Berserk: il manga lacerante e lacerato di Kentaro Miura

L'opera magna del compianto Kentaro Miura, Berserk, rimarrà uno tra i dark fantasy più grandi di sempre. Pure se maledetto, pure se lacerato.

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a cura di Elisa Erriu

Berserk è un manga troppo grande, troppo spesso, troppo pesante e grezzo. Non è altro che un enorme blocco di ferro. Se conoscete l'opera più importante di Kentaro Miura, avrete sorriso forse nel riconoscere queste parole, le stesse usate dal Maestro per descrivere l'Ammazzadraghi del suo amato personaggio. Se, invece, non le avete riconosciute, molto probabilmente vi siete persi non un ennesimo "capolavoro", bensì una tra le storie più travolgenti, coinvolgenti e spietate dei nostri tempi. La sua trama, così come la sua anima, è intrisa di sangue nero che chiamano "inchiostro". Kentaro Miura, il suo creatore, aveva iniziato il suo manga alla "vecchia maniera", con pennino e china e per più di trent'anni ha forgiato la sua opera, plasmandola con la stessa cura e potenza di un certo fabbro di nome Godor.

In Berserk, così come spesso capita nei manga più appassionanti e appassionati, Miura ha ritratto non soltanto una storia, bensì ha dipinto e colorato un intero universo, creato dalle sue passioni, dai suoi studi e da un vasto assortimento di citazioni artistiche. Purtroppo, il Maestro ci ha lasciato senza riuscire a terminare la sua opera e soltanto dopo un anno dalla sua scomparsa, i suoi assistenti e il suo amico Koji Mori hanno preso la decisione di portare avanti l'opera seguendo ciò che, secondo loro, potevano essere le sue volontà fino alla fine del manga. Oggi il suo destino prosegue come ha sempre fatto, sferzando e spezzando l'animo dei suoi lettori. L'opera, mostruosamente immensa, è approdata anche in altri campi come i videogiochi, nelle canzoni, nei libri e in media anche i più insospettabili. Ripercorriamo il viaggio di Gatsu e dei suoi compagni, dentro e fuori le pagine, fino ai giorni nostri. E chissà, anche oltre.

Berserk: il manga lacerante e lacerato di Kentaro Miura

La genesi di Berserk: gli struggenti anni '80

Berserk nasce in Giappone il 1989, avvolto tra le pagine della rivista Monthly Animal House, che diverrà nel 2006 quella che molti di noi conoscono con il nome Young Animal. Prima di Berserk però, Miura ha realizzato nel 1988 Berserk - The Prototype, un one-shot di 48 pagine che avrebbe anticipato il futuro e il destino dell'opera magna. Questo "prototipo" venne scritto da Miura per un concorso della Scuola di Manga Comi della casa editrice Hakusensha. L'editore, soddisfatto, propose di serializzare il lavoro che ne sarebbe seguito, fiducioso che il giovane mangaka avrebbe potuto regalare qualcosa ancora più "tagliente". E così fu.

A quel tempo, le sfumature "fantasy" nei manga erano ben presenti nel mercato: Kazushi Hagiwara lanciò il suo Bastard!! nel 1988, un manga con ambientazioni che rimandano letteralmente a un Me(tal)dioevo post apocalittico, Le Bizzarre avventure di Jojo di Hiroiko Araki nel 1987 iniziò a dipingere tinte oscure, drammatiche e decisamente "bizzarre" in un contesto che mescolava generi surreali e sovrannaturali. Potremmo pensare che un libricino inchiostrato con un'Ammazzadraghi possa essere stata creata con la volontà di offrire un'alternativa a questi autori, qualcosa di nuovo, diverso, insolito. Non saremmo di certo spinti a credere che un manga simile possa parlare della storia di ognuno di noi: troppa violenza, troppo orrore, Berserk è soltanto un "fantasy" più dark del solito. E invece Miura, per la sua opera, attingeva soprattutto alle tragedie che ogni giorno affliggevano le vite di coloro che vivevano gli struggenti anni '80.

