Un mondo che si estende dai social alla sicurezza IT
Uno degli ambito che fa più "gola" alle aziende parlando do Big Data è rappresentato dal mondo social. L'obiettivo delle aziende, in tal caso, è di riuscire a metter a fattor comune l'enorme mole di informazioni destrutturate provenienti dai social sia per riuscire a interpretare e anticipare nuovi trend che si sviluppano rapidamente sia per promuovere prodotti e testare campagne di vario tipo.
Un altro tema che non si può evitare di ricordare parlando di Big Data è quello del cloud perché questo nuovo modello mette a disposizione risorse scalabili e, perlomeno in teoria, infinite, per abilitare il livello computazionale e la capacità di memorizzazione richieste dell'analisi dei Big Data.Il volume delle informazioni rappresenta probabilmente la "V" assimilabile in modo più immediato ai Big Data, molte volte si tende a enfatizzare troppo quest'aspetto relegando velocità e varietà in secondo piano.
Eppure, è proprio la velocità con cui è possibile gestire le informazioni uno dei vantaggi principali di una soluzione Big Data. Anzi, oggi sono proprio le performance di accesso e analisi delle informazioni il requisito fondamentale richiesto all'IT per rispondere alle esigenze di business.
Il tema della varietà viene solitamente associato all'eterogeneità delle informazioni a alla loro natura, come sottolineato in precedenza, per lo più, destrutturata. Vale la pena però osservare come la varietà, in senso lato, sia anche degli ambienti e delle sorgenti che producono Big Data.
Uno degli esempi in tal senso è rappresentato dal mondo della sicurezza. Un recente studio di Vanson Bourne ha stimato che, in media, le grandi aziende memorizzano circa 11-15 Terabyte di dati di sicurezza alla settimana: una quantità di Big Data enorme la cui memorizzazione e analisi diventa fondamentale per identificare tendenze e modelli utili a prevenire violazioni alla sicurezza.
Negli Stati Uniti i Big Data hanno ormai assunto i contorni di un vero e proprio mercato mainstream, mentre in Europa la loro diffusione tra le aziende è finora avvenuta a ritmi molto più blandi. A rallentare l’adozione di progetti Big Data tra le organizzazioni europee hanno concorso soprattutto tre fattori: il più limitato volume dei dati a disposizione dalle aziende in Europa; le strette regolamentazioni del mercato del lavoro europeo; il clima economico.
Tuttavia, anche in Europa sta ora partendo con più forza un’ondata di consapevolezza circa le opportunità e i benefici derivanti dall’adozione di strategie mirate ai Big Data e IDC si aspetta un’accelerazione dei progetti Big Data in Europa nel 2014.