Botanik: agricoltura a base steampunk - la recensione

Botanik è un rapido e intrigante gioco di piazzamento tessere. Cercando di essere sempre un passo avanti sul nostro avversario dovremo costruire il più grande e produttivo impianto di irrigazione.

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a cura di Silvio Colombini

Botanik, creato dal trio di autori Largey-Crittin-Pauchon e distribuito in Italia da Asmodee, è un veloce e intrigante gioco competitivo per 2 giocatori a partire da 10 anni di età, che permetterà di intavolare partite della durata di circa 30 minuti.

Vestendo i panni di due ambiziosi aiutanti della Dottoressa Beatrix Bury dovremo ingegnarci per riuscire a creare il sistema di produzione botanico più performante in assoluto e per farlo sarà necessario calcolare con attenzione ogni mossa e, se necessario, andare rovinare i piani del nostro avversario

I materiali

Come di consueto, prima di entrare nel dettaglio di Botanik, diamo una rapida occhiata alle componenti che costituiscono il prodotto. Sulla scatola poco da dire: di dimensioni ridotte permette di portare con noi Botanik ovunque. All’interno troveremo per prima cosa il regolamento. Otto pagine, espone le regole in modo decisamente chiaro: affiancato da numerosi esempi, non lascia spazio ad alcun dubbio interpretativo. Tutte le componenti di gioco, token giocatore di turno escluso, sono in cartone di ottima qualità: “pesanti” il giusto, e pressati a dovere , trasmettono una piacevole sensazione di solidità. Una piccola nota di plauso va alla plancia di gioco che, quando chiusa, richiama un piccolo taccuino segna appunti, e non uno qualsiasi ma quello della rinomata dottoressa a capo del laboratorio!

L’aspetto meccanico è decisamente funzionale e performante. A voler essere pignoli avremmo gradito che i simboli di riconoscimento delle singole tessere (probabilmente pensati per le persone affette da daltonismo) fossero un po’ più grandi. La grafica è una piccola gioia per gli occhi: riesce a mescolare sapientemente steampunk ad una vena di surrealismo. Da ultimo il token “Giocatore di turno”: in plastica sembra una piccola scultura in legno. Apprezzabile il fatto che le due facce vadano a riprendere le fattezze dei due personaggi del gioco. Segnaliamo che nella copia a nostra disposizione era presente anche un gettone in metallo, prodotto in quantità limitata, che può essere utilizzato in sostituzione del suddetto token.

Setup

Dare il via a una partita di Botanik è una questione di pochissimo tempo (meno di due minuti prendendosela comoda). Basterà aprire la plancia di gioco e disporre 5 tessere sulla fila centrale, altre 3 al fianco (la Zona Arrivi)e il resto in un luogo facilmente raggiungibile da entrambi i giocatori. A ciascuno verrà poi dato una delle due tessere Sorgenti (distinguibili dalle altre grazie alla diversa grafica del retro), a chi inizierà per primo verrà anche consegnato il token Giocatore di turno.

Il gioco

Prima di andare a vedere come funziona una partita sarà necessario fare una piccola disamina delle tessere che andremo ad usare. Nella scatola troveremo quindici tessere per colore, per un totale di 65, di queste dodici sono tubature di diversa forma, mentre le restanti tre sono Meccabotanico, Verdura e Frutto: questa distinzione sarà fondamentale per poterle disporre in maniera corretta durante la partita. Inoltre alcune tessere presentano uno o più Fiori: ininfluenti dal punto di vista meccanico, saranno fonte di punti alla fine del gioco.