Lo stile di Kentaro Miura

I fili del destino di Berserk sono tessuti da mani che appartengono alla storia medievale, a leggende, artisti e iconografie profane. Tutte le sue ambientazioni e i suoi personaggi rappresentano richiami alla storia dell'Europa e della mitologia occidentale a cavallo tra il 1300 e il 1500, a partire dalle battaglie delle Midlands, la Guerra dei Cent'anni realmente avvenuta tra francesi e inglesi in un periodo che abbraccia approssimativamente il 1337 e il 1452. Kentaro Miura ha infatti ambientato gli sviluppi della sua opera in una sorta di Medioevo "alternativo" e le virgolette non sono casuali, dato che a livello storico, il Maestro ha abbondato di fonti accurate, costellate di elementi dark fantasy. 

Miura ha creato il suo stile personale suggestionato (quasi ossessionato) da numerose citazioni storiche del basso Medioevo. La cura per i dettagli, il tratto deciso, realistico, inchiostrato rigorosamente a mano, sono soltanto alcuni dei tratti distintivi dello stile di Miura, che è possibile riconoscere sin dalle sue prime pagine, così nere che i lettori si sporcavano le mani coi suoi fumetti. Tutto in Berserk era un tripudio all'arte, dalle espressioni tagliate letteralmente con china e pennino sino alle ambientazioni e le delle opere architettoniche, disegnate in maniera così appropriata dal Maestro, che possiamo riconoscere senza dubbio il Palazzo Vecchio a Firenze, la moschea di Cordoba o la Cattedrale di Reims.

Ma non è stata solo la storia a plasmare le gesta di Gatsu, Miura ha più volte dichiarato che a ispirarlo (quasi guidarlo) è stato anche lo stile di altri Maestri: per la sua opera, Miura si è di certo ispirato alla Saga di Guin, di Kaoru Kurimoto, amalgamato allo stile esagerato di Violence Jack di Go Nagai. Inoltre, il suo stile parrebbe derivato dalla visione di numerose opere artistiche, tra le quali quelle di Escher e Bosch, oltre ad alcune icone provenienti dal cinema, come L'amore e il sangue di Paul Verhoeven Hellraisers Clive Barker, Rutger Hauer in Ladyhawke, e infine ad altri mangaka, come Tetsuo Hara e Fujihiko Hosono. Proprio con Go Nagai, per esempio, e il suo Devilman è possibile trovare delle fortissime similitudini in Berserk, a partire dal rapporto di Akira e Ryo (Amon e Satana) con quello di Gatsu e Grifis, fino alle illustrazioni nevrotiche, energiche e infernali, che ricordano in entrambi gli autori lo stile delle illustrazioni dantesche di Gustave Dorè.

In Berserk, riconosciuto come uno dei più famosi e caratteristici seinen di sempre, insomma, vive un numero vastissimo di miti, creature e stili che si ricollegano a gran parte delle storie del mondo: esseri che vivono negli Oceani e negli Abissi, troll, spettri e coccodrilli, tigri demoniache e piccoli Bejelit, che ricordano il rompicapo di LeMerchant, con cui è possibile evocare i Cenobiti e cambiare il corso della propria esistenza,  i Kushan sono tratti da ottomani, persiani e indiani che nel 1453 assediarono Costantinopoli, persino le navi, gli abiti e le armature sono storicamente accurati. Amalgamando il tutto con un sapiente lavoro di maestria, è come se Miura avesse riscritto la storia dell'uomo e dei suoi miti, nascondendoli sotto un mantello nero.

A cosa si è ispirato Kentaro Miura: la storia dietro la storia

Tra tutte le interviste che Miura ha concesso, è emerso che, come spesso capita coi mangaka più famosi, gran parte della storia del manga fu tratta dalla storia stessa di Kentaro Miura. Il Maestro, quando faceva colazione, prima di mettere mano al suo Berserk, assisteva a un mondo afflitto da guerre e tragedie civili, il Giappone di quel periodo era, come definito da lui stesso nel corso di un'intervista con Yukari Fujimoto: "triste e spaventoso". Ogni giorno, al notiziario, potevi sentire storie di criminali, di persone morte con l'unica colpa di essersi ritrovate nel posto sbagliato al momento sbagliato. E voleva, attraverso il suo manga, metabolizzare la paura, la rabbia e lo sgomento, trasformandolo in qualcosa di autentico, vero, qualcosa con cui un lettore potesse empatizzare.

