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Pro
- Un nuova pietra miliare per gli strategici a turni
- Mastodontico e colmo di possibilità
- Bello da vedere
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Contro
- Qualche mancanza inspiegabile
- Tecnicamente non è leggero
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
Broken Arrow - PC
Se amate almeno un minimo il genere degli RTS, il nome di Broken Arrow sarà sicuramente entrato da tempo nei vostri radar. Lo strategico di Steel Balalaika e Slitherine ha infatti saputo negli scorsi mesi attirare l’attenzione di tantissimi appassionati, risultando uno dei titoli appartenenti al genere più attesi degli ultimi anni. Nei giorni antecedenti al lancio, in cui solo gli acquirenti della Vanguard Edition del titolo hanno potuto provarlo in anteprima, Broken Arrow ha fatto segnare oltre 30.000 utenti connessi simultaneamente, con tale numero che sarà sicuramente cresciuto in seguito al lancio completo del 19 giugno.
Ma cosa ha di così tanto speciale l’opera di Steel Balalaika per aver saputo catalizzare in maniera così significativa il panorama degli RTS? Una domanda a cui proveremo a rispondere nei prossimi paragrafi, nei quali vi spiegheremo perché Broken Arrow è un titolo imperdibile per tutti coloro che bazzicano nel genere degli strategici in tempo reale.
Guerra totale
La prima cosa che balza all’occhio in Broken Arrow, fin dal tutorial che vi consigliamo caldamente di seguire con attenzione, è l’impressionante cura con il quale i ragazzi di Steel Balalaika hanno confezionato il tutto. Le oltre 300 unità presenti all’interno del gioco, suddivise tra fanteria, veicoli corrazzati e aerei, non sono lì solo per fare numero, ma sono contraddistinte da caratteristiche uniche. Tra carri pesanti, lanciamissili, antiaerea, bombardieri pesanti, elicotteri e chi più ne ha più ne metta la varietà di bocche da fuoco disponibili è infatti in grado di lasciare a bocca aperta.
Il tutto non si risolve poi con il classico sistema della morra cinese, dove una tipologia di unità è avvantaggiata su un’altra ma più debole rispetto a una terza, con il gioco delle forze di Broken Arrow che è estremamente più variegato e profondo. Se è pur vero che dei soldati sprovvisti di lanciarazzi difficilmente riusciranno a impensierire un carrarmato, è anche vero che con la giusta pianificazione, un corretto posizionamento e un po’ di immancabile fortuna è possibile ribaltare le sorti di uno scontro il cui destino sembrava già scritto.
Ogni unità è poi spesso e volentieri dotata di diverse modalità di fuoco, con i bombardieri che possono ad esempio sia lanciare attacchi mirati, con tanto di razzi che possono cambiare direzione durante il volo, che colpire a tappetto una determinata area. Molte unità lavorano poi decisamente meglio insieme: un radar posto nelle vicinanze di un’antiaerea permette ad esempio a quest’ultima di colpire forze nemiche ben più distanti, massimizzandone le potenzialità.
Quelle che vi abbiamo appena descritto sono solo alcune delle possibilità del titolo, con lo strategico che riesce a rendere il tutto accurato nel modo corretto, senza sacrificare sull’altare del realismo il divertimento, ma al contempo senza neppure scendere a compromessi. Quella di Broken Arrow è la guerra più realistica mai vista all’interno di un videogioco.
Il tutto reso ancora più accattivante e di valore dal fatto che gli scontri raccontati del gioco sono ambientati al giorno d’oggi, con tanto di tecnologie che fino a qualche decennio fa non ci saremmo aspettati di vedere su un campo di battaglia. Il livello di realismo e di cura per i dettagli ottenuto da Steel Balalaika e Slitherine risulta quindi ancora più emblematico, considerando come non sarà certo stato facile reperire informazioni a sufficienza.
Ogni unità conta
Due sono le fazioni che è possibile impersonare in Broken Arrow, ossia ovviamente USA e Russia. Ognuna di esse è poi contraddistinta a sua volta da cinque differenti specializzazioni, delle quali potremmo sceglierne solamente un paio per volta da portarci sul campo di battaglia. Si tratta di caratteristiche che vanno a modificare di molto le peculiarità del nostro esercito, potenziandone alcuni aspetti e rendendolo meno efficace su altri.
Alcune, ad esempio, ci permetteranno di focalizzarci sulle forze navali, sacrificando però in parte le potenzialità di quelle a terra, mentre altre favoriranno peculiari stili di gioco, come quelli basati su assalti fulminei e letali. Il dover per forza fare tali scelte consente soprattutto in multigiocatore di dare vita a scontri tra di loro sempre diversi, dove i vari strateghi in gioco si prodigano in svariati modi di vivere e affrontare il conflitto.
Tutti questi aspetti vanno a creare insieme un sistema di gioco non certo facile da apprendere, con le barriere all’ingresso che sono anzi tutt’altro che sottovalutabili, ma la cui complessità è ampiamente giustificata dalla profondità del titolo. Broken Arrow non si perde poi in menu lunghissimi od opzioni inutili e spinge l’acceleratore solo ed esclusivamente dove serve per massimizzare la potenza del suo gameplay.
La scelta di Steel Balalaika di rendere molto veloce e basilare la creazione dell’unità, con la presenza di un’unica risorsa che si ricarica nel tempo e ci permette di reclutare la qualunque, riesce ad esempio a far risplendere maggiormente i combattimenti, dove si concentra il fulcro vero e proprio dell’esperienza di gioco.
