iWorker e mobility sempre più essenziali per le aziende

iWorker e generazione Y e Z sono fondamentali per la crescita del business. Una ricerca Ricoh evidenzia che si devono però gestire le informazioni ovunque ci si trovi

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a cura di Giuseppe Saccardi

Il termine iWorker si fa sempre più strada. In essenza, si riferisce a quella tipologia di dipendenti che per il compito che svolgono hanno la necessità di rimanere sempre in contatto o con i propri colleghi e le applicazioni aziendali o con i clienti. 

I business decision maker delle medie e grandi aziende di tutta Europa sono consapevoli delle competenze e delle modalità necessarie per gestire in maniera efficace le informazioni nell’era digitale. In un recente studio commissionato in proposito da Ricoh, e di cui abbiamo già parlato, i business leader prevedono entro il 2018 un significativo incremento del numero degli iWorker, vale a dire dei dipendenti aziendali che dispongono sia delle competenze che degli strumenti indispensabili per accedere h24 alle informazioni di cui necessitano. 

Una conferma viene anche da quanto evidenziatosi durante il Gartner Symposium ITxpo che ha avuto luogo a Barcellona lo scorso novembre. Secondo la nota società di analisi entro il 2015 oltre il 90% dei business leader considererà l’informazione un asset strategico per la competitività, anche se meno del 10% sarà però in grado di quantificarne in modo analitico il valore economico. 

Si tratta di uno sviluppo che deriva dalla necessità per molte aziende di gestire i Bigger Data (e cioè tutti i dati, compresi quelli digitali e ancora in formato cartaceo) allo scopo di riuscire a utilizzare le informazioni importanti per il business e allo stesso tempo tenere il passo con le esigenze dei clienti che si aspettano servizi personalizzati e risposte immediate. 

In sostanza, fa notare Carsten Bruhn, Executive Vice President di Ricoh Europe le aziende che sono a buon punto nel cammino verso la digitalizzazione e in cui i dipendenti dispongono degli strumenti adatti per accedere con facilità alle informazioni aziendali riusciranno a guadagnare un vantaggio competitivo. In questo contesto è importante che i dipendenti siano messi nelle condizioni di gestire le informazioni anche quando sono fuori sede e in azienda venga promossa la cultura della collaborazione e della condivisione della conoscenza.

Carsten Bruhn

iWorker, generazione Y e generazione Z

I dipendenti, e in modo particolare gli iWorker, giocano un ruolo importante nelle aziende favorendo l’evoluzione e la crescita del business. 

Un passo decisivo, fa notare Bruhn, è poi rappresentato dal progressivo ingresso nelle imprese delle generazioni Y (i nati dal 1980 al 2000) e Z (i nati dal 2000 in poi) che promuoveranno tecnologie innovative per la comunicazione e la gestione dei dati aziendali che a loro risulteranno particolarmente familiari. L’utilizzo delle nuove tecnologie e dei social media incoraggia la cultura della condivisione della conoscenza, cosa che porta vantaggi sia al business che ai clienti.

Connettere i Silos informativi

Un ruolo importante, ha continuato Bruhn, lo giocheranno i silos informativi, che per rispondere alle esigenze degli iWorkers dovranno risultare interconnessi.

Anche qui per valutare l'importanza di questo assunto vengono in aiuto i dati di una ricerca commissionata da Ricoh, da cui emerge che la maggior parte dei business leader europei (62%) crede che i silos informativi non interconnessi siano un serio ostacolo per la condivisione delle informazioni all’interno della propria azienda. Secondo i business leader la gestione inefficiente delle informazioni si ripercuote negativamente in molte aree aziendali causando in particolar modo: 

  • Perdita di fatturato (indicata dal 49% del campione)
  • Perdita di clienti (43%)
  • Impossibilità di analizzare le informazioni relative ai clienti (27%) 

Per le organizzazioni la presenza di iWorker appare quindi fondamentale per far fronte a queste problematiche e per il raggiungimento degli obiettivi di business nel breve e medio termine. La condizione necessaria affinché questi cambiamenti avvengano è però che la tecnologia, i processi aziendali e la cultura della condivisione evolvano di pari passo con le expertise e le aspettative degli individui. 

Un'ultima considerazione. Nelle aziende i talenti attraggono talenti, per cui la presenza di iWorker all’interno dell’azienda favorisce l’ingresso nell’organizzazione di altri dipendenti con le stesse caratteristiche.

In che modo le aziende europee possono rendersi più interessanti agli occhi degli iWorker da oggi al 2018? Ad esempio, suggerisce Bruhn, accelerando il passo verso la digitalizzazione, migliorando l’accesso alle informazioni aziendali e creando un contesto lavorativo che favorisca lo sviluppo e la valorizzazione dei dipendenti. A essere più attrattive saranno le aziende che riusciranno a valorizzare questi cambiamenti per migliorare la collaborazione e l’accesso alle informazioni.