Miura aveva appena ventitrè anni quando iniziò il suo Berserk. Conservava ancora i ricordi della sua vita al liceo, amava gli shojo, era mancino e aveva paura di non essere all'altezza, invidiando rispettosamente i suoi colleghi mangaka. Così il Maestro, dicendo di attingere a battaglie risalenti secoli fa, rivelò più di una volta che a ispirarlo erano spesso stati anche agli sconvolgimenti del suo tempo. La violenza, a quanto pare, è dunque una prerogativa della specie umana e sembra destinata a ricapitare, storia dopo storia, epoca dopo epoca? Secondo Miura, che amava i giochi delle Idolmaster e il suo lavoro, al punto da dedicargli tutta la propria vita, il destino dell'umanità è un po' soggiogato dalla Mano di Dio, un po' dalle nostre più oscure emozioni.

La trama di Berserk: destino, sangue e oscurità

L'opera di Kentaro Miura è lunga e complicata: il primo capitolo di Berserk si apre come l'abbraccio lussurioso di un demone. Così capiamo subito con che genere di storia dovremmo fare i conti da qui in avanti. Ma questo è soltanto l'oscuro incipit di una trama che, tavola dopo tavola, si abissa sempre più negli oscuri meandri della mente umana. Man mano che proseguiremo il viaggio, troveremo palesi pensieri filosofici ed ermeneutici, intrecciati a una trama dai fini richiami storici. Al momento, Berserk è suddiviso in cinque archi narrativi. 

Primo Arco narrativo - Il Guerriero Nero: il primo arco narrativo di Berserk, intitolato "il Guerriero nero", comprende i primi tre tankobon, termine giapponese per indicare un blocco unico di capitoli, una serie composta da un ordine svariato di volumi. I primi capitoli di Berserk ci portano in medias res, ovvero in mezzo alla storia del nostro protagonista: qui assistiamo al viaggio di Gatsu, uno spadaccino avvolto da un mantello nero che migra di città in città in cerca di qualcosa. O meglio, qualcuno. L'oscuro mercenario è assetato di vendetta: sta cercando gli Apostoli, esseri umani che hanno corrotto la propria anima, sacrificando ciò che più amavano, in cambio di un potere terrificante. O meglio, divino. Man mano che Gatsu sconfigge questi esseri mostruosi che una volta erano uomini, conosciamo il suo passato e comprendiamo di più la natura del suo cuore.

Secondo Arco narrativo - L'età dell'Oro: insieme all'arco successivo, sono il cuore pulsante di Berserk, racchiuso dal 3° fino al 14° tankobon. Non possiamo dire di aver iniziato Berserk, finché non assistiamo alla nascita di Gatsu, nato dal corpo di una donna impiccata. È proprio qui, dove tutto ha avuto inizio, che apprendiamo il destino del manga e la sua natura sanguinea. Dopo aver visto così tanto la morte, apprendiamo la vita del nostro protagonista e scopriamo il suo passato da mercenario della Squadra dei Falchi, il suo incontro/scontro con Grifis e Caska, fino all'inevitabile momento in cui Gatsu decide di non far più parte del sogno del Falco.

Terzo Arco narrativo - La Condanna: dal 14° fino al 21° tankobon, l'altro arco che spiega e mostra spietatamente il perché Gatsu fino adesso fosse in cerca di vendetta. È l'arco dedicato all'Eclissi e alla condanna di Gatsu e Caska di "sopravvivere" come Sacrifici. Sono i capitoli dedicati alla consapevolezza e al ritorno del fato, poiché il Guerriero Nero, dopo un lungo peregrinare intento a distruggere la Mano di Dio capitanata da Phemt, decide di accettare l'inevitabile: proteggere chi ama.

