Windows XP: termina il supporto aumenta il rischio

Il 32% di tutti i pc nel mondo usano ancora XP, secondo i dati della Smart Protection Network Trend Micro, i cui responsabili fanno eco a Microsoft nel consigliare la migrazione per evitare l'aumento dell'esposizione alle minacce.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Martedì 8 Aprile, ore 19 in Italia: cessa il supporto per Windows XP. Come evidenziato dai responsabili di Microsoft si tratta di un termine ampiamente annunciato nonché ritardato di due anni rispetto al previsto.

Per strategia aziendale, infatti, Microsoft garantisce il supporto dei propri software per dieci anni, che scadevano nell'ottobre 2011. La notevole diffusione dei pc ancora equipaggiati con XP, ha portato a una proroga, ma non è possibile andare avanti.

Non lo è sia perché economicamente poco sostenibile, considerata la vetustà del sistema operativo, sia perché non conveniente per Microsoft, chiamata a rispondere ai propri azionisti.

Ammaina bandiera per Windows XP

Il punto è che sono ancora molti i pc attivi che usano il sistema operativo: il 32%, secondo i dati della Smart Protection Network Trend Micro, specialista della sicurezza. In Microsoft confermano, anzi, evidenziano che in Italia una percentuale piuttosto di questi pc appartiene alla Pubblica Amministrazione.

I responsabili di Trend Micro concordano con quelli di Microsoft circa l'aumento dei rischi che ciò comporta, a cominciare dal fatto che tutte le vulnerabilità che dovessero essere scoperte non sarebbero più "rattoppate".

Con la fine del supporto, tutti i sistemi Windows XP diventano possibili minacce non solo per coloro che li utilizzano, ma soprattutto per tutti gli altri, se diverranno parti di botnet.

Una situazione del genere, sottolineano in Trend Micro non si è mai verificata, le vecchie versioni di Windows per le quali Microsoft ha cessato il supporto nel passato non avevano, infatti, un utilizzo di questa portata. Forse perché dopo XP e i diversi service pack che ne avevano stabilizzato i "peccati di gioventù", sono passati 5 anni prima del Windows successivo.

Si trattava, però, di Vista, che fu un flop piuttosto clamoroso, tanto da essere immediatamente sostituito da Windows 7, che, però, esprimeva il suo meglio con Windows Server 8, raffreddando gli entusiasmi di chi avrebbe voluto migrare.

Se si aggiunge l'assurda consuetudine dei molti che preferiscono migrare all'ultima versione meno una, convinti che sia più stabile, si comprende la situazione di stallo che si era venuta a creare.

In passato certi ritardi si potevano forse gestire, ma oggi la rapidità con cui evolvono le minacce non permette distrazioni. Secondo i responsabili di Trend Micro, la soluzione è dunque migrare alle ultime versioni di sistemi supportati, come Windows 8.1, Windows 7, MAC OS X o Chromebook.

Ulteriori informazioni sul blog di Trend Micro.