Il dietro le quinte della tecnologia

Come far dialogare in modo efficace i vari sistemi presenti in un'azienda? Ce ne parla Fabio Invernizzi, Sales Director France, Italy e Liberia di Boomi.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Cosa c’è esattamente “dietro le quinte” della tecnologia per un’azienda o un’organizzazione?
Com’è possibile integrare e far dialogare tra loro le varie piattaforme utilizzate in modo efficace ed efficiente?

A rispondere a tali domande, in questa puntata di Imprenditori in Video con Manabe Repici, è Fabio Invernizzi. Fabio Invernizzi è il Sales Director France, Italy e Liberia di Boomi, business unit di Dell specializzata in piattaforme di integrazione.

Boomi consente di supportare e collegare tutta l’operatività aziendale, a partire dalla singola funzione fino ad arrivare all’intero ecosistema dell’impresa. Una necessità, quello di far entrare tutto in simbiosi, sempre più attuale a causa della situazione odierna.

Grazie alla sua grande esperienza e cultura in materia, Fabio Invernizzi ci racconta quella che è la sua storia e ci svela quello che è il dietro le quinte della tecnologia a supporto dell’intero ecosistema di un’azienda.

Piattaforme di integrazione

Fabio Invernizzi è il Sales Director in Italia, Francia, Spagna e Portogallo di Dell Boomi, società che si occupa di Integration Platform as a Service. In altre parole, il focus di Boomi è sulle piattaforme informatiche che permettono di far dialogare tra di loro le varie applicazioni presenti in un’impresa.

Il fatto che si tratti di un prodotto as a Service non sta a significare che possano essere fatte dialogare tra di loro solo applicazioni presenti nel cloud, ma ovunque esse siano, comprese quelle sui singoli device o sui dispositivi IoT. Nella soluzione di Boomi i calcoli sono eseguiti nel cloud, ma l’applicazione funziona a livello locale.

Una comunicazione tra le varie applicazioni che è sempre più importante, soprattutto nella dinamica della trasformazione digitale. Basti ad esempio pensare a un negozio retail che vuole inserire nella propria supply chain il ritiro in negozio. Scrivere del codice ad hoc richiederebbe probabilmente mesi di lavoro, mentre la soluzione di Boomi permette di ottenere gli stessi risultati in un lasso di tempo decisamente minore.

Con le piattaforme di integrazione non è più quindi necessario scrivere linee e linee di codice per integrare un nuovo servizio, ma è possibile farlo con una visualizzazione grafica più semplice da comprendere e, soprattutto, più veloce.

Nel caso fosse necessario programmare qualche feature o caratteristica particolarmente inusuale, è in ogni caso possibile, come affermato da Fabio Invernizzi a Manabe Repici, utilizzare del codice, ma tale bisogno è drasticamente ridotto rispetto al passato.

I vantaggi di un Integration Platform as a Service sono quindi la velocità, il poter riutilizzare porzioni di processo e una governance migliore, con la visualizzazione grafica proposta che è più facilmente intellegibile rispetto alle classiche linee di codice. L’integrazione diventa quindi un lavoro più da business analyst che da programmatore.

Boomi si occupa poi anche della qualità del dato, ossia del tenere allineate e aggiornate le varie informazioni tra i diversi dataset aziendali. Ottenere questi master data può solitamente richiedere investimenti lunghi e corposi, che la soluzione di Boomi riesce a ridurre drasticamente sia in quanto a tempi che a costi.

Comunicare l’innovazione

Una piattaforma di integrazione, come quella di Boomi, permette quindi di semplificare la vita e rendere più efficaci ed efficienti numerose aziende. Ma come è possibile comunicare alle diverse imprese un qualcosa sulla carta così complesso?

Il primo passo da fare, come dichiarato da Fabio Invernizzi durante Imprenditori in Video, è quello di cercare di capire la visione di ogni azienda per meglio comprendere come approcciarla. Il metodo migliore resta in ogni caso il proof of concept, ossia il far vedere sul campo quello che tale soluzione è in grado di fare.

Potenziali clienti che devono però essere pronti al cambiamento ed essere disposti a modificare dei paradigmi in cui in passato si è magari investito molto. La resistenza al cambiamento è quindi il principale freno in cui ci si imbatte nelle varie aziende.

Ma, cambiando barricata, come può un’azienda capire se i propri processi hanno bisogno di cambiamenti? Secondo Fabio Invernizzi, il campanello d’allarme deve scattare quando il reparto IT non riesce più a soddisfare i cambiamenti di business richiesti in tempo breve.

A venire in supporto a tutti questi processi di cambiamento è la community di Boomi, il Boomiverse, dove vengono organizzati eventi, webinar, certificazioni e tanto altro. Il tutto in modo completamente gratuito, sia per i clienti dell’azienda sia per chi ancora non lo è.

Una community di valore, dove è ben impressa una forte cultura di condivisione tra i vari partecipanti, che permette di imparare a tutti in modo semplice e di supportarsi tra di loro. Un qualcosa di grandissimo valore per tutti coloro che nel fanno parte.

Del resto, la tecnologia è importante ed è in grado di cambiare e supportare il business di ogni azienda, ma a fare la differenza, soprattutto in questo periodo, sono le relazioni umane e le potenzialità di ogni singola persona.

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