Quarto Arco narrativo - Il Falco del Regno Millenario: dal 22° al 35° tankobon, Gatsu ha una nuova "squadra", un gruppo di compagni decisi ad accompagnarlo nel suo viaggio per far recuperare la memoria a Caska. I capitoli culminano con uno scontro colossale che dà vita al regno di Falconia, il sogno di Grifis.

Quinto Arco narrativo - Il Mondo Fantastico: arrivano fino al 40° tankobon e all'arrivo di Gatsu e i suoi nell'Isola degli Elfi, l'ultima meta del loro viaggio, dove Caska può essere guarita. Questo è ovviamente un mero riassunto del sangue e dell'oscurità che permeano l'opera, in cui tralasciamo purtroppo molti altri personaggi, molte sfumature e molte citazioni sullo spietato destino che Gatsu deve ancora vivere.

In realtà, sono stati pubblicati 41 tankobon nel caso di Berserk, purtroppo però il 41° non ha ancora un nome ufficiale. È l'ultimo realizzato da Kentaro Miura e si conclude con il 364° capitolo. Questo tuttavia possiede un titolo, alquanto significativo e spiazzante, traducibile come: "Una Lacrima come Rugiada Mattutina". Dal 365° capitolo la direzione del manga è passata allo Studio GAGA, lo stesso creato e gestito da Miura, e alla supervisione di Kouji Mori, un suo carissimo amico. Loro sanno benissimo che Berserk si è concluso con l'ultimo capitolo diretto da Miura, ma con profondo rispetto e amore verso il Maestro, hanno deciso di proseguire. Loro, prima di essere colleghi, erano amici di Miura, parlavano con lui ogni giorno, ricalcavano le sue linee, condividevano pasti e ricordi con lui. Questo non basta per nutrire una profonda ammirazione nei confronti di chi, come loro, nonostante il dolore e la consapevolezza di non essere al suo livello, vogliano comunque proseguire?

Gatsu, il Guerriero Nero: il protagonista maledetto di Berserk

Ogni tavola di Kentaro Miura è stata cesellata con meticolosità e perizia ed è anche per questo che il Maestro ha impiegato così tanto tempo per realizzarle. Ogni personaggio di Berserk rappresentava una situazione ben precisa, un riferimento culturale, una citazione personale, storica o persino antropologica. All'apparenza, il protagonista è un uomo segnato dalla guerra, un terrificante spadaccino, vendicativo, sanguinario e spietato. Approfondendo la storia di Gatsu, impariamo che il guerriero che indossa l'armatura del Berserk è anche questo. Ma non soltanto questo.

A partire dal suo nome, che in molti hanno pensato potesse alludere al tedesco "gatto selvatico" oppure al termine inglese per dire "viscere/coraggio", sappiamo che in realtà Miura l'ha chiamato così per la sua immensa conoscenza della cultura medievale in Europa. Questo nome, infatti, il Maestro l'aveva spesso trovato mentre studiava la Guerra dei Cent'Anni nelle Midlands tra il 1300 e la seconda metà del 1400, epoca che si ricollega alle vicende narrate in Berserk: ne è un esempio Gottfried "Götz" von Berlichingen, un cavaliere tedesco vissuto all'incirca nello stesso periodo di riferimento del manga.

Questo nobile soldato venne reso famoso dallo scrittore e poeta Johann Wolfgang von Goethe, che scrisse una tragedia ispirata alla sua vita, immortalando le sue gesta. Questo folle combattente è accomunato con Gatsu, oltre che dal nome e dalla sua vita di ventura, per il suo temperamento indipendente, spavaldo e coraggioso, sprezzante dei potenti e dei pericoli. Inoltre aveva perso un braccio a causa di una cannonate e da allora combatteva con una certa protesi di ferro, la stessa che porterà Gatsu ad un certo punto della storia.

