Nutanix annuncia Karbon 2.1 per la gestione degli ambienti Kubernetes

La soluzione promette una gestione semplificata grazie all’integrazione con Calico, funzionalità CSI e API migliorate

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a cura di Antonino Caffo

Dopo il recente annuncio di Nutanix Karbon 2.0, con l’integrazione di funzionalità quali l’avvio degli aggiornamenti Kubernets in un solo click, supporto per gli ambienti air-gapped e integrazione con Prism Pro per una gestione da un’unica interfaccia utente centrale, Nutanix ha lanciato Karbon 2.1.

Connettere alla rete i pod Kubernetes e renderli accessibili ad altri servizi o reti esterne può risultare difficile e richiede l’utilizzo di reti overlay e NAT. Su larga scala, ciò può diventare estremamente complesso. Molte aziende cloud-native alla ricerca di una soluzione di rete per container in grado di fornire un’esperienza coerente così come funzionalità applicabili a diversi ambienti Kubernetes, hanno scelto proprio Calico.

Calico combina funzionalità di networking con l’applicazione delle policy di sicurezza, per fornire una soluzione con prestazioni native a livello del kernel Linux e scalabilità cloud-native. Questa soluzione è diventata uno standard di riferimento nell’ambito delle tecnologie di rete open-source Kubernetes, oltre ad essere richiesta da gran parte dei clienti Nutanix che utilizzano Karbon. Ecco perché da oggi, Calico è un componente integrato di Karbon.

«Grazie a questa integrazione, gli utenti Karbon possono beneficiare di funzionalità di networking Kubernetes semplificate e basate su strumenti nativi che forniscono un throughput migliore rispetto a Flannel o a un plugin di rete overlay-based. Poiché Calico sfrutta strumenti standard e i più conosciuti protocolli di rete, il rilevamento e la risoluzione di problemi risulta estremamente semplice sia per gli amministratori di rete che di sistema».

Inoltre, Calico permette di implementare le policy di rete con semplicità. Ad esempio, gli utenti possono isolare i pod l’uno dall’altro e limitare l’accesso verso e da un’applicazione. Nel complesso, gli utenti hanno un controllo di rete più accurato a livello di distribuzione dell’applicazione.

L’integrazione di Calico in Karbon ha portato anche all’alleanza tecnologica con Tigera, azienda che ha inventato Project Calico, di cui è anche il principale manteiner. Tigera è una società open-core che offre Calico Enterprise, una soluzione basata su Project Calico e che include funzionalità che permettono a più team e aziende di utilizzare Kubernetes in un ambiente di produzione sicuro.

«Siamo entusiasti della collaborazione con Nutanix così come del fatto che Calico sia l’interfaccia CNI (Container Network Interface) di riferimento per Karbon» ha commentato Amit Gupta, VP of Product Management and Business Development di Tigera.

«Calico fornisce un’applicazione pervasiva della sicurezza ai clienti di Karbon, in modo che sviluppatori e operatori di cluster possano godere di un’esperienza coerente e di un insieme di funzionalità che velocizzano l’adozione di ambienti Kubernetes».

La clonazione dei volumi, recentemente integrata in Kubernetes, è una funzionalità chiave nella protezione dei dati. In base alla documentazione utente Kubernetes, la funzionalità CSI (Container Storage Interface) Volume Cloning fornisce supporto per specificare i PVC esistenti nel campo dataSource per indicare che un utente desidera clonare un volume. Nel momento in cui un volume viene clonato in Kubernetes, viene creato un duplicato esatto che può essere utilizzato nello stesso modo del volume originale.

Attraverso le API ampliate di Karbon, gli utenti possono fornire cluster Kubernetes on-demand (per sviluppatore, per progetto, ecc.), e automatizzare la raccolta di file kubeconfig per un determinato cluster. È inoltre possibile automatizzare l’accesso SSH ai nodi dei cluster, attività particolarmente utile per il debug.

Karbon si può provare su un cluster live, in modo da sperimentare come effettui la distribuzione del cluster Kubernetes, la configurazione dello storage e gli aggiornamenti. Qui è possibile registrarsi per fare una prova.