Boy meets Maria, recensione: oltre l'apparenza

Boy meets Maria: uno shounen-ai deverso, un’intimo e delicato racconto che parla di accettazione e scoperta di sé edito dalla Star Comics.

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a cura di Beatrice Villa

Star Comics presenta ancora una volta una storia che racconta con profondità e delicatezza il tema dell'espressione e dell’accettazione di sé, insegnando ad andare oltre l’apparenza. Sto parlando di Boy meets Maria, scritto e disegnato dal compianto PEYO un volume unico, uno shounen-ai deverso, un’intimo e delicato racconto che parla di accettazione e scoperta di sé.

Se a un maschio piace un altro maschio o è costretto a indossare abiti femminili è sbagliato, perché la sua diversità lo rende strano agli occhi occhi degli altri. È così che funziona il mondo. È ovvio che sia difficile da sopportare per lui…

Boy meets Maria: al di là delle apparenze

Quella che ci racconta PEYO è una storia dolce amara che ci invoglia ad andare oltre le apparenze e a non giudicare una persona da come ci appare. Protagonisti due ragazzi, Taiga che sogna di diventare un attore, e Arima, un ragazzo appassionato di teatro che sembra a primo impatto amare indossare abiti femminili. Quando infatti Taiga, il primo giorno del liceo, assiste a una recita rimane affascinato da una ragazza di nome Maria e se ne innamora subito. Desideroso di starle accanto e di diventare il suo eroe, si iscrive al club di teatro ma lì scopre la verità: Maria è un maschio e si chiama Arima.

Ma anche se Maria in realtà è un maschio a Taiga non importa perché ciò che prova per lui è amore al di là del genere. Il suo sogno è quello di diventare un eroe e di proteggere la persona amata come avrebbe fatto Kamen Tiger, il suo idolo infantile e non gli importa nemmeno degli sguardi dei suoi compagni di classe che non capiscono se Taiga sia serio o meno quando afferma di amare Arima. Forse non ha capito che in realtà è un maschio? Perché quello che i loro compagni di scuola vedono non è il vero Arima, ma semplicemente Maria e Taiga scoprirà ben presto è che la realtà non è sempre così facile e che il ragazzo nasconde un oscuro passato che ancora adesso si ripercuote nel presente.

Sia Taiga che Arima dovranno cambiare per far si che il mondo che li circonda cambi a loro volta e non sarà facile ma quello che gli aspetta alla fine varrà la pena di tutta la fatica.

Boy meets Maria: essere semplicemente se stessi

Che cosa si prova quando non ci si sente ne maschio ne femmina? Quando ciò che si è sembra così sfocato e indefinito che l’unica cosa che ci permette di rimanere ancorati a terra è comportarci come ci si aspetta noi? Questo Arima lo sa bene, perché non è mai riuscito ad accettarsi per chi è veramente e questo perché nessuno intorno a lui lo ha mai fatto, a partire da sua madre che per prima ha negato la sua identità di genere. Ossessionata dal volere a tutti i costi una femmina ha imposto questo ideale sul suo unico figlio maschio, impedendogli di essere se stesso, costringendolo a vivere una vita che lei voleva per se stessa, ma che lui non sentiva sua.

Arima è stato costretto a vestire i panni di una bambina fin dalla tenera età e non importava se il suo essere maschio avrebbe voluto comportarsi come qualsiasi bambino della sua età, sporcarsi, giocare normalmente, guardare i cartoni di super eroi. Lui doveva comportarsi come una bambina, vestire bene, essere educato. E sebbene a quell’età non capiva ancora, quel bambino si convinse di essere una bambina, nascondendo il vero sé, convinto che nessuno lo avrebbe accettato per chi era veramente. E conferma di ciò l’ha avuto quando decise di ammettere a se stesso e al suo professore la verità: è un maschio, non una femmina. E allora il suo vero sé venne negato definitivamente attraverso una violenza che nessun bambino dovrebbe mai conoscere.

Tutti noi abbiamo lottato per trovare un nostro posto nel mondo, per trovare chi ci accettasse per quelli che siamo veramente. Immaginate che cosa significa quando siamo noi i primi a non vederci per quello che siamo, a negare il nostro sé. Arima si definisce indefinito proprio perché sa di essere un maschio ma non riesce ad abbandonare il suo lato femminile, quello con cui è cresciuto e che lo ha difeso agli occhi delle altre persone. In fondo chi potrebbe mai accettare il suo lato maschile? Quello che ha subito da bambino, prima la violenza, perché di violenza psicologica si stratta, della madre che ha negato il suo sesso e poi la violenza fisica da parte del professore, hanno segnato Arima per sempre. In lui vivono due identità, Arima, la parte maschile, e Maria, quella femminile, che a differenza della prima sembra essere accettata con più facilità dagli altri.

Ma per quanto Arima lotti per essere se stesso, sono i suoi compagni, le persone che lo circondano a imporgli delle catene perché andare oltre l’apparenza è difficile. È estenuante cercare di leggere nell’animo di una persona ferita. È Taiga il primo a scoprire cosa c’è al di là della maschera indossata da Arima, a vedere oltre le apparenze e il primo ad accettarlo completamente per quello che è. Non sarà facile. Entrambi dovranno affrontare molte difficoltà, perché anche Taiga è un ragazzino ferito e insicuro, ma camminando insieme e conoscendo il dolore dell’altro, sia Taiga che Arima matureranno e capiranno che cosa vogliono essere veramente, al di là del giudizio altrui.

Quella che ci presenta PEYO non è una storia semplice, ma dalle forti e complicate tematiche psicologiche. Una storia dalla bellezza disarmante, che parla di comprensione, di crescita e di accettazione. Come risponde infatti Taiga ad Arima, lui è semplicemente Yu. Solo questo. Non c’è bisogno di essere qualcun altro. E se alla fine Arima deciderà di accettare anche il suo lato femminile non ci sarà nulla di male, perché entrambi, sia quello femminile che quello maschile, fanno parte di Yu. In fondo, il vero eroe non è quello che vediamo in televisione o a teatro, ma colui o colei che impara ad accettarsi e a vivere in armonia con il proprio sè e se c'è una cosa che questo manga insegna è che non bisogno rubare l’infanzia ai bambini, né costringerli a essere chi e ciò che non vogliono.

Lo stile grafico

Non ci sono fronzoli o sbrilluccichi in questa storia, perché non si tratta di una storia romantica a tema shounen-ai come potremo immaginare. Non ci sono nemmeno veli o parole delicate che alleggeriscono la tematica raccontata: tutto è descritto con durezza, come le scena di violenza che ha subito Arima da piccolo. Tutto, dai disegni ai dialoghi, così come lo sviluppo dei personaggi e il loro background toccano il cuore del lettore. È una storia profonda e realistica.

Dell'edizione proposta da Star Comics ho apprezzato particolarmente la sovraccoperta, in cui sul davanti vediamo una scena tratta dal manga, in cui Taiga riesce finalmente a raggiungere Arima, non più Maria, e il retro, in cui uno Yu bambino, un vestito elegante, i lunghi capelli biondi e in mano una figure di Kamen Tiger, guarda con invidia un Taiga ancora appassionato dai superiori, il tutto colorato dai tenui colori pastello. Significativa anche l’immagine a colori che ci accoglie quando apriamo il volume che ci mostra ciò che risiede oltre lo specchio, ovvero l'immagine che mostriamo agli altri.