Oltre a questo, sappiamo con certezza che il Maestro non avesse delineato il suo Gatsu sin dalle origini della storia: all'inizio aveva soltanto una certezza, voleva rappresentare un personaggio vendicativo, condotto da una cieca rabbia, un uomo che incarnasse l'ego e l'animo degli anni scuri in cui viveva il nostro Miura. Un uomo così grande e potente che non combattesse con una spada qualsiasi, bensì mulinasse un gigantesco e grezzo spadone dal peso di 400 libbre, l'iconica Ammazzadraghi. E prima che pensiate che almeno questa sia un'invenzione del Maestro, sappiate che nel 1500 è vissuto un mercenario noto per impugnare una zweihander, un enorme spadone a due mani che pesava più di 100 kg. Il padrone di questa temibile arma si chiamava Pier Gerlofs Donia, un possente guerriero assetato di vendetta per la moglie uccisa dai lanzichenecchi. Il caso non esiste in Berserk.

Inoltre, Gatsu rappresentava un lato caratteriale di un caro amico dell'adolescenza di Miura, una persona che si lasciava guidare dalle sue emozioni, impulsivo, indisponente e molto cocciuto talvolta. Tuttavia, Gatsu non è un personaggio del tutto negativo: ombre e luci, bene e male, convivono in Berserk fuse e confuse. La linea morale dei personaggi dell'opera di Miura non è mai assoluta. Anzi, proprio grazie a Gatsu e il suo amico/rivale Grifis, prendono vita le numerose sfaccettature complementari dell'animo umano: amore, odio, rancore, paura, ambizione, perdizione.

I personaggi: nemici e amici, odio e amore

Miura aveva definito i suoi Grifis e Guts come "i sentimenti di un ragazzo che cerca seriamente di raggiungere qualcosa": riflesso e aspetto, realtà e illusione, due raggi opposti di uno stesso cerchio, che ruotano e danzano dentro ognuno di noi. Così sono i due protagonisti principali di Berserk.

Grifis, il carismatico leader della Squadra dei Falchi, sarebbe ricalcato su un condottiero britannico, John Hawkwood, noto in Italia come Giovanni l'Acuto, che era (casualmente?) il comandante della Compagnia Bianca del Falco, che ha combattuto appunto nella sopracitata Guerra dei Cent'anni. È il contrario e complementare lato della natura di Gatsu: è dall'aspetto "candido", luminoso, sorridente, femmineo, ha un fascino innato che conquista tutte le persone che lo circondano. Inizialmente amico di Gatsu, diverrà in seguito il suo più acerrimo nemico. È un abile stratega disposto a tutto pur di realizzare il proprio sogno. Ed è forse proprio questo ciò che lo divide da Gatsu: in fondo, il Guerriero Nero cercava soltanto un focolare dove sedersi in una notte fredda, non aveva ambizioni troppe elevate, fatte di castelli e regni da dominare. Al contrario, Grifis, una volta perso il suo amico, impazzisce e per lo sgarro ricevuto, cambia i suoi piani pur di tenerlo stretto a sé. Una mossa che sconvolgerà tutte le vicende del manga.

Tra gli altri personaggi troviamo anche Caska, anche lei membro della Squadra dei Falchi, i mercenari che combattono nella guerra delle Midlands. Abile combattente, Caska diverrà prima l'amante di Gatsu e infine vittima della faida tra lui e Grifis. Anche lei verrà marchiata dai fatti dell'Eclisse e sarà una delle poche sopravvissute.

Si riunirà al Guerriero nero insieme ai suoi nuovi compagni Pak, un piccolo spirito del vento che spesso crea le parti comiche del manga, poi Farnese, Serpico, Shilke, Isidoro, legati a Gatsu dalle ferrose macine del destino.

I rivali: in battaglia, chi perde muore

Ciò che rende unica l'opera di Miura è la capacità di sviscerare l'animo umano: orridi mostri, spietati condottieri, persone afflitte dal destino o persino il nostro migliore amico, chiunque in Berserk può rivelarsi protagonista o antagonista. I rivali di Gatsu hanno sempre avuto uno spessore tutto loro e una storia che non giustificava, ma perlomeno motivava le proprie azioni.

