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L'indagine di Fortinet svela i timori sulla privacy per l'IoT

Grazie ai risultati di un Survey sull'Internet of Things il vendor ha fatto luce su alcuni aspetti che rivelano le preoccupazioni sulla sicurezza dei dati privati raccolti dai dispositivi connessi

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a cura di Paola Saccardi

Pubblicato il 25/06/2014 alle 15:30 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:51

Fortinet ha promosso un indagine dal titolo "Internet of Things: connected Home" per capire cosa pensano le persone della possibilità in futuro di avere delle case connesse relativamente anche alla  questione della privacy e della sicurezza.

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L'Internet of Things, cioè la possibilità di avere oggetti interconnessi e quindi controllabili anche da remoto, sta diventando una realtà che secondo la società di analisi raggiungerà i 7,1 trilioni di dollari entro il 2020.

La Survey ha coinvolto 1.801 proprietari di abitazioni esperti in tecnologia per capire cosa ne pensano dell'IoT all'interno di abitazioni connesse, cioè dove gli elettrodomestici e l'elettronica sono collegati direttamente a Internet.

Innanzitutto più della metà degli intervistati (61%) ritiene probabile che nei prossimi cinque anni l'abitazione connessa diventi una realtà. La Cina è al primo posto in questa categoria, con oltre l'84% degli interpellati che credono a questa ipotesi.

In Italia la percentuale è del 53%. Sempre dall'indagine emergono i principali timori sull'IoT, tra cui quello di violazione dei dati personali per il 69% che si dichiara "estremamente preoccupato" o "abbastanza preoccupato" su questo tema perché ritiene che la privacy sia molto importante.

Alla domanda su come si sentirebbero se un dispositivo domestico raccogliesse dati sul suo utilizzo e li inviasse a terzi il 62% degli intervistati ha risposto "Totalmente oltraggiato ed estremamente irritato al punto da prendere provvedimenti".  

Di conseguenza per il 66% deve essere l'utente stesso o i soggetti ai quali l'utente concede l'autorizzazione ad avere accesso a queste informazioni. In Italia, in particolare, sale al 74% la percentuale delle persone che ritengono di dove avere il controllo sui dati, ma c'è anche un 31% che pensa li debba ricevere anche il produttore.  

Per il 48% degli interpellati, inoltre, dovrebbe essere il proprio governo a regolamentare i dati raccolti (in Italia il 49%).

L'indagine ha anche chiesto agli intervistati come pensano di proteggere l'abitazione e in egual modo hanno risposto "Un router domestico dovrebbe fornire la protezione" o "Il mio provider Internet dovrebbe fornire la protezione".  In Italia il 23% concorda con la prima affermazione mentre il 21% con la seconda. 

In definitiva gli intervistati sembrano pronti ad accettare l'arrivo dell'IoT nelle loro abitazioni, ma dalle risposte è chiaro che ci sono ancora molti aspetti legati alla sicurezza dei dati e alla privacy che andranno risolte anche con l'aiuto di tecnologie di sicurezza, come le autenticazione delle connessioni remote, reti private virtuali tra gli utenti finali e le loro abitazioni connesse, protezione da malware e botnet e sicurezza delle applicazioni, on premises, nel cloud e come soluzione integrata da parte dei produttori di dispositivi.

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