Buddha 1, recensione: la vita di Buddha raccontata dal Dio del Manga

Con Buddha ci troviamo davanti una delle opere più complesse e ambiziose di Osamu Tezuka, il Dio del Manga.

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a cura di Angelo Clementi

Il Dio del Manga, Osamu Tezuka, ha realizzato un'enorme quantità di titoli che hanno fornito delle solide basi al fumetto nipponico ispirando gran parte dei mangaka a venire. Le opere di Tezuka hanno spaziato tra i più svariati generi narrativi. In questo caso con Buddha ci troviamo davanti una delle opere più complesse e ambiziose del sensei.

J-Pop ci porta nella sua collana Osamushi Collection, Buddha in 7 volumi per permettere a tutti di recuperare uno dei più importanti capisaldi del genere partoriti dalla geniale mente di Osamu Tezuka.

La vita di Buddha raccontata dal Dio del Manga

La storia ripercorre la vita di Siddharta Gautama partendo dal suo concepimento fino ad arrivare al momento della sua Illuminazione. Un intento quantomeno ambizioso che si dipana in avvenimenti onirici e metaforici, difficilmente rappresentabili, alternati a scene cruente e concettualmente disturbanti.

In questo primo volume ci vengono presentati alcuni personaggi che accompagneranno e incontreranno il Buddha nel suo percorso verso l'Illuminazione come Tatta, bambino appartenente ai Paria, casta sociale più bassa all'interno della società del tempo, capace di comunicare con gli animali e scambiare con loro la sua anima all'occorrenza e Chapra, un ragazzo che partendo dall'essere un semplice schiavo riuscirà a scalare l'immobilità della casta.

Il primo volume si incentra particolarmente su questi due personaggi accennando solamente verso la fine alla nascita di Buddha. Fin da questi primi momenti si percepisce l'intento di creare una vera e proprio epopea da parte di Tezuka, un'opera corale, ricca di personaggi e avvenimenti, che ci si presentano per poi tornare solo diversi capitoli dopo.

Non solo una Biografia di Gautama Buddha

Nonostante il primario e ovvio intento del fumetto sia quello di narrare la storia della vita di Siddharta; appare evidente come il reale intento di Tezuka sia quello di descrivere il mutamento di una società in divenire. Tezuka ci parla e critica un sistema sociale, quello delle caste, con tutte le sue ombre e contraddizioni. La staticità della società rappresenta anche una staticità nella spiritualità, mercificata e oggettificata dalla casta sacerdotale e quella dominante.

Ci muoviamo all'interno di una realtà divisa e in lotta, dove piccole nazioni e generali si fanno la guerra per l'onore e il volere divino. I monaci sono entità rispettate e temute ma allo stesso tempo carnefici dello stesso sistema che dovrebbero combattere. Il grande lascito di quest'opera è proprio la critica ad un sistema sociale sbagliato e degradante, Tezuka riesce con la sua narrazione a descrivere in maniera sottesa tutto questo.

Il Dio dei Manga riesce tramite una narrazione ironica ma anche sagace e pungente e coinvolgerci in un modo e in una mentalità molto lontana dalla nostra. Molte pagine del manga verranno impiegate nello spiegare la situazione sociale che imperversava in Nepal e in India in quegli anni. Le immobili e immutabili caste bloccavano e viziavano la popolazione. Ma è proprio dagli ultimi tra gli ultimi, i Paria, che emergerà un moto di rinnovamento spirituale.

I personaggi, seppur non spicchino per una caratterizzazione eccelsa e a volte addirittura stereotipata, svolgo il loro lavoro egregiamente portando avanti la trama e cosa ben più importante fornendo al lettore uno spaccato della società che vivono. Il loro design seppur semplice riesce ad essere carismatico e caratterizzante tanto da rendere ogni personaggio, anche quelli secondari, unici e memorabili.

I dialoghi sono estremamente peculiari e vivono di una teatralità unica, battezzata dall'inconfondibile stile di Tezuka. Questa è una narrazione tuttavia altalenante composta da dialoghi non sempre essenziali e vicini al ridondante che vengono seguiti poi a pagine ricche di spiegazioni eccessive che lasciano fin troppo poco spazio all'immaginazione del lettore, con la pretesa di raccontare fin troppi dettagli accessori che renderanno la lettura non troppo scorrevole.

I disegni rientrano perfettamente nel Tezuka dell'ultimo periodo, una perfetta sintesi tra realismo e cartoonesco, che tuttavia mostra il fianco su alcune ingenuità grafiche che risulterebbero vintage ad un lettore moderno non abituato allo stile del maestro. Particolarmente virtuose ed ispirate sono le splashpage che rappresentano i momenti chiave della vicenda. Tezuka è perfettamente riuscito nell'intento di rappresentare e sintetizzare su carta scene altamente simboliche e metaforiche che pochi altri sarebbero stati in grado di realizzare.

Tuttavia, si passerà spesso da tavole estremamente evocative realizzate con dovizia di particolari e certosina attenzione ad altre molto lineari e classicheggianti con vignette squadrate e poco suggestive. Sono inoltre particolarmente coinvolgenti le scene d'azione, un'accattivante coreografia che, anche se minimale in alcune istanze, ben rende giustizia ad un manga degli anni 70.

Dalle tavole si percepisce l'amore e l'attenzione del sensei per la flora e la fauna, protagonisti in prima battuta delle vicende narrate. Gli animali selvaggi, i fiori esotici e i paesaggi di montagna realizzati con cura arricchisco di vivacità e realismo il mondo di Buddha facendo immergere il lettore in un racconto tra storia, mitologia e realtà.

Il Volume

J-Pop ha pubblicato Buddha in un formato kanzenban 15x21cm con sovraccoperta con alette. Il fronte del volume presenta la copertina in scala di grigio mentre la sovraccoperta ci mostra la fantastica illustrazione del momento della nascita di Buddha su un fiore di loto. Il prezzo di copertina è di € 14 che ben rispecchia le caratteristiche del prodotto attestandosi nella media della sua tipologia.

La carta utilizzata è la usomano scura con una elevata grammatura, non siamo difronte ad una carta pregevolissima ma sicuramente adatta al suo scopo e permette un’agevole lettura. Dal punto di vista editoriale il volume presenta un piccolo inserto sull'autore e un comparto di note riguardati la contestualizzazione di alcuni termini tecnici o religiosi presenti nella narrazione. Non sono presenti pagine a colori mentre sono molto scorrevoli sia la traduzione che l’adattamento.