Fatta questa necessaria premessa andiamo a vedere come si gioca a Botanik. Ogni partita è data da una serie di turni all’interno dei quali possiamo distinguere due “macro” sezioni: pesca e posizionamento, sempre presente, e Costruzione Macchinario (dipendente dall’andamento della parte precedente). Nella prima i giocatori, alternandosi, prendono una tessera nella Zona arrivi e devono metterla sulla plancia di gioco. A loro decidere se posizionarla in uno spazio vuoto davanti a loro o nella fila centrale. Mentre collocare una tessera nella fila centrale non ha alcuna tipo di limitazioni (ma come vedremo a breve e parte fondamentale della tattica di gioco), per disporre le tessere in uno dei cinque spazi disponibili dovremo rispettare alcune regole:

  • lo spazio non deve già essere occupato
  • La tessera da porre deve essere dello stesso tipo (Frutto, Verdura o Meccabotanico) o dello stesso colore della tessera centrale

Facendo un esempio: se in una “casella” centrale fosse posizionato un Frutto Nero avremo tre opzioni diverse: coprirlo con qualunque tessera, disporre nella zona di “sgancio” un pezzo nero o, in alternativa, posizionare nellla stessa zona un altro frutto.Nella realtà i Meccabotanici introducono un’eccezione che, per semplicità di esposizione, spiegheremo a breve. Ma a parte questa unica differenza, è tutto qui: poche e semplici regole gestiscono questa prima parte del gioco

E questo ci porta alla seconda metà. Le tessere posizionate nei cinque spazi potranno essere rilasciate e quindi utilizzate per creare il nostro complesso bio-meccanico solo in un caso: quando nella fila centrale verrà messa una nuova tessera che sia diversa per tipo o colore. Questo sganciamento sarà bilaterale (quindi una nostra azione influenzerà anche il lato avversario e viceversa) e obbliga a posizionare immediatamente il pezzo appena ottenuto. Eccezione a questo meccanismo generale (e, abbastanza intuitivamente, elemento tattico da tenere in considerazione) sono le tessere Meccabotanico: a differenza delle altre, quando liberate, non andranno aggiunte al meccanismo ma bensì permetteranno di prendere una tessera a piacimento dalla fila centrale (facendo eventualmente scattare lo sganciamento di un’altra tessera).

Come vanno usate le tessere sganciate è presto detto. Partendo dalla tessera Sorgente dovremo posizionare le “nuove entrate” in maniera da andare a costruire un Macchinario che, a fine partita, sia quanto più possibile foriero di punti. Ovviamente anche questo posizionamento segue delle regole.

  • le tessere potranno essere posizionate solo adiacenti ad una tessera già presente.
  • i tubi possono essere posti solo attaccandoli ad altri tubi; ugualmente i lati senza “sbocchi” possono essere posti solo vicino a lati ciechi. A tal fine va segnalato che il posizionamento non è legato al colore della tessera (sebbene questo sia fondamentale per il punteggio).
  • la rete delle tubature non potrà mai essere chiusa.

Una volta terminate le tessere si procederà al conteggio dei punti. Come è logico aspettarsi, non tutte le tessere posizionate saranno valide, ma ci saranno delle direttive da seguire.Come si attua questo conteggio è presto detto:

  • 1 punto per ogni tessera di un colore adiacente, ma non per forza collegato, ad un’altra dello stesso colore (partendo da un minimo di tre)
  • 1 punto per ogni fiore presente lungo le tubature
  • 3 punti per ogni Frutto o verdura (purché sia collegato ad un pezzo dello stesso colore)

Ci teniamo a sottolineare che spesso trovare il modo per rendere il più redditizio possibile il Macchinario che stiamo costruendo sarà un discreto rompicapo. In effetti non sarà così raro trovarsi nella situazione di “perdere” punti, o avere tra le mani un inaspettato problema, perché quello che fino a pochi momenti prima sembrava un ottimo punto per piazzare un pezzo è improvvisamente diventato un ostacolo in grado di costringerci a reimpostare la nostra tattica. Piccola nota finale. Come forse avrete notato all’inizio di ogni round le tessere sullo spazio Arrivi sono tre: questo comporta che in determinato round uno dei giocatori potrà agire solo una volta a fronte di due mosse dell'avversario, ma anche che in quello dopo sarà chi ci sta di fronte a subire la stessa sorte.