Le partite a Broken Arrow sembrano dei grandi match a scacchi, dove al posto di una scacchiera vi sono intere regioni e oltre 300 unità prendono il posto di pedoni, torri e alfieri. Ogni singola mossa deve essere pianificata con grande attenzione e ogni lambo di terra strappato con le unghie e con i denti agli avversari. Prendere qualsiasi movimento sottogamba potrebbe infatti portare a sanguinosi errori difficilmente rimediabili, così come arruolare un esercito poco bilanciato.
Per tali motivi la pausa tattica diventerà uno dei vostri alleati principali, permettendovi di pianificare con la giusta cura e attenzione anche la più piccola delle scelte. Una volta deciso come muoversi è poi assolutamente appagante vedere le nostre truppe cimentarsi in articolate strategie, attaccando da più punti gli avversari, mentre un trasporto aereo catapulta dietro le linee nemiche un reggimento e al contempo un bombardiere taglia fuori dallo scontro un distaccamento ostile particolarmente pericoloso.
Da soli o in compagnia
Broken Arrow può essere vissuto sia in una campagna a giocatore singolo, dove prenderemo parte a un conflitto tra le due fazioni presenti nel gioco, che in delle schermaglie a più giocatori.
Soffermandoci sulla prima, essa è ambientata nel mar Baltico e racconta attraverso una decina abbondante di missioni l’escalation di una guerra tra Stati Uniti d’America e Russia, dove un all’apparenza sfortunato incidente da il via a un conflitto sempre più acceso. L’ambientazione all’apparenza ridotta non deve in ogni caso ingannare, dato che la campagna di Broken Arrow riesce ad offrire una quantità di scenari e situazioni differenti invidiabili, capaci di far risplendere al massimo l’arsenale del gioco.
Pur senza inventare nulla di troppo nuovo, con gli obiettivi che sono quelli classici del genere e che spaziano dal difendere una posizione a spazzare via eserciti avversari, la modalità a giocatore singolo avvince e convince, risultando una delle migliori del genere da qualche anno a questa parte. La sua capacità di offrire sempre qualcosa di differente, tenere alta la tensione in ogni istante e raccontare anche delle vicende non scontate sono infatti tutti aspetti di valore, con anche la longevità complessiva del tutto che colpisce in positivo.
Chi adora invece scontrarsi con altri giocatori potrà farlo in Broken Arrow grazie a diverse modalità su una ventina scarsa di mappe differenti. Una opzione di gioco suddivisa in più round asimmetrici, dove i punti assegnati sono crescenti più ci si avvicina alla fine dello scontro. Riuscire a risultare competitivi in tale modalità non sarà per nulla una passeggiata, ma è innegabile come essa riesca a regalare alcuni dei momenti più epici che abbiamo vissuto nel titolo di Steel Balalaika, nei quali il nostro schermo si riempiva di missili, bombe a grappolo e, di tanto in tanto, anche qualche ordigno nucleare.
Presenti poi anche un’altra modalità dove più giocatori possono unire le forze contro l’intelligenza artificiale e un ricco editor di mappe che, siamo sicuri, regalerà tante soddisfazioni agli appassionati del gioco.
La bellezza si paga
Tutto quello che vi abbiamo raccontato fino ad ora si traduce spesso e volentieri in delle mappe pregne di unità, impegnate nella quasi totalità dei casi a lanciarsi contro proiettili e esplosivi di ogni sorta. Steel Balalaika non si è limitata però solo al concentrarsi sulla quantità, ma ha anzi ricreato con grande cura a livello tecnico le varie unità, dotandole di un livello di dettaglio non indifferente. Pure i colpi hanno poi la giusta fisicità e riescono a rendere alla grande l’idea di essere su un campo di battaglia. Insomma, oltre che essere davvero bello da giocare, Broken Arrow è anche decisamente bello da vedere.
Il tutto, ovviamente, si paga e il che vuol dire che non stiamo certo parlando di un’opera che potrete far girare a dettagli alti su una configurazione di troppi anni fa. Con un Intel Core Ultra 7 265K e una RTX 5070 siamo in ogni caso riusciti a immergerci nei campi di battaglia di Steel Balalaika a dettagli alti in Quad HD senza tentennamenti, non imbattendoci in cali di framerate neanche nei momenti più concitati.
Mancanze inspiegabili
Appurato come Broken Arrow abbia delle grandissime qualità, è pur vero che vi sono anche delle defaillances difficilmente ignorabili all’interno del titolo di Steel Balalaika e Slitherine. Nonostante un lungo sviluppo e una campagna decisamente valida, non è ad esempio presente nessun modo per salvare la partita. Un’assenza inspiegabile, che speriamo proprio venga sanata al più presto, dato che sbagliare qualche mossa ci obbligherà a perdere numerosi progressi e a ricominciare da zero lo scenario in questione. Davvero difficile capire il perché di tale scelta, dato che sembra davvero poco plausibile sia che sia stato un qualcosa di ponderato sia che si tratti effettivamente di una dimenticanza.
Per quanto non sia poi un difetto vero e proprio, dato che sono ampiamente giustificate dalle potenzialità del gioco, le barriere d’ingresso, infine, sono difficili da sottovalutare. Innegabile infatti come anche per un amante dei RTS immergersi in Broken Arrow non sia per nulla immediato e serviranno ore solo per comprendere pienamente tutte le potenzialità del gioco, con il tempo che si allungherà chiaramente di molto prima di poterle padroneggiare.