La mail del rimborso fiscale? Potrebbe essere una truffa

Nel suo "Spam and Phishing in Q2 2019" Kaspersky mette in guardia su ciò che è accaduto, e che ancora potrà avvenire, nel campo della truffa che segue gli eventi nazionali

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a cura di Antonino Caffo

Nel corso del secondo trimestre del 2019 gli esperti di Kaspersky hanno rilevato diverse campagne di email in tutto il mondo che fingevano di essere comunicazioni di rimborsi fiscali.

L'Italia, ovviamente, non è esente, visto che proprio in questo periodo dell'anno, chi ha fatto richiesta, riceve parte (o in tutto) il rimborso che lo Stato riconosce sulla presentazione della dichiarazione dei redditi, con le spese sostenute l'anno prima.

Sfruttando il trend, i cybercriminali cercano continuamente di rubare informazioni preziose o, in alcuni casi, di installare spyware pericolosi. Questi e altri risultati sono indicati nel nuovo report di Kaspersky dal titolo “Spam and Phishing in Q2 2019”.

Le comunicazioni malevole di spam e phishing di solito contengono link che portano gli utenti a pagine web apparentemente legittime, ma create dai truffatori informatici con l’obiettivo di rubare diversi tipi di informazioni personali.

Le campagne stagionali sono meno conosciute rispetto ad altre minacce permanenti. Nel caso di truffe legate a precisi momenti dell’anno i truffatori possono utilizzare una delle tecniche più efficaci del “social engineering”.

Una frode rilevata da Kaspersky, ad esempio, si è presentata sotto forma di comunicazioni diffuse via email di rimborsi fiscali con indicazione di alcune scadenze a breve termine.

I cybercriminali hanno sfruttato i principali servizi fiscali per indurre le vittime a seguire un link e a compilare un modulo. Le email che risultavano inviate dalla CRA (Canada Revenue Agency) davano ai destinatari solo 24 ore di tempo per rispondere, pena il mancato rimborso fiscale.

«Lo spam e il phishing di tipo stagionale può rivelarsi estremamente efficace dal momento che l’arrivo di certe comunicazioni in determinati periodi dell’anno è addirittura atteso da molti» ha spiegato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky.

Continuando: «La buona notizia è che esistono già delle soluzioni di sicurezza che sono in grado di bloccare il lancio di un malware e di avvisare l'utente della minaccia che stanno correndo e che sono dotate anche di filtri anti-spam e anti-phishing che impediscono alle email pericolose di arrivare fino alla casella di posta». Tra le altre scoperte rilevanti del report “Spam and Phishing in Q2 2019” di Kaspersky troviamo quanto segue:

  • Il numero complessivo di attacchi di phishing nel corso del trimestre in esame è aumentato del 21% rispetto al dato rilevato un anno fa, raggiungendo quota 129.933.555 attacchi.
  • Nel secondo trimestre del 2019, la quantità di spam ha raggiunto il picco più alto nel mese di maggio (58%). La quota media di spam rispetto al traffico mondiale delle email è stata del 55%, un valore superiore del 5% rispetto alla media raggiunta nel secondo trimestre del 2018.
  • La Cina (23,72%) è stata la principale fonte di spam, superando gli Stati Uniti (13,89%) e la Russia (4,83%).
  • Il paese più colpito da campagne di email malevole è stato ancora una volta la Germania, con il 10,05%. La Russia si è posizionata al secondo posto (6,16%), seguita dal Vietnam (5,98%).