implicazioni sulla privacy e la sicurezza.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Cos'è esattamente una scatola nera (black box)? Tom's Hardware l'ha domandato a Giuseppe Meroni, presidente e fondatore della KFT Spa, un'azienda comense leader nel settore e sicuramente all'avanguardia considerato che è stata la prima in Europa a fornire sistemi di localizzazione satellitare automotive a partire dal 1991.

"La black box è un piccolo dispositivo cha ha un volume come un pacchetto di sigarette che serve a raccogliere dati e trasmetterli", spiega Meroni. "Nasconde al suo interno diversi componenti tra cui cinque componenti chiave: modulo GPS, modulo GSM, connessione CAN-bus, piattaforma accelerometrica e il bus wireless". Ovviamente l'accelerometro pur condividendo la rilevazione su tre assi come gli analoghi per smartphone è molto più sensibile e accurato.

Scatol anera black box

Scatola nera

La scatola nera, che il Governo vorrebbe rendere obbligatoria a partire dal 2018, è un dispositivo che nasce a scopi assicurativi. Già oggi viene fornito da diverse assicurazioni per ridurre i prezzi delle polizze e disporre di dati precisi in caso di incidente. KFT collabora con Allianz Swiss, ITB (UK), Pacifico (perù), Dolphin (A), etc.

sede KF
La KFT di Merone (CO)

Anche alcune case automobilistiche procedono con la sua installazione e il collegamento al CAN-bus - la rete digitale interna delle auto - per  raccogliere ulteriori dati come ad esempio quelli del motore o la dinamica su strada. La lista comprende anche società di leasing (Iveco), sicurezza (Axitea/Sicurglobal), logistica (DHL, Bartolini), antifurti (Laser Line), enti istituzionali (Min. Interni per indagini) e trasporto pubblico.

"In alcuni casi può essere impiegata anche come antifurto, ma ha bisogno di ulteriori elementi accessori, perché bisogna ricordare che non nasce per questo scopo", ricorda il presidente di KFT. "La versione che vendiamo a BMW Russia in collaborazione con l'assicurazione Ingosstrakh ne è dotata perché soprattutto nelle linee di fascia alta il problema dei furti è molto sentito".

KFT Spa si rivolge direttamente ad assicurazioni e produttori, anche se in molti casi in modalità aftermarket. Vanta clienti in Sud America, Europa e Russia, ma non si rivolge direttamente ai consumatori finali. Un ipotetico prezzo di listino per il pubblico comunque sarebbe di 200/300 euro, analogamente ai localizzatori tradizionali.

"In Italia abbiamo storicamente grandi difficoltà, perché il mercato è condizionato da 'relazioni' che esulano da prezzi e qualità dei prodotti", sottolinea Meroni. "In ogni caso abbiamo rapporti con tutte le case automobilistiche estere e molte assicurazioni straniere".

Il timore sui consumi

Molti automobilisti hanno timore che la scatola nera possa prosciugare le batterie, ma Meroni ha assicurato che è difficile considerati i reali consumi. "Durante la fase operativa l'auto è in funzione ed i consumi, che possono essere molto variabili, non incidono sulla batteria. Quando l'auto è spenta il sistema va in sleep-mode e si arriva a poche decine di microamper", assicura Meroni. "Da ricordare che appena l'auto si muove il sistema si risveglia, inizia la raccolta dati ma la loro spedizione via GPRS è cadenzata in relazione alle esigenze del committente".

canbus

CAN-bus

In pratica si tratta di un dispositivo a bassissimo consumo che non provoca effetti collaterali se correttamente installato. Un professionista può impiegare 5 minuti a montarlo, mentre un neofita non più di 15 minuti. Il posizionamento avviene per comodità sulle batterie delle auto, ma a volte si preferisce un longherone del cofano motore. L'unica discriminante è che si tratti di un elemento fisso, il meno possibile soggetto a vibrazioni, anche se la piattaforma sensoristica è comunque settata per ridurre gli elementi di disturbo.

Trasmissione dati, privacy e sicurezza

A seconda dei paesi e delle esigenze dei committenti, KFT Spa stabilisce l'operatore mobile a cui affidarsi e la cadenza di invio dei pacchetti dati (row) alla base centrale. Il flusso è cifrato sia in entrata che in uscita.

Dopodiché bisogna sottolineare che i "dati grezzi" vengono impiegati per costruire Big Data che le assicurazioni possono interrogare per estrapolare elementi statistici che concorrono alla profilazione tariffaria. "Non bisogna pensare che l'assicurazione analizzi esattamente ogni dato e spostamento del signor Rossi, poiché le norme per la privacy non lo consentono. E la legge italiana in tal senso è molto rigida", puntualizza il fondatore dell'azienda comense.

"Accedono invece a macro-dati come ad esempio il numero di volte che si sono superati i limiti sulle strade, il chilometraggio medio, l'eventuale preponderanza di guida notturna". Ottengono di fatto una fotografia comportamentale che non entra nei dettagli. Diversa invece la situazione in caso di incidente. "L'automobilista stesso in sede di adesione alla polizza acconsente all'uso di tutti i dati raccolti a disposizione per favorire l'assicurazione nel riscontro dei fatti. Ma solo ed esclusivamente in relazione a quel singolo momento".

In sintesi le assicurazioni costruiscono dei profili di cliente e in base a questi riescono a personalizzare le offerte. In caso di incidente possono stabilire con grande precisione il comportamento del mezzo e quindi di conseguenza del conducente.

Il futuro della scatola nera

"Se la tecnologia non presenterà elementi di novità rivoluzionari credo che non cambieranno molto", ha conclude Meroni. "Certamente assisteremo alla transizione verso la 4G e in futuro 5G, ma in sostanza credo che l'unico elemento di novità sarà legato alle registrazioni video. La tecnologia per consentire la ripresa esiste già, ci vogliono solo telecamere installate".

Per il supporto e-call è già tutto pronto, si tratta solo di includere il supporto fonia.

Giuseppe Meroni non si sofferma più di tanto su 5G e internet-of-things, probabilmente perché se ne parlerà dal 2020 o perché non vuol svelare strategie future. Nel 1989 ebbe la felice intuizione di bussare a Magellan in California per acquistare i primi localizzatori satellitari - grandi come una scatola di scarpe. A distanza di 18 anni li ha trasformati in scatoline tascabili. Difficile che ci sveli quel che ci attende.