Meta continuerà a investire sui dispositivi di realtà virtuale e aumentata

Andrew Bosworth, CTO di Meta, approfondisce il futuro della realtà virtuale e come il Quest 3 di Meta potrebbe evolvere per attirare nuovi utenti.

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a cura di Marina Londei

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Sono passati 10 anni da quando Meta (al tempo ancora Facebook) ha acquisito Oculus per investire sui dispositivi di realtà virtuale, ma nonostante l'evoluzione della tecnologia questi prodotti non sono ancora largamente adottati, o perlomeno non nella misura che Meta e le altre big tech speravano.

Anche se gli headset e gli smart glasses sono diventati meno "strani" agli occhi dei consumatori, la loro adozione è ancora limitata. Meta ha venduto milioni di Quest, un numero piuttosto contenuto, e la maggior parte degli utenti li usa per applicazioni di fitness.

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realtà virtuale

Intervistato da Scott Stein di CNET, Andrew Bosworth, CTO di Meta, ha affermato di essere soddisfatto del successo del Quest nel mondo del fitness e del gaming, ma di voler espandere la linea dispositivi VR anche in altre direzioni. 

"Mi piace il fitness, perché è un buon esempio di un target di persone che altrimenti non utilizzerebbero questo dispositivo o altri dispositivi simili. Ma come possiamo supportare un ecosistema più ampio di dispositivi? Come si può fare? È a questo che stiamo pensando" ha spiegato il CTO.

Il mondo dello sport rimane comunque un buon mercato sul quale investire, e Bosworth ha intenzione di pensare a dispositivi ottimizzati per gli allenamenti, cioè più piccoli, leggeri, con una durata maggiore della batteria ma anche con caratteristiche specifiche per, tra le altre cose, assorbire il sudore e mantenere il device pulito. 

Meta vuole inoltre concentrarsi sul gaming, l'altro grande motivo per cui i consumatori hanno scelto il Quest. Non è ancora chiaro se le prossime novità saranno evoluzioni dei dispositivi o nuovi accessori, ma la compagnia ha intenzione di continuare a investire sul mondo del VR.

Il futuro degli smart glasses

Meta sta lavorando anche sul fronte della realtà aumentata, cercando di creare un ponte tra il tracciamento del movimento delle mani, eliminando quindi i controller, e gli input fisici dei controller. La compagnia sta investendo inoltre sullo sviluppo di nuove interfacce di comunicazione, come i braccialetti a input neurale che potrebbero essere i controller dei futuri occhiali AR.

Bosworth ritiene però che il futuro delle interfacce è ancora piuttosto incerto e confuso: "Il modo più veloce per far arrivare le informazioni dal mondo al nostro cervello è attraverso gli occhi" spiega, "far arrivare le cose dall'utente alla macchina è più difficile. Il modo più veloce è il linguaggio, ma non è il più discreto, è scomodo e strano. E il parlato è un mezzo terribile per navigare su uno schermo".

Nel frattempo Meta sta lavorando ai nuovi occhiali di AR, ancora inadatti per l'uso quotidiano secondo Bosworth. Il CTO spiega che i nuovi dispositivi sono ancora in una fase prototipale e hanno un costo troppo elevato per essere accessibili ai consumatori.

Tra i problemi principali da risolvere ci sono la durata della batteria, problemi di interfaccia e di input. Nonostante i progressi, Bosworth non nasconde che si tratta di una delle sfide più grandi che Meta ha affrontato finora. 

All'idea che gli smart glasses possano condividere delle feature con Quest, come gli smartphone e gli smartwatch, Bosworth ritiene più probabile che i due dispositivi prendano direzioni diverse. 

Non è escluso che, in qualche modello futuro, Meta torni a lavorare sullo spatial video per gli occhiali, ma per ora la compagnia è orientata principalmente sul trovare modi per condividere i contenuti degli smart glasses anche con utenti che non li possiedono.

"I Ray-Ban Meta sono ottimizzati per una sola fotocamera da 12 megapixel", ha spiegato Bosworth. "Non c'è una fotocamera stereo, né una sovrapposizione stereo. Questo potrebbe cambiare nel tempo. Ma la prima cosa che ha fatto sì che le foto digitali diventassero una parte importante della nostra vita è stata la possibilità di condividerle. Credo che la nostalgia, il ricordo rivissuto, abbia un certo potere. Ma credo che sia un potere secondario rispetto a quello primario di 'Voglio che tu viva questa esperienza adesso'".

L'IA arriverà su Quest?

L'IA generativa farà presto il suo ingresso negli smart glasses di Ray-Ban, ma per il Quest ancora non se ne parla. Bosworth non esclude questa possibilità, considerando anche la rapida evoluzione della tecnologia, ma sottolinea che l'IA potrebbe avere un ruolo molto più importante per i creator degli asset 3D.

"Una delle cose più entusiasmanti per la GenAI negli spazi immersivi è in realtà dal punto di vista dei creator. Il nostro obiettivo è permettere a chiunque di creare uno spazio di cui sono fieri, dove possono invitare i loro amici e divertirsi" ha spiegato Bosworth. 

L'IA generativa sarà quindi un modo per risolvere le sfide della creazione di spazi nel metaverso, siano essi case, intere città o anche NPC per i creator più esperti. Quest 3 di Meta sembra avere tutte le carte in regola per integrare nuove feature di intelligenza artificiale, anche nel breve termine.