Miura ha donato loro l'aspetto terrificante di esseri sovrannaturali, come il Barone Serpente o Wiald, di incubi che perseguitano le notti di Gatsu, di creature tratte dai film horror o dalle favole europee, come è il caso dei membri della Mano di Dio e Lucine. Miura ha persino ha attinto dai miti e dalle religioni nell'intrecciare il destino del Guerriero nero, presentandogli lungo il cammino avversari temibili e potenti come Ganishuka e Mozgus. Talvolta, invece, gli avversari si sono rivelati nobili guerrieri, spinti da un codice d'onore, come Zodd l'Immortale e Gurnbeld, a cui Miura ha persino dedicato una serie a parte.

Altre volte il nemico si rivelava un amico, come è capitato col Cavaliere del Teschio, che ha avuto un ruolo fondamentale in tutto l'arco narrativo, sebbene sia apparso e scomparso a proprio piacere, lasciando spesso dubbie le sue reali azioni. Altre volte ancora, invece, l'avversario si annidava nelle trame di corte, nelle strategie dei nobili delle Midlands e negli intrighi per conquistare sempre più potere. Anche un genitore adottivo poteva rivelarsi uno spietato avversario, come è successo al piccolo Gatsu quando Gambino gli insegnò la dura vita di un orfano in mezzo a un campo di battaglia.

Nessuno è "buono" o "cattivo" in Berserk, i confini di questi estremismi umani, sono una mera illusione: così come Grifis, il virtuoso condottiero, è disposto a tutto pur di perseguire il suo sogno, al punto di trasformarsi nel più oscuro dei personaggi, anche Gatsu, il protagonista spinto dalla sete di vendetta, si rivela in verità essere soltanto "un uomo", un mortale determinato, eppure desideroso di semplici cose, come una famiglia. Il vero "mostro" nella trama di Miura è il destino, perché "l’uomo si illude di essere il fautore della propria vita, ma esistono elementi superiori che guidano e controllano il destino di ognuno di noi, chiamateli forze sovrannaturali oppure intervento divino, ciò che è certo è che le nostre azioni non sono il risultato del libero arbitrio”.

Berserk - l'anime

Il successo di Berserk si calcola anche nei vari media e negli svariati cuori che è riuscito a conquistare: oltre al manga, sono diventate famose le serie anime e i film tratti dall'opera originale. Talvolta, purtroppo, anche per la scarsa qualità, rispetto al manga di Miura.

La prima serie televisiva dedicata all'opera di Miura è stata trasmessa in Giappone tra il 1997 e il 1998: la VAP ha realizzato questo anime composto da 25 episodi di 25 minuti, riproducendo a grandi linee i primi tre archi narrativi della storia originale. Questa prima serie, generalmente apprezzata dai fan, è stata trasmessa su Italia 1 in fascia notturna, ogni venerdì oltre la mezzanotte, nel 2002. In seguito è stata raccolta in 13 videocassette e poi in cinque DVD da Yamato Video, ormai esaurita da diverso tempo. A grande richiesta, infatti, da quest'anno Yamato Video ha reso finalmente disponibile per la prima volta in Italia l'edizione Blu Ray della serie del '97 di Berserk, che include oltre ai 3 CD con l'anime anche un booklet esclusivo di 40 pagine.

Questo prime anime, pur rimanendo fedele alle ambientazioni oscure e drammatiche tipiche dell'opera originale, si differenzia dal manga in numerosi particolari: la rimozione di alcune scene, come l'infanzia di Gatsu, e l'assenza di alcuni personaggi, come l'elfo Pak o il Cavaliere del Teschio. Le tematiche di amicizia e ambizione sono inoltre più sviluppate rispetto agli aspetti soprannaturali e del fato. Tuttavia, pur con queste differenze, a contribuire il successo della prima serie anime, sono stati anche il character design di Yoshihiko Umakoshi e le musiche di Susumu Hirasawa, celeberrimo compositore di numerosi album, tra i quali le colonne sonore di diversi film di Satoshi Kon.