Considerazioni

Partiamo da quello che , secondo chi vi scrive, è il vero tallone d’Achille di Botanik: la scarsa interazione tra i giocatori. Escluse le occasionali situazioni in cui andremo a prendere una tessera evidentemente utile al nostro avversario (o, con un pizzico di finezza in più, a costringerlo a posizionare qualcosa che potrebbe creargli problemi) per tutto il resto del tempo saremo concentrati a portare avanti il nostro gioco, ignorando di fatto la persona che ci sta di fronte. Questo ci porta dire che non ci sarebbe spiaciuto vedere qualche meccanica (anche monouso) che permettesse di andare a intervenire nel “campo avversario”, magari dando a ciascuno dei diversi Meccabotanici un’abilità.

Altro elemento da prendere in considerazione è l’alea. Inutile negare che è presente: la pesca casuale delle tessere impedisce di avere una gestione assoluta dell’andamento della partita. Tuttavia va detto che questo è, di fatto, l’unico punto dove la casualità interviene. Nel resto della partita saranno i giocatori a stabilire il passo: scegliendo cosa prendere, dove porlo, quali tessere svincolare (o persino se farlo) e come costruire il Macchinario. Quindi sì, l’alea è presente ma nel complesso di un partita è decisamente poco influente. Anzi già dalle prime partite ci si renderà conto che quello che inizialmente può sembrare un delirio dettato dal caos e in realtà frutto di decisioni errate e, ancora più spesso, errati posizionamenti delle tessere.

Tematicamente parlando lascia un filo perplessi il fatto che, ai fini del punteggio, le tessere delle stesso colore debbano essere semplicemente adiacenti e non collegate. Tuttavia è facile capire che si tratta di un compromesso per rendere più gestibile il gioco, anche a scapito di una maggior plausibilità.

Infine una valutazione sulla durata di una partita. Per una volta riteniamo che stima ufficiale sia leggermente abbondante, e che in realtà una sfida a Botanik si assesti sui 20 minuti circa. Perfetto per giocare più volte di seguito (o per farlo mentre qualcun altro prepara qualcosa di più corposo). E questo si lega alla longevità del titolo: nell’immediato, nella nostra esperienza, la ridotta durata di ogni partita è risultata essere un ottimo stimolo per giocarne subito un’altra (o anche di più). Sul lungo termine, almeno in teoria, esiste il rischio che il gioco possa risultare un po’ ripetitivo, tuttavia il gioco riesce a catturare l'interesse così bene che difficilmente verrà a noia.

Adatto a

Nel complesso Botanik è un gioco facile da imparare e mediamente difficile da dominare, mosso da meccaniche veramente semplici che lo rendono approcciabile praticamente da chiunque, a prescindere da età o precedenti esperienze. Anzi, la facilità di gioco lo rende un buon introduttivo per i giochi tattico-strategici: abbiamo qui qualcosa che “costringe” a ponderare le mosse su breve e media scala, senza trascinare il giocatore in machiavelliche pianificazioni a lungo termine. La scarsa, quasi nulla, interazione tra i due giocatori potrebbe renderlo poco appetibile a chi ama tirare qualche tiro mancino, anche se qui riuscire a farlo nel momento giusto può complicare notevolmente la vita dell’avversario. Indubbio bonus aggiuntivo sarà disporre di una buona capacità di pianificazione a breve/medio termine e, quando proprio la pesca delle tessere non va come dovrebbe, quella di sapersi adattare.

Conclusioni

Ammetto di essermi avvicinato a Botanik con un certo scetticismo: ad una prima lettura del regolamento sembrava essere fin troppo facile e diretto, quasi banale. E invece i tre autori sono riusciti a dar vita ad un ottimo gioco di piazzamento tessere. Botanik è un buon esempio di come si possa dare vita a qualcosa di intrigante, sfidante e tattico al punto giusto. basandosi su poche e semplici meccaniche. Il fatto di non poter porre immediatamente le tessere nel nostro Macchinario costringe a pianificare e ragionare, e talvolta è foriero di inaspettati “sconvolgimenti” dei nostri piani. Unico neo (o pregio per alcune tipologie di giocatore) una scarsa influenzabilità del gioco avversario.