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La NATO sceglie Google per il suo cloud più sicuro

La scelta di Google Cloud apre una nuova fase nella strategia digitale della NATO, tra sovranità dei dati, sicurezza avanzata e tensioni geopolitiche.

Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 24/11/2025 alle 13:45

La notizia in un minuto

  • La NATO ha scelto Google Cloud come partner per realizzare un'infrastruttura cloud sovrana destinata alla gestione di dati classificati e carichi di lavoro sensibili dei 32 stati membri
  • L'accordo solleva questioni sulla sovranità tecnologica europea richiedendo meccanismi di controllo che garantiscano agli stati membri piena sovranità sui dati pur utilizzando tecnologia americana
  • L'implementazione richiederà crittografia avanzata, isolamento dei workload e integrazione di intelligenza artificiale per analisi predittiva delle minacce e coordinamento operativo

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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La NATO ha scelto Google Cloud come partner tecnologico per la realizzazione di un'infrastruttura cloud sovrana destinata alla gestione di dati classificati e carichi di lavoro sensibili. L'annuncio, diffuso durante la terza Cloud Conference dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles, rappresenta una svolta significativa nella strategia di digitalizzazione del comparto difesa occidentale. La NATO Communication and Information Agency (NCIA) ha siglato un contratto multimilionario che va oltre la semplice fornitura tecnologica, ponendo le basi per un nuovo modello di governance dei dati in ambito militare e geopolitico.

L'accordo con Google Cloud si inserisce nel più ampio processo di modernizzazione digitale della NATO, che negli ultimi anni ha accelerato la transizione verso architetture cloud per migliorare la resilienza operativa e la capacità di risposta agli scenari di minaccia contemporanei. La soluzione scelta dovrà garantire elevati standard di sicurezza e sovranità digitale, requisiti fondamentali quando si tratta di gestire informazioni classificate appartenenti a 32 stati membri con normative e protocolli di sicurezza diversificati.

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La scelta di un fornitore cloud pubblico americano per infrastrutture sovrane solleva questioni rilevanti sul piano della sovranità tecnologica europea. Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha promosso iniziative come Gaia-X per ridurre la dipendenza dai giganti tecnologici statunitensi nel trattamento di dati sensibili. L'accordo NATO-Google dovrà probabilmente implementare meccanismi di controllo che garantiscano agli stati membri la piena sovranità sui propri dati, pur sfruttando l'infrastruttura tecnologica avanzata del colosso di Mountain View.

La soluzione cloud sovrana dovrà garantire la gestione sicura di carichi di lavoro classificati secondo gli standard NATO più rigorosi

Dal punto di vista tecnico, l'implementazione di un cloud sovrano per la NATO richiederà probabilmente l'adozione di tecnologie di crittografia avanzata, isolamento dei workload attraverso virtualizzazione hardware-assisted, e meccanismi di autenticazione multifattore conformi agli standard militari. Google Cloud dovrà inoltre garantire che l'infrastruttura fisica e logica dei datacenter rispetti i requisiti di localizzazione geografica e giurisdizionale imposti dall'Alleanza, con particolare attenzione alla residenza dei dati all'interno dei confini dei paesi membri.

La decisione arriva in un momento di crescente tensione geopolitica, dove la sicurezza delle comunicazioni e dei sistemi informativi militari assume un ruolo strategico cruciale. La modernizzazione digitale della NATO include non solo l'adozione di infrastrutture cloud, ma anche l'integrazione di capacità di intelligenza artificiale e machine learning per l'analisi predittiva delle minacce, la gestione logistica e il coordinamento operativo tra i paesi membri.

L'accordo con Google Cloud potrebbe aprire la strada a future collaborazioni con altri provider tecnologici, seguendo un approccio multi-cloud che riduca il rischio di dipendenza da un singolo fornitore. Microsoft Azure e Amazon Web Services hanno entrambi sviluppato soluzioni dedicate al settore governativo e militare, come Azure Government e AWS GovCloud, che potrebbero integrarsi in un ecosistema cloud NATO diversificato e resiliente.

Sul fronte della cybersecurity, la NATO dovrà affrontare la sfida di proteggere l'infrastruttura cloud da attacchi sempre più sofisticati condotti da attori statali e gruppi criminali avanzati. L'implementazione richiederà probabilmente la creazione di Security Operations Center dedicati, sistemi di threat intelligence in tempo reale e procedure di incident response coordinate a livello internazionale, sfruttando le capacità di analisi e detection già sviluppate da Google per i suoi clienti enterprise.

Questa collaborazione rappresenta anche un banco di prova per il concetto stesso di cloud sovrano applicato a organizzazioni sovranazionali complesse come la NATO. Il successo dell'iniziativa potrebbe influenzare le future scelte tecnologiche di altre alleanze militari e istituzioni internazionali, ridefinendo gli equilibri tra innovazione tecnologica, sicurezza nazionale e sovranità digitale nel panorama globale della difesa e della cybersecurity.

Fonte dell'articolo: www.corrierecomunicazioni.it

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