Adriano, molto più di un hub per smarthome

Mirko Bretto, uno dei fondatori, ci racconta la nascita dell'hub che restituisce nuova vita agli smartphone e tablet chiusi nel cassetto

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a cura di Antonino Caffo

Domethics è una startup non di primissimo pelo, che da anni sviluppa soluzioni avanzate di tecnologia, seppur di utilizzo ad ampio raggio. Nel 2021, il gruppo è diventato una PMI innovativa, come ci spiega Mirko Bretto, co-founder di Domethics insieme a Samuele Rocca: «Quest'anno chiudiamo un ciclo cominciato nel 2020, quando la CES di Las Vegas avevamo presentato il prototipo di Adriano. Ora siamo arrivati al prodotto finito, che si chiama ancora Adriano, un omaggio all'imprenditore Olivetti».

Al di là dello sviluppo della tecnologia, l'idea di Adriano è quella di avere una ricaduta positiva nell'utilizzo della tecnologia per tutti, senza grosse complicazioni tecniche. «Adriano è un hardware pensato per trasformare smartphone, tablet e smart TV in hub per la domotica. Il nostro team lavora in ambito IoT da una decina di anni e alla fine di una precedente avventura, nel 2017 una parte della squadra ha deciso di intraprendere un nuovo percorso, scaturito poi in Domethics».

Nonostante la tecnologia sia imprescindibile per la quotidianità, secondo la startup esistono dei retaggi, anche culturali, che ne limitano alcune applicazioni. Tra queste può esservi proprio la domotica. Secondo Bretto, solo in Europa ci sono 700 milioni di dispositivi inutilizzati, messi da parte per motivi di marketing oppure perché non più abili a scaricare videogiochi recenti. «Parliamo di hardware ancora valido, che diventa un rifiuto tecnologico quando invece potrebbe ancora servire per dell'altro. Lo scopo di Adriano è quindi dare a questi device i "super poteri", così da farli diventare gateway di tutto rispetto».

Come funziona Adriano

Adriano fornisce diversi vantaggi allo scenario della tecnologia di consumo. Associando via Bluetooth lo smartphone ad Adriano, abbiamo un hub per la smart home molto utile. Prima di tutto, la fotocamera viene condivisa per far da webcam in diretta. Poi, il sensore di movimento a infrarossi di Adriano può rilevare spostamenti potenzialmente di intrusi in casa per attivare la videocamera, e inviare notifiche al proprio telefono. Sotto lo sportellino, l'hub ha due batterie di backup, in grado di farlo funzionare per diverse ore, anche in assenza di elettricità. Tramite il Wi-Fi o la rete domestica dello smartphone, si ha un doppio canale di comunicazione che lo rende sempre operativo.

Sotto la plancia, Adriano ha un sensore ToF, time of flight, per consentire agli utenti meno esperti di interagire con l'hub in maniera più semplice, ad esempio per assistenza remota online o video visite, senza dover eseguire operazioni complesse. Inoltre, il dispositivo supporta ZigBee e altre tipologie di protocolli wireless, per gestire anche accessori di healthcare, come misuratori di pressione, così da ampliare gli scenari di utilizzo dell'hub. Che a questo punto è molto più di un semplice hub.

Crescita esponenziale

«Stiamo scalando abbastanza in fretta e fatichiamo a trovare sviluppatori» ci dice il co-founder. Abbiamo bisogno di accelerare, anche in base alle richieste che stiamo avendo dalle aziende più strutturate. Cerchiamo allora sviluppatori, in tutti i ruoli, andando oltre la collaborazione con liberi professionisti e sister company».

La parte hardware di Adriano è completa. Prima della mass production, a Domethics non resta che finalizzare alcuni aspetti. Peraltro, tutto il processo che va dall'ingegnerizzazione alla produzione del device avviene in Italia. «Dal punto di vista software, siamo all'80% di realizzazione di una mobile app. Andremo poi di mass market entro la seconda metà del 2022, sebbene potremmo anche ridurre i tempi. Il target a cui puntiamo è variegato. Adriano è indicato sia per le attività b2b che il b2c».

Domethics ha, per questo, avviato una campagna su Kickstarter con cui costruire una community di utenti, che facciano anche da beta tester. «A noi serve un riferimento del genere perché rappresenta per noi un banco di prova essenziale di miglioramento e ottimizzazione ulteriori».

Un aspetto peculiare di Adriano, come sottolinea Bretto, è la particolarità di potersi aprire ad altri protocolli, grazie ad una porta libero sul fondo che è dedicata proprio a tale scopo. «Ciò ci permette di mantenere la più ampia compatibilità con il mercato attuale e futuro. Abbiamo pensato ad un prodotto che riduca l'obsolescenza dei prodotti tecnologi e ridurre gli sprechi. Abbracciare la personalizzazione aiuterà ulteriormente a raggiungere tale obiettivo».

In calce a tutto, Domethics ha implementato in Adriano un security element, una porzione hardware che cripta le informazioni. Tutti i dati che entrano ed escono sono dunque crittografati, tramite una chiave depositata sull'hub. In questo modo, qualora qualcuno riesca a "sniffare" i pacchetti, non riuscirebbe a leggere nulla, perché sprovvisto della key di apertura.

In conclusione, uno slancio importante per Domethics è stato quello della presenza al Ces 2020, come parte della cordata delle startup italiane a Los Angeles. «Presentare il prototipo ci ha permesso di validare il modello dinanzi ad un pubblico importante. Inoltre, far parte della rete di Made.in.IT ha dato all'azienda una credibilità che difficilmente avrebbe raggiunto in altro modo».