Mentre gli spettatori sono rapiti dalle evoluzioni aeree degli acrobati, dietro le quinte del Cirque du Soleil si svolge uno spettacolo molto meno poetico ma altrettanto cruciale: la gestione di una macchina amministrativa colossale. Con 4.000 dipendenti e una rete di fornitori sparsi in 80 paesi, il gruppo dell'intrattenimento deve processare oltre 70.000 fatture all'anno. Una mole di lavoro che, fino a poco tempo fa, ingolfava gli uffici con un problema banale quanto paralizzante: il 40% delle email in arrivo erano semplici richieste di stato avanzamento pagamenti ("Dov'è la mia fattura?").
La risposta a questo collo di bottiglia non è arrivata assumendo più contabili, ma delegando il compito a un'intelligenza artificiale. L'azienda ha implementato un assistente digitale capace di leggere, interpretare e rispondere alle email in autonomia. Il sistema non si limita a scansionare numeri: analizza il testo in diverse lingue, estrae i dati necessari e, aspetto interessante, valuta il "sentiment" del messaggio per capire se il fornitore è tranquillo o furioso, dando priorità alle situazioni critiche. Il risultato è pragmatico: il tempo di risposta è crollato da 30 minuti a circa due minuti.
Questa mossa evidenzia una tendenza che avevamo già analizzato osservando come l'IA stia ridisegnando i processi aziendali: la tecnologia smette di essere un prodotto da vetrina per diventare infrastruttura invisibile. Nel caso del Cirque, la piattaforma tecnologica (fornita dalla tedesca SAP) funge da "traduttore" universale tra le esigenze caotiche di un tour mondiale e la rigidità necessaria dei bilanci.
Philippe Lalumière, VP IT del gruppo, ha descritto la precedente ricerca manuale come "davvero travolgente". L'automazione qui non serve a stupire, ma a sopravvivere alla complessità logistica. È un esempio da manuale di come l'efficienza operativa, spesso trascurata a favore del front-end creativo, sia il vero motore che permette allo show di continuare. Secondo recenti stime di Forbes, l'implementazione dell'IA nei processi di back-office come la contabilità è destinata a diventare lo standard per le multinazionali che vogliono mantenere agilità operativa.
L'adozione di sistemi capaci di "rilevare urgenza, sentiment e persino le cause alla base dei ritardi" suggerisce che stiamo demandando alle macchine una parte della sensibilità relazionale. Se un algoritmo può gestire un fornitore arrabbiato meglio di un umano stressato, si aprono scenari interessanti sulla gestione dei rapporti B2B nell'era dell'automazione.
Automatizzando la routine, il personale può dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto. È la promessa ricorrente dell'IA: togliere il robot dall'umano. Ma c'è un rovescio della medaglia. Mentre rapporti di settore come quelli di Reuters confermano che l'IA riduce gli errori umani nei processi ripetitivi, resta da vedere se l'efficienza algoritmica possa sostenere nel lungo termine la fiducia che si costruisce con le interazioni personali.
In definitiva, l'innovazione del Cirque du Soleil ci ricorda che la trasformazione digitale non riguarda solo le aziende tech, ma chiunque abbia una complessità da gestire. Che si tratti di un acrobata sul trapezio o di una fattura da saldare a Singapore, l'obiettivo è lo stesso: non cadere. L'IA, in questo caso, è la rete di protezione.
Resta una domanda aperta per i manager: se l'IA diventa l'interfaccia primaria verso i partner commerciali, come ci assicuriamo che la "voce" dell'azienda non diventi, alla lunga, troppo sintetica? L'efficienza è un KPI misurabile, l'empatia aziendale è molto più sfuggente.