L'Italia al top per gli investimenti in AI, nell’Edge Computing e nel reclutamento di talenti

Lo studio condotto da IDC per Lenovo mostra che il 97% delle organizzazioni europee sono pronte ad abbracciare l'AI generativa. L'Italia è la nazione più predisposta, con un grande impegno nell'Edge Computing e nella facilità di reclutamento di esperti.

Avatar di Stefano Silvestri

a cura di Stefano Silvestri

L’intelligenza artificiale è stato l’argomento principe dell’anno scorso e lo sarà senz’altro anche quest’anno. Sono poche le innovazioni tecnologiche ad aver mostrato in passato i livelli di penetrazione e di pervasività delle IA, le cui ricadute spaziano dal ricreativo al professionale, dal privato al pubblico.

Ma non si vive di sola ChatGPT e anzi, quando si parla d’impresa, le intelligenze artificiali pongono tutta un’altra serie di opportunità e di problematiche. Ed è proprio per far luce su questo aspetto che oggi Lenovo ha annunciato i risultati di uno studio sui futuri trend di investimento delle imprese in tecnologie basate sull'intelligenza artificiale.

CIO Playbook 2024: It’s all About Smarter AI

Lo studio condotto da IDC per Lenovo ha raccolto le opinioni di 600 figure chiave nel settore IT e decisionali (ITBDM) appartenenti a organizzazioni scelte nell'ambito dell'area EMEA, abbracciando vari settori e territori.

I partecipanti hanno condiviso le percezioni e le metodologie dominanti relative all'impiego dell'intelligenza artificiale, evidenziando le principali priorità di spesa nel settore IT e aziendale, le sfide fondamentali e le strategie di investimento essenziali per promuovere l'iniziativa commerciale digitale nel 2024.

L'analisi è stata quindi pubblicata nell’eBook di IDC, sponsorizzato da Lenovo, intitolato CIO PlayBook 2024: It’s all About Smarter AI e mostra che il 40% dei partecipanti considera l'intelligenza artificiale come un elemento di "cambiamento radicale, tant’è che per il 2024 si prevede un incremento della spesa del 61%.

Quando si parla di intelligenza artificiale, però, non bisogna pensare che l’analisi si limiti a quella generativa, ancorché sia quella che ha stimolato l'espansione attuale del settore. Stando all’indagine, un'eguale percentuale d’investimenti sarà infatti allocata dai CIO nell'AI generativa, nell'AI interpretativa e nel machine learning.

La stragrande maggioranza delle società europee sta integrando l'AI generativa nelle loro aziendali, nei processi e nei prodotti. Più della metà (57%) delle compagnie ha già effettuato investimenti in AI, con un ulteriore 40% che prevede d’investire entro l'anno. Solo una minima parte (3%) esclude di avviare progetti in questo ambito.

L’adozione dell'AI generativa pone però anche delle sfide. Per il 40% degli intervistati a essere problematiche sono le significative necessità di risorse di calcolo e di dati da dar loro in pasto.

A ciò seguono i timori per un potenziale utilizzo improprio dell'AI generativa e dalle cosiddette "allucinazioni" (37%), termine col quale s’intendendo i casi in cui i sistemi forniscono informazioni non accurate.

Altre sfide tecnologiche menzionate dai CIO includono la necessità di trovare una piattaforma dati affidabile (36%) e la dipendenza da terzi (35%) per lo sviluppo di AI generativa.

Dal punto di vista organizzativo, la maggiore preoccupazione relativa all'AI generativa è di natura culturale, includendo la preoccupazione dei dipendenti per il futuro del loro lavoro (40%), seguita dalla resistenza degli IT (45%) ad adottare strumenti e tecnologie in continua evoluzione.

Il cloud: pubblico, ibrido o privato

Le aziende della regione EMEA intendono adottare strategie AI nel cloud ibrido (48%) o privato (24%). Solo il 17% sceglie il cloud pubblico, ma ciò è una diretta conseguenza delle severe normative europee sulla privacy dei dati.

