Lo scenario della Unified Communication e Collaboration in Italia e nel mondo

Uno studio commissionato da Dimension Data alla società di analisi Ovum evidenzia il carattere strategico della UCC e di come stiano cambiando i modelli d'uso. Il nostro Paese si dimostra più avanti rispetto ad alcuni aspetti tra cui l'utilizzo di social software mentre il BYOD non fa ancora breccia per le applicazioni aziendali

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a cura di Riccardo Florio

The Future of Unified Communications and Collaboration è il titolo della ricerca a livello globale (Americhe, Australia, Asia, Europa e Sud Africa) commissionato da Dimension Data alla società di analisi Ovum, che ha interessato aziende con oltre mille dipendenti in 18 Paesi e operanti in 20 settori industriali. L'indagine si è occupata di affrontare tutti i temi legati all'UCC tra cui mobile (voce e dati), unified messaging, presence, softphone, UC client su smartphone e tablet, audio e Web conferencing, personal video.

I risultati sono stati elaborati sulla base delle risposte fornite da un campione costituito da 1320 ICT decision maker e 1390 technology user, mentre il principale settore di attività è stato quello del manufacturing (23%) seguito da IT & Telecoms (11%) e Business e professional services (5%). Dalla ricerca globale è stata estrapolata un'analisi relativa esclusivamente all'Italia con un campione costituito da 49 decision maker e 58 dipendenti.

Roberto Del Corno, managing director Italy & Spain di Dimension Data Europe

Un primo trend emerso dalla ricerca è il sostanziale riconoscimento della valenza strategica delle soluzioni di Unified Communication e Collaboration. Il 78% del campione di responsabili del settore IT intervistato ha dichiarato che, all'interno della sua azienda, è presente un piano strategico che coinvolge la UCC. Inoltre, il 43% delle aziende dispone di un budget per 'la maggior parte' dell'UCC, mentre il 42% ha detto di disporre di un budget sufficiente a portare avanti investimenti in 'tutta o la maggior parte' dell'UCC.

"Si tratta di un cambiamento sorprendente – ha osservato Roberto Del Corno, managing director Italy & Spain di Dimension Data Europe – poiché tradizionalmente l'UCC non è mai stato oggetto di un piano ICT strategico e, fino a poco tempo fa, era sinonimo di centralino PBX. Questo dato conferma anche la correttezza dell'approccio di Dimension Data e il valore aggiunto fornito dal nostro carattere globale e dalla sinergia tra l'elevata competenza tecnologica e la capacità di affrontare queste tematiche anche dal punto di vista dei processi business".

Influenza degli utenti sul processo decisionale aziendale relativo alle strategie UCC (dato relativo al campione globale di aziende con oltre mille dipendenti)

Ciononostante, le aspirazioni delle aziende in merito all'UCC coincidono ancora poco con quelle dei loro dipendenti. Lo studio di Ovum ha evidenziato che, per costruire la propria strategia di comunicazione unificata, solo il 38% delle grandi imprese ha provveduto a consultare i propri dipendenti e solo nel 7% dei casi le osservazioni e le richieste di questi ultimi hanno apportato un contributo significativo nel condizionare le decisioni finali.

Di conseguenza, la strategia UCC viene affrontata, per lo più, partendo dal presupposto che non sia necessaria una differenziazione basata sulle differenze dei compiti svolti. In particolare, il 20% del campione di grandi aziende non ha mai profilato i requisiti specifici dei propri dipendenti, il 13% non ne vede l’utilità, mentre il 21% ritiene che i propri dipendenti abbiano tutti le stesse esigenze.