L'invecchiamento del parco nucleare giapponese sta spingendo l'autorità di regolamentazione del paese a guardare verso soluzioni innovative per far fronte a una crescente carenza di personale specializzato.
Con molti impianti che si avvicinano alla fine della loro vita operativa e altri che necessitano di supervisione intensiva per prolungarne il funzionamento, l'Autorità di Regolamentazione Nucleare del Giappone ha fatto una richiesta che potrebbe sembrare fantascientifica: fondi aggiuntivi per sperimentare ispettori potenziati dall'intelligenza artificiale. La proposta nasce da una necessità pratica immediata, dato che l'ente regolatore ha ammesso pubblicamente di non disporre del personale sufficiente per gestire l'onere crescente delle ispezioni.
Secondo quanto riportato dai media giapponesi, il problema si presenta su più fronti simultaneamente. Da un lato, gli impianti esistenti gestiti dalle compagnie energetiche nazionali richiedono controlli sempre più frequenti e approfonditi man mano che i loro sistemi invecchiano. Dall'altro, il processo di decommissioning delle centrali più anziane rappresenta una fase particolarmente delicata che richiede una sorveglianza costante e meticolosa.
La situazione si complica ulteriormente considerando i piani industriali a lungo termine del paese. Le compagnie energetiche giapponesi stanno pianificando la costruzione di nuovi impianti per sostituire quelli obsoleti, e questi utilizzeranno tecnologie innovative che l'autorità di regolamentazione non ha mai ispezionato in precedenza.
L'intelligenza artificiale come possibile soluzione
Sebbene i dettagli specifici del ruolo immaginato per l'IA rimangano vaghi, le industrie altamente regolamentate come quella nucleare generano quantità enormi di dati e documentazione. L'intelligenza artificiale potrebbe teoricamente identificare anomalie in queste informazioni e orientare gli ispettori umani verso le aree che richiedono maggiore attenzione.
Tuttavia, è importante sottolineare che qualsiasi coinvolgimento dell'intelligenza artificiale nei controlli diretti degli impianti è presumibilmente da escludere. Le centrali nucleari operano tipicamente in ambienti isolati dalla rete e seguono procedure che richiedono una verifica accurata di ogni azione significativa. L'IA, come qualsiasi tecnologia, può commettere errori, e in un impianto nucleare questi potrebbero avere conseguenze catastrofiche.
Il Giappone porta ancora le cicatrici dell'incidente di Fukushima Daiichi del 2011, un evento che le indagini successive hanno definito come un disastro causato dall'uomo. I fattori scatenanti includevano il mancato riconoscimento adeguato dei rischi, una regolamentazione insufficiente e problemi di comunicazione tra gli enti coinvolti.
Il Paese che ha inventato Godzilla è sicuramente uno dei più sensibili al tema degli incidenti nucleari, ed se decideranno di portare avanti il progetto e usare l'AI per la sicurezza delle centrali, saranno sviluppati test di sicurezza e affidabilità particolarmente rigorosi - considerando appunto la sensibilità del pubblico giapponese verso questi temi e la necessità di evitare errori che potrebbero avere ripercussioni devastanti.
Allo stesso tempo, se il progetto sarà sviluppato e avrà successo, segnerà un punto di svolta fondamentale per lo sviluppo dei sistemi AI e per la loro accettazione da parte di tutti noi.