Stop alla vendita delle auto endotermiche: la filiera automotive è contraria

ANFIA reagisce duramente allo stop alla vendita delle auto endotermiche in Italia, annunciato per il 2035, evidenziando i rischi per la filiera

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a cura di Davide Raia

Il possibile stop alla vendita delle auto endotermiche in Italia continua a far discutere. Stando a quanto rivelato dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE), l'obiettivo è vietare la vendita di auto endotermiche in Italia a partire dal 2035, accelerando notevolmente i tempi per la transizione completa all'auto elettrica. L'annuncio, come prevedibile, ha suscitato immediate reazioni da parte dell'intero settore automotive italiano.

È il caso, ad esempio, della netta presa di posizione di ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) che sottolinea come la nota diffusa dal CITE abbia "sorpreso e messo in serio allarme le aziende della filiera produttiva automotive italiana". Tale nota, sottolinea ANFIA, va contro le posizioni espresse da diversi esponenti del Governo, creando non poca incertezza per il settore.

ANFIA sottolinea anche il possibile impatto sui livelli occupazionali nella filiera automotive nel caso del passaggio all'elettrico. Entro il 2040, infatti, il sistema economico italiano rischia di registrare una perdita di 73 mila posti di lavoro. La maggior parte di questi (circa 67 mila) potrebbero essere persi in pochi anni e, in particolare, nel periodo compreso tra il 2025 ed il 2030.

Le nuove professionalità legate al processo di elettrificazioni non saranno sufficienti a compensare la perdita di posti di lavoro. Per il futuro della filiera automotive, accelerare il passaggio all'elettrico e anticipare lo stop alle vendite delle auto endotermiche potrebbe, quindi, causare non pochi problemi. ANFIA, in chiusura, si auspica un ripensamento o un chiarimento da parte del CITE. Secondo l'associazione, il Governo è ora chiamato a dare certezze alla filiera in vista dei prossimi anni.