Dopo il successo della serie, nel 2010 venne annunciato un nuovo progetto cinematografico dedicato sempre a Berserk: dopo due anni esce infatti al cinema il primo film di una trilogia, realizzata da Studio 4°C in CGI e motion capture, per la regia di Toshiyuki Kubooka. Con questa serie intitolata Berserk - L'epoca d'oro, vengono ripercorse le vicende di Gatsu in tre capitoli, Capitolo I: L'uovo del Re dominatore, Capitolo II: La conquista di Doldrey e il Capitolo III: L'avvento, distribuiti dalla Warner Bros. e pubblicati in italiano in DVD e Blu-ray da Yamato Video. Pur raccontando gli stessi archi narrativi già affrontati nella serie tv, stavolta la prospettiva narrativa cambia (e non soltanto dal punto di vista grafico), permettendo alla trilogia di diventare un successo al botteghino. I film convincono a tal punto i produttori, che a distanza di tempo progettano finalmente di lanciare una nuova serie anime, che riprenda la narrazione dopo l'Eclisse.

Parliamo della seconda serie animata andata in onda nel 2016: questa serie realizzata dagli studi Liden Films, Gemba e Millepensee, per la regia di Shin Itakagi sotto la supervisione dello stesso Miura, è stata realizzata quasi interamente in animazione digitale, risultando spesso agli spettatori come macchinosa e sgradevole nelle scene d'azione. Ed era un peccato, perché a livello di narrazione si è spinta più in là di quanto abbiano fatto la serie precedente e i tre film, risultando persino più fedele al manga. Tuttavia, nonostante due stagioni da 12 episodi ciascuna, la nuova serie mandata su Crunchyroll rimane ancora adesso la meno apprezzata.

Berserk – le edizioni italiane: quale acquistare?

In Italia Berserk è pubblicato dall'etichetta Planet Manga di Panini Comics sin dall'agosto del 1996. La prima edizione, conosciuta come "la Serie Nera", è formata da volumetti corrispondenti a metà degli originali giapponesi. Secondo una pratica diffusa all'epoca della pubblicazione, l'editore ha ribaltato le tavole per rendere il fumetto leggibile da sinistra a destra, facendo sì che nell'edizione italiana ogni cosa risulti specchiata rispetto all'originale: Gatsu perde così il braccio destro e l'occhio sinistro, costringendo tra le altre cose a modificare il titolo del capitolo 87:  "L'immagine persistente dell'occhio destro" in L'immagine persistente dell'occhio sinistro.

In seguito Berserk in Italia è stato stampato anche nell'edizione "Maximum", fedele all'edizione giapponese e quasi in tutto ai volumi tankobon originali. Ora, però, quest'ultima edizione è stata sostituita molto probabilmente dall'ultima versione più recente, pubblicata da quest'anno sempre da Panini: l'edizione Deluxe. Questa nuova edizione è più costosa rispetto alle altre, per via della sua rilegatura di pregio, il cartonato arricchito e le lussuose copertine in simil-pelle. La lettura segue il tratto orientale, con persino le onomatopee lasciate così come erano state disegnate in originale dall’autore. Per concludere, ogni volume contiene una preziosa cover gallery a colori.

L'edizione Deluxe è quindi la versione giusta se state cercando un'opera il più simile all'originale, sebbene sia molto voluminosa: il primo dei dodici volumi (che comprende a sua volta i primi tre volumi originali), è però la versione definitiva perfetta per chi vuole iniziare a leggere il manga, ma anche per i fan di lungo corso che potranno riscoprirne il fascino ancora una volta.

Berserk nella cultura pop

Fino a qualche anno fa, Berserk è stato uno dei manga più venduti fuori dal Giappone:  è stato tradotto ed esportato in vari Paesi nel mondo, in Francia e nei Paesi Bassi da Glénat, in Brasile, Germania, Messico e Spagna da Panini Comics, in Nord America da Dark Horse Comics, in Corea del Sud da Daiwon, e a Taiwan da Tong Li Publishing. Nel 2018 è stato il fumetto più venduto di tutti i tempi dal celebre editore statunitense Dark Horse Comics, con oltre 2 milioni di copie vendute. Tuttavia, dopo anni di onorevoli successi e di milioni di copie vendute in tutto il mondo, il manga ha ricevuto un lento declino nel tempo, complice la scarsa serializzazione costante da parte del suo autore.

