Secondo Reid Hoffman, cofondatore di LinkedIn e partner della società di venture capital Greylock Partners, il "vibe coding" (programmare usando l'AI e linguaggio naturale) non segnerà la fine dei software di produttività tradizionali.
La storia della tecnologia è costellata di previsioni apocalittiche rivelatesi poi infondate, e secondo Hoffman questo è uni quei casi. Il dirigente fa l'esempio del mobile computing per illustrare il suo punto di vista: quando i dispositivi mobili hanno iniziato la loro ascesa, molti hanno profetizzato la fine dei personal computer. Tuttavia, quello che è successo nella realtà è stato ben diverso: i PC hanno continuato a crescere, anche se in misura minore rispetto ai dispositivi mobili, dimostrando che le tecnologie possono coesistere e persino potenziarsi reciprocamente.
Ebbene, il "vibe coding" - termine coniato quest'anno da Andrej Karpathy, cofondatore di OpenAI - dovrebbe mettere fine ai software di produttività? Alcuni lo pensano, ma secondo Hoffman siamo ancora di fronte alla tendenza a sovrastimare la morte delle tecnologie esistenti; un errore di valutazione comune nel settore tecnologico.
"Le persone tendono a predire eccessivamente, nelle novità, la morte del vecchio", ha spiegato durante il podcast. Il vibe coding, nonostante la sua natura rivoluzionaria, non rappresenterà necessariamente la fine dei software di produttività tradizionali.
La visione di Hoffman suggerisce invece uno scenario in cui il vibe coding si aggiungerà ai software di produttività esistenti, creando un ecosistema tecnologico più ricco e diversificato. Questa prospettiva contrasta nettamente con le previsioni più catastrofiche che vedono ogni innovazione come un sostituto definitivo delle tecnologie precedenti.
La prospettiva dell'investitore
Dal punto di vista degli investimenti, Hoffman ha sottolineato come questa dinamica rappresenti un pattern ricorrente nel mondo del venture capital. Gli investitori spesso si trovano di fronte alla scelta tra puntare su tecnologie emergenti come il mobile o il vibe coding, ma la realtà dimostra che le tecnologie tendono a persistere per periodi più lunghi del previsto. Quando poi effettivamente scompaiono, lo fanno rapidamente nel giro di pochi anni.
Questa osservazione rivela un aspetto cruciale della strategia di investimento tecnologico: piuttosto che cercare il prossimo "killer" di una tecnologia esistente, potrebbe essere più saggio considerare come le nuove innovazioni possano complementare e potenziare i sistemi già consolidati. Il vibe coding, in questa ottica, non rappresenta una minaccia esistenziale per i software di produttività, ma piuttosto un'opportunità di evoluzione e miglioramento dell'ecosistema tecnologico complessivo.