La storia dell'informatica è costellata di progetti ambiziosi che hanno preso strade diverse da quelle poi diventate mainstream, ma che continuano a vivere come laboratori di ricerca e sperimentazione. Tra questi c'è GNU Hurd, il sistema operativo che il progetto GNU stava sviluppando prima che Linux esistesse, e che oggi ha appena rilasciato una nuova versione significativa. Debian GNU/Hurd 2025 rappresenta un traguardo importante per questo sistema sperimentale, offrendo per la prima volta il supporto completo per architetture x86-64 e la capacità di eseguire circa il 72% dei pacchetti dell'archivio Debian.
Un sistema operativo che non è Linux né BSD
Per comprendere l'importanza di questo rilascio bisogna chiarire innanzitutto cosa sia realmente Hurd. Come avverte esplicitamente il file di documentazione YES_REALLY_README del progetto, "GNU/Hurd non è Linux". Si tratta di un sistema operativo basato su microkernel Mach, progettato secondo principi architetturali radicalmente diversi dai sistemi monolitici come Linux o dai kernel ibridi come quello di macOS.
L'approccio microkernel prevede che la maggior parte delle funzionalità del sistema operativo vengano eseguite in userspace, come normali applicazioni, anziché in modalità supervisore privilegiata del processore. Questo significa migliaia di piccoli moduli di codice separati che devono comunicare tra loro, scambiando milioni di messaggi al secondo per coordinare le proprie attività.
La strada non presa dal progetto GNU
La genesi di Hurd risale al maggio 1991, quando la Free Software Foundation annunciò di voler costruire "un sistema operativo GNU basato sul microkernel Mach 3.0". Era lo stesso periodo in cui Linus Torvalds iniziava a lavorare in segreto al suo "piccolo progetto hobbistico" - mesi prima del famoso annuncio su Usenet dell'agosto 1991 in cui presentava Linux come qualcosa che "non sarà grande e professionale come GNU".
Il progetto GNU aveva seriamente considerato l'adozione del kernel BSD da 4.4-BSD Lite, una scelta che avrebbe potuto cambiare completamente la storia dell'informatica. Se fosse nata GNU/BSD, un sistema operativo GNU completo e funzionante sarebbe apparso prima che Torvalds iniziasse il suo lavoro. Ma GNU scelse invece la strada più ambiziosa e tecnicamente elegante del microkernel.
Perché i microkernel persero la battaglia
Tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, i microkernel rappresentavano l'avanguardia della ricerca sui sistemi operativi. Il dibattito raggiunse l'apice nel 1992 con la famosa controversia tra il giovane Linus Torvalds e Andy Tanenbaum, che dichiarò "Linux è obsoleto". Tanenbaum sosteneva che i microkernel fossero superiori dal punto di vista teorico: più puliti, eleganti, affidabili e modulari.
Linux prevalse con un design semplice e pragmatico: un kernel monolitico tradizionale anni '70, essenzialmente un gigantesco programma C con migliaia di sottocomponenti opzionali. Il volume di comunicazioni richiesto dai microkernel creava infatti un significativo overhead prestazionale, rendendo l'opzione più semplice anche quella più performante.
I progressi di Hurd nel 2025
Il nuovo rilascio segna progressi sostanziali per il progetto. Lo sviluppatore Samuel Thibault ha annunciato che la versione 2025 include finalmente un'edizione x86-64 funzionante, grazie ai driver NetBSD integrati attraverso un layer Rump. Questo permette l'utilizzo di dischi USB e lettori CD, funzionalità che fino ad ora erano limitate.
Hurd dispone ora di un port del linguaggio Rust e di un supporto SMP "abbastanza funzionante". Il sistema può eseguire circa il 72% dell'archivio Debian, con prospettive di ulteriore crescita. Si tratta del primo aggiornamento significativo dal giugno 2024, segno che lo sviluppo sta accelerando.
Un laboratorio per il futuro
Come Plan 9 e il suo fork 9front, Hurd non è pensato per l'utente comune. È un sistema operativo per ricercatori e appassionati di architetture di sistema. Paradossalmente, mentre i microkernel sembravano fallimenti dal punto di vista dei sistemi desktop e server, miliardi di dispositivi utilizzano oggi sistemi come QNX di Blackberry, Minix 3 (presente nei processori di gestione Intel dal 2008), e derivati L4.
Con Linux che si avvicina ai 40 milioni di righe di codice distribuite su quasi 100.000 file nella versione 6.16, la questione della sua futura manutenibilità diventa pressante. Un giorno Linux potrebbe essere sostituito non da qualcosa di migliore, ma da qualcosa di più semplice da comprendere e mantenere. In questa prospettiva, progetti come Hurd acquisiscono un valore strategico inestimabile per l'ecosistema del software libero.