Giovanni Di Filippo, Presidente EMEA di Lenovo Infrastructure Solutions Group, ha sottolineato: “Siamo giunti a un punto di svolta in cui l'intelligenza artificiale sta diventando concreta per le organizzazioni di ogni area e settore. I CIO sono entusiasti delle potenzialità dell'AI generativa e interpretativa e devono operare le scelte tecnologiche e le partnership giuste per ottimizzare i benefici dell'intelligenza artificiale per le loro imprese”.

Neil Ward-Dutton, VP AI, Automation & Analytics Europe presso IDC, ha dichiarato: “Esiste una consapevolezza crescente in ogni settore sull'abilità dell'intelligenza artificiale di potenziare efficienza e competitività. I CIO dovrebbero approfittare di questa opportunità per fare investimenti in tecnologie essenziali abilitanti e assicurarsi che le conoscenze in ambito AI siano diffuse in tutta l'organizzazione, non isolate in un unico team”.

L’importanza dell’Edge Computing

Sebbene tutti ne riconoscano il potenziale, l'interesse verso l'intelligenza artificiale varia a seconda del settore. Le imprese manifatturiere, ad esempio, mostrano il maggiore entusiasmo, col 47% che identifica l'AI come un "punto di svolta". Le telecomunicazioni mostrano il minor entusiasmo (22%), ma solo perché in questo campo gli investimenti nell’intelligenza artificiale sono stati già significativi negli ultimi anni.

Una larga parte delle imprese in ogni settore ha già fatto investimenti in AI generativa. Nel dettaglio, tra chi ha investito troviamo il 50% delle organizzazioni governative, il 65% nel settore delle telecomunicazioni e il 67% nel settore bancario, dei servizi finanziari e assicurativi (BFSI).

Tutti i settori riconoscono l'importanza dell'Edge Computing nello sviluppo dei progetti di intelligenza artificiale, con un incremento degli investimenti del 29% nel settore manifatturiero e del 60% in quello delle telecomunicazioni.

L'invio di enormi quantità di dati al cloud per l'elaborazione può saturare la larghezza di banda della rete, portando a costi più elevati e a prestazioni ridotte. Con l'edge computing, solo i dati rilevanti o già parzialmente analizzati vengono trasmessi al cloud, ottimizzando l'uso della banda larga e riducendo i costi operativi.

Con l'incremento dell'utilizzo dell'IA, cresce anche la preoccupazione per la sicurezza e la privacy dei dati. Elaborando i dati sensibili in loco, l'Edge Computing può offrire livelli di sicurezza più elevati.

L'entusiasmo italiano per l’intelligenza artificiale

Sebbene l'entusiasmo per l'adozione dell'AI vari all’interno della regione EMEA, in Italia si registra la percentuale più bassa (2%) di CIO che vedono l'AI come "una distrazione". A dimostrazione di ciò l'Italia, insieme all'Olanda, mostra la percentuale più alta di investimenti già programmati in AI generativa (68%), rispetto a una media EMEA del 56%.

Inoltre, l'Italia si distingue per le minori difficoltà nell'assunzione di personale con competenze in AI (34%), rispetto a una media nella regione del 55.3%. Nel 2024, per quanto riguarda l'Italia si anticipa un incremento del 40% negli investimenti in tecnologie edge, leggermente superiore alla media EMEA del 38%.

Sempre nel nostro Paese, i principali investimenti tecnologici si concentreranno su progetti di AI generativa, nella modernizzazione delle infrastrutture e nelle piattaforme di High Performance Computing (HPC). Infine, sette aziende su dieci hanno già programmato investimenti in AI generativa, il 30% prevede di farlo nel 2024 e solo il 2% non ha previsto investimenti in tale ambito.

Alessandro de Bartolo, Country General Manager dell'Infrastructure Solutions Group di Lenovo in Italia, ha dichiarato al riguardo: “Questa ricerca mette in luce un quadro molto avanzato per il nostro Paese, dimostrando che non solo siamo tra i mercati più impegnati negli investimenti in AI, ma siamo anche i più preparati in termini di competenze. L'AI è un campo che richiede potenza computazionale, dati e competenze umane e, in ogni progetto sviluppato insieme alle aziende del territorio, abbiamo notato questa sinergia. Tuttavia, siamo consapevoli delle diverse sfide poste dall'AI, per cui è essenziale supportare le aziende in questo percorso, affinché i progetti siano su misura ed efficaci”.