Nel suo paese natale, Berserk riscuoteva una fama generalmente positiva: ogni volume che usciva, registrava numeri da record di vendite, sgomitando tanti titoli in voga. Ma è nel tempo che si giudica l'impatto che il manga ha avuto tra i suoi fan. Infatti, sebbene l'opera abbia messo a dura prova i suoi lettori, durando più di trent'anni senza ancora il barlume della fine, in tutti questi anni ha coinvolto le vite di milioni di persone. Tra questi, altri mangaka, altri artisti, persino alcuni scrittori, anche italiani, e tantissimi geni del mondo dei videogiochi: ci sono numerosi giochi che rendono omaggio a Berserk, a partire da Final Fantasy, per poi procedere con Drakenguard, Devil May Cry, Tales of Berseria e il recente Soulstice.

Hidetaka Miyazaki, creatore della serie di Souls, ha dichiarato più volte che tra le sue principali ispirazioni c'è Berserk, grande fonte di ammirazione per le sue opere. Ecco perché è possibile riconoscere le numerose citazioni all'opera di Miura nei suoi Bloodborne e Dark  Souls. Berserk ha anche una serie di videogiochi a suo nome, anche un gioco di carte collezionabili e una sfilza di action figure, alcune tra le più costose del settore.

Berserk in futuro

Ora che Kentaro Miura ci ha tragicamente lasciati il 6 Maggio 2021, ci siamo tutti chiesti se avremmo mai potuto vedere la fine di Berserk: molti fan, per rispetto, avrebbero piuttosto sacrificato il loro desiderio di sapere come si sarebbe concluso il viaggio di Gatsu, rimanendo lì, sotto quella luna calante disegnata per l'ultima volta dal Maestro. Ma tanti altri avrebbero voluto che qualcuno ereditasse la sua storia. Così, dopo un anno di silenzio, l'editore Hakusensha ha deciso che avrebbe continuato l'opera, supervisionata da Kouji Mori assieme allo Studio GAGA.

Il nuovo autore di Berserk era un caro amico del Maestro, al punto da avergli dedicato un memoriale quando è venuto a mancare, in cui raccontava la sua esperienza e la sua visione di Miura. Mori, al contrario del suo amico, ha avuto una vita travagliata, si metteva spesso nei guai e fu proprio Miura ad aiutarlo a uscire da certe situazioni, esortandolo a continuare la vita da mangaka.

Attraverso le sue opere, Mori spesso rappresentava drammi quali il suicidio, il degrado della società moderna e le paure verso il nostro futuro, i suoi personaggi sono spesso deboli, tormentati o emarginati, persone comuni con cui è facile provare una forte empatia. Lontani dai canoni di Berserk, che vivono di sfumature, complessità e discromie con cui è praticamente impossibili delimitarli in uno standard unico. È persino difficile capire se li detestiamo o li amiamo.

Difficile dire, dunque, quale sarà il futuro di Berserk, ma una cosa è certa: Berserk non sarà più lo stesso. Sebbene fosse da tempo che Miura lasciava la sua opera nelle mani dei suoi fedelissimi assistenti, c'era sempre lui a supervisionare, a ultimare e cesellare i suoi personaggi e la sua storia. Ora il manga è proseguito da giugno 2022 con una serializzazione estremamente accurata, lontana dagli standard di Miura. Tuttavia, ne ha risentito inevitabilmente la qualità delle tavole: gli appunti e gli schizzi lasciati in eredità dal Maestro non possono competere con l'anima che lui ci metteva. Eppure, come più volte dichiarato da Mori e i suoi, ciò che vedremo "rappresenta il modo migliore per dar vita al Berserk che Miura immaginava, nella maniera più fedele possibile".

Fino al capitolo 370 pubblicato sotto la nuova linea direzione, ci è chiaro che mancherà sempre il tocco del Maestro. Il destino, alla fine, ci ha insegnato ancora una volta quanto possa rivelarsi crudele. Ma abbiamo anche visto che anche un cuore sbranato da un'armatura eppure colmo di passione, dedizione e amore, può sconfiggere qualsiasi avversario. Anche la morte.