Netalia, il cloud italiano tra governance e affidabilità

Michele Zunino, CEO di Netalia ci racconta come l'Italia può sfruttare il Polo Strategico per portare innovazione nella PA e nel privato

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a cura di Antonino Caffo

Nello scacchiere socio economico internazionale, l'importanza di avere infrastrutture locali per la gestione dei dati che assicurino la sovranità delle informazioni e il loro corretto utilizzo è fondamentale. Eppure, nonostante sia un tema discusso da molto tempo, molte realtà non sembrano tenerlo nella giusta considerazione se non quando salta fuori l'ennesimo lo scandalo che coinvolge un social network o il furto di informazioni ai danni di provider globali. Netalia è un fornitore di archietture cloud che da sempre crede nell'erogazione di servizi tecnologici ampi, ma all'interno di un perimetro giuridico e informativo ben definito.

Si tratta di un operatore italiano al 100% , nato nel lontano 2010 e attivo nel settore cloud dal 2015, che ha fatto dell'affidabilità dei servizi il suo punto di forza. "Come fornitori cloud," - dice Michele Zunino, CEO di Netalia - "i nostri clienti hanno sempre apprezzato la solidità dei servizi offerti a un prezzo concorrenziale, ma abbiamo lavoratonel tempo per trasmettere dell'altro oltre alla fornitura in sé".

L'ideologia del dato

Il "nuovo" mondo della gestione del dato implica che non si parli più solo di tecnologia ma di impatto sociale nel merito delle decisioni prese da quelle grande imprese che manipolano il grosso delle informazioni. In tale ambito, anche la politica gioca un ruolo fondamentale, soprattutto nella definizione di standard comuni. "Il tema della sovranità, di norma considerato in termini di Paese, assume un valore differente quando si parla di tecnologia. Il punto di svolta è la considerazione di un 'perimetro' di interesse." - continua il CEO - "Se il mio perimetro di interesse è quello fiscale, è chiaro che il sistema alla base debba essere nazionale. Se invece parliamo di difendere un pubblico più ampio, che può essere quello europeo nel merito dei big tech USA, allora il perimetro di allarga e assume significati differenti".

Il cloud italiano

Ma il cloud è davvero considerato una infrastruttura abilitante, sicura, valida a livello nazionale e interoperabile? La risposta, secondo Zunino non è univoca: "Il tema del Polo Strategico Nazionale, del cloud italiano, poteva essere un'opportunità per la PA e i privati di evolvere il loro livello di digitalizzazione e sfruttare strumenti innovativi di compliance. Ma lo stesso Polo invece che uno strumento di politica industriale si è trasformato quasi in un appalto per gestire problematiche della pubblica amministrazione con una visione di breve termine e privo di una strategia sul lungo periodo". Questo pone dei 'confini' che non lo rendono meno incisivo come elemento strategico rispetto a quanto era stato pensato all'inizio.

Uno scenario del genere, però, apre a opportunità di mercato importanti. Lo spazio di inserimento di fornitori, come Netalia, è sempre vivo e non è un caso che il CEO nomini la volontà di voler cogliere la sfida della digitalizzazione, facendo evolvere il cloud nazionale con un'architettura public cloud e mettendo a disposizione una filiera ICT composta di system integrator, MSP e software house che vedano nella nuvola il loro processo di evoluzione dell'offerta per rimanere competitivi.

Zunino vuole "creare una filiera di competenze che non generi una sofisticazione dei processi ma una riduzione delle complessità, per porre l'accento sulle competenze". Come si arriva ad un simile obiettivo? Bisogna superare il concetto di "libertà" che i grandi provider hanno portato come elemento di connotazione della loro proposta. Per Netalia, esternalizzare i vincoli tecnologici non è la risposta.

"Oggi, i grandi provide esteri" - dice Zunino - "si stanno impossessando dei dati dei settori a cui rivolge i propri servizi. Pensiamo alla scuola che arriva a ottenere le informazioni degli studenti, quello della sanità che si ritrova archivi ingenti che mappano le condizioni dei cittadini, insomma si creano cluster ben definiti ognuno dei quali è portatore di una conoscenza di alto livello che implica uno scompenso organizzativo importante, ovvero l'assenza di un organo centrale che ne assicuri la corretta gestione oltre che conservazione e diffusione."

Il "potere" del dato, secondo il CEO, deve tornare nelle mani di chi ha contribuito a crealo, ossia il cliente, un obiettivo ideologico che deve essere conciliato con le strategie del business perché non dobbiamo dimenticare che certi settori, come gli e-commerce, vivono del continuo adattamento del dato sugli usi e costumi dei navigatori.

Azzerare tale conoscenza vorrebbe dire tagliare le opportune modalità di profilazione che consentono alle compagnie di proporre prodotti e servizi ad-hoc, spendendo meno e convertendo di più. Ecco allora che l'idea di Netalia è quella di operare sul mercato rispondendo alle esigenze di settore fortemente regolamentati, per realizzare offerte peculiari e normo-rispondenti.

Il lavoro di Netalia

Netalia è una società privata di diritto italiano interamente focalizzata sulla erogazione di servizi infrastrutturali in cloud per offrire alle imprese italiane e alla PA gli strumenti per l’elaborazione e la conservazione in sicurezza dei dati che garantisce la residenza fisica, normativa e giuridica entro i confini nazionali e si differenzia dai competitor internazionali anche perché offre un grado di sicurezza intrinsecamente superiore per quanto attiene agli aspetti di protezione e proprietà del dato. A fronte di tutto questo, Netalia ha anche ottenuto la certificazione CSP da AGiD per la conservazione a norma dei dati della PA.

Netalia può contare su tre region di data center in Italia che, entro il 2025, diventeranno cinque ed eroga servizi Iaas e Paas appoggiandosi su partner responsabili di altre tipologie di servizio per l'integrazione dei sistemi e lo sviluppo del software. Si passa allora dal concetto di infrastruttura cloud a quella di architettura cloud, una distinzione che ben spiega la possibilità di partire dalle tecnologie disponibili sul mercato per arrivare a utilizzi prima sconosciuti o comunque differenti da quelli per i quali erano state ideate.

Netalia lavora con software house e system integrator per rispondere a due peculiarità italiane. In primis le esigenze delle PMI, che sceglieranno sempre più il modello SaaS per rinnovare i propri sistemi, coinvolgendo sviluppatori software. In secondo luogo, il lavoro con entità medio-grandi, che avranno bisogno di chi gestisca la loro infrastruttura o almeno una parte di questa, con i system integrator che mettono a disposizione il loro bagaglio di esperienze e adattamenti operativi.

Il lavoro di Netalia poggia anche su un assunto: non esiste più il concetto di data center o impianto proprietario di un'azienda. «Il tema è superare il modello del private cloud e abbracciare il concetto che un provider può gestire un grande impianto segmentato e in grado di parcellizzarlo garantendo affidabilità, distribuzione e scalabilità». Ciò permette di dare valore al modello del pay-per-use e non più del canone fisso che, spesso, non risponde al reale utilizzo delle risorse cloud, almeno nel caso dei clienti con un'operatività instabile.