Fujitsu World Tour 2014: entro il 2020 la digitalizzazione sarà ovunque

Il tema della trasformazione digitale ha dominato la tappa milanese dell'evento che tocca le 23 città più importanti al mondo. Una sessione dedicata al canale ha declinato il tema in concrete opportunità di business per gli operatori del settore

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a cura di Claudia Rossi

Stiamo per attraversare una nuova rivoluzione industriale, una rivoluzione "digitale" che avrà impatto in tutti gli ambiti di attività per l'inevitabile trasformazione che gli oggetti intelligenti porteranno nei processi produttivi e nelle catene di creazione del valore. Ha preso il via da questa importante riflessione di Federico Francini, amministratore delegato di Fujitsu Italia, la tappa milanese del World Tour 2014, roadshow organizzato dalla multinazionale giapponese nelle 23 città più importanti al mondo.

Federico Francini, amministratore delegato di Fujitsu Italia

"Per non arrivare impreparati all'appuntamento, i prossimi tre anni saranno cruciali - ha chiarito Francini davanti a una platea di centinaia di reseller e aziende clienti -, un periodo in cui tutte le organizzazioni dovranno mettere a punto una strategia digitale radicalmente nuova per non rischiare di essere sorpassate da nuovi player, capaci di sfruttare i momenti transitori che il mercato offre e la nuova combinazione di tecnologie digitali già oggi disponibili".

Per l'Italia, in particolare, si sta per aprire un periodo di grande effervescenza: siamo, infatti, il secondo Paese manifatturiero in Europa e se intendiamo continuare a esserlo, tutte le aziende che compongono il tessuto della nostra industria dovranno rendersi conto dell'importanza di iniettare sensori e microchip in quello che viene prodotto nelle proprie catene di montaggio.

"Nel 2020 saranno oltre 50 miliardi i dispositivi connessi in tutto mondo - sottolinea Francini -. Vestiti, auto, case, ma non solo: ogni cosa sarà collegata a Internet e genererà dati. Per riuscire a fare leva su tutte queste informazioni disponibili sarà fondamentale mettere a punto una nuova ingegneria del dato, affidandosi a soluzioni flessibili e senza vincoli architetturali. La velocità di adattamento, infatti, sarà un elemento determinante per il successo delle imprese".

Da qui la scelta di campo di Fujitsu, che da tempo ha identificato in Intel il miglior partner industriale per la standardizzazione architetturale di tutta la sua ampia gamma d'offerta, dagli Ultrabook all'Hpc.

"Per dimensioni, scalabilità delle soluzioni e competenze ci candidiamo come il migliore partner sul mercato per accompagnare le aziende nella trasformazione digitale che è alle porte" sottolinea Francini, precisando che il 5% del fatturato della multinazionale (46,2 miliardi di dollari nel 2013) è da sempre investito in ricerca e sviluppo, ambito in cui è impegnato il 10% dei suoi dipendenti.

"Accanto al portafoglio hardware, il più ampio del mercato - prosegue l'amministratore delegato -, proponiamo soluzioni applicative (gestione dei punti vendita, gestione multicanale - ndr) ed eroghiamo servizi basati su best practice globali, declinate a livello locale attraverso una rete qualificata di partner".

Un tema, quello dei servizi, su cui Fujitsu è decisa a investire pesantemente, anche a livello italiano: a settembre, proprio nel nostro Paese, il vendor è infatti pronto a varare un local cloud data center inserendolo nella propria global cloud platform, una piattaforma pensata per supportare quella esplosione di dati determinata dalla trasformazione digitale.

Sempre attorno al concetto di trasformazione digitale si è strutturato l'intervento del futurista Vito Di Bari, ospite d'eccezione dell'evento milanese. "Nei prossimi anni - ha esordito - ci saranno sempre meno prodotti e sempre più servizi disponibili sul mercato. Già oggi siamo in grado di portare tutti i classici strumenti di un ufficio all'interno di un notebook o di un piccolo smartphone. Tra qualche tempo, grazie alle nanotecnologie e alla stampa 3D, si ridurrà la presenza anche di molti altri oggetti: al bisogno si potrà, infatti, cambiare la potenza dei cavalli di un'auto o modificarne il colore con un semplice clic".

Altro fronte aperto dalla trasformazione digitale sarà, secondo Di Bari, la delocalizzazione della produzione all'interno delle abitazioni. I piccoli oggetti realizzati con materie di base potranno essere, infatti, prodotti in casa. In Corea, per esempio, sono già disponibili degli strumenti che disassemblano i materiali degli abiti, per ricrearli a proprio piacere.

"Possiamo immaginare nuovi servizi a valore - afferma Di Bari - attraverso cui sarà possibile personalizzare i vestiti con il design delle griffe. Inutile dire che le nuove tecnologie saranno fondamentali per permettere tutto questo", rappresentando un importante elemento di svolta nel contesto economico, conclude Di Bari.

Joseph Reger - Cto di Fujitsu

Che Internet of Things e Big Data siano pronti a imprimere una grande spinta all'economia globale, portando con sè enormi benefici all'intera società, ne è convinto anche Joseph Reger, Cto di Fujitsu.

"Grazie ai collegamenti il futuro sarà migliore" ha sintetizzato Reger all'inizio del suo intervento, sottolineando come l'innovazione sia sempre più alla portata di tutti. Se nel 2000 erano necessari 5 milioni di dollari per avviare un business digitale, già nel 2011 ne bastavano 5.000.

"Alla fine del decennio la digitalizzazione entrerà dappertutto - ha continuato Reger -. Questo darà il via a opportunità enormi: ci muoviamo, infatti, in un mondo estremamente complesso, in cui è impensabile poter ricostruire completamente infrastrutture e grandi opere. Dobbiamo, qundi, prepararci a un'iniezione progressiva di intelligenza negli oggetti analogici già disponibili. L'introduzione di sensori permetterà di connettere alla rete qualsiasi tipo di oggetto: dai contenitori alimentari agli elettrodomestici, dai medicinali fino alle strade e ai ponti".

Questo incrementerà l'efficienza dei processi di gestione e manutenzione, generando risparmi anche per miliardi dollari. Sarà una nuova rivoluzione industriale, in cui, però, occorrerà stare attenti: ci sarà, infatti, chi prometterà valore attraverso il mero utilizzo di strumenti innovativi.

"Sarà, invece, la combinazione tra digitale e analytics a garantire la creazione del valore - ha concluso Reger -, permettendo la trasformazione delle informazioni in conoscenza e dell'efficienza in creatività. Fondamentale sarà conoscere il proprio business e sapere come la digitalizzazione e i dati possono farlo evolvere".