Cinzia: l'amore per gli altri e per sé stessi secondo Leo Ortolani

Cinzia Otherside, amata e odiata nel mondo di Ratman, è da sempre un personaggio "macchietta" del mondo di Leo Ortolani, autore che tuttavia, con questo volume va oltre "l'apparenza"... in tutti i sensi.

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a cura di Fabrizio Picoco

Leo Ortolani e Ratman.È una delle associazioni di idee tra le più semplici e immediate che si possano fare, quasi spontanee, tanto che spesso si arriva anche a pensare: Ortolani È Ratman. La colpa è solo dell’immaginario collettivo, che tende a creare connessioni quasi indistruttibili, ma allo stesso tempo quello stesso immaginario collettivo si svaluta in semplificazioni che non rendono giustizia all’oggetto del culto.

Considerare Leo Ortolani solo come il creatore di Ratman è fargli quasi un’offesa, per quanto flettere i muscoli ed essere nel vuoto è stato e sempre sarà bellissimo (cit.). La vena eclettica dell’autore pisano si è mostrata in tanti modi diversi, dimostrando l'acutezza della sua visione della società che ci circonda, l’affilatezza della sue parole e ancor di più lo spirito dissacrante e dissacratore con cui ha da sempre descritto la vita fatta di luce e buio.

Nel 2018 Bao Publishing con Cinzia regala alle stampe l'ultimo tassello che consacra, se ce ne fosse ancora bisogno, l’ottimo Ortolani tra gli autori più influenti di questa generazione, qualcuno che ha sempre qualcosa di intelligente da dire.

I lettori assidui di Ratman conoscono fin troppo bene la signorina Otherside, il trans della Quinta Strada, dal cuore di panna, perennemente innamorata dell’eroe ma mai ricambiata. Cinzia è così: ostinata, decisa e tremendamente insicura, desiderosa di diventare finalmente completa, alla ricerca dell’amore vero, quello che fa spargere cuori.

Dalle pagine di Ratman, questa donna con il corpo di uomo si è ritagliata un romanzo grafico tutto suo, una prova narrativa che Ortolani, così avvezzo alle dinamiche ‘brevi’ dei suoi vecchi albi, non aveva ancora sperimentato. Il risultato è encomiabile, un perfetto equilibrio tra serio e faceto, tra sorrisi e lacrime, in un bilanciamento delle vicende quasi perfetto.

Se dovessimo addentrarci nella trama di Cinzia, potremmo riassumere che altro non è se non una storia d’amore, con tutti gli aggettivi tipici del caso: impossibile, struggente, drammatica, romantica e divertente. Cinzia, nella sua versione ‘donna’, perde la testa per Thomas, un ragazzone che accende in lei la passione fino a spingerla a situazioni paradossali e al limite, solo per arrivare a conquistarne il cuore. Se ce la farà o meno, lo scoprirete solo leggendo tutto il corposo racconto di Ortolani.

Si potrebbe dire che con la formula dell’abusata Graphic Novel, Leo si sia ritagliato tutto lo spazio per inserire le sue follie narrative, gli intermezzi e gli interludi che tanto hanno contribuito al suo successo. La cosa fantastica è che questi pensieri grafici che emergono tra le vignette principali non sono mai fini a loro stessi, non fanno perdere il discorso o spezzano la storia, ma invece ne arricchiscono la semantica e ne approfondiscono i personaggi. Questi piccoli inserti esterni servono anche a concedere all’autore lo spazio per commentare la stessa vicenda, a dare voce ai sentimenti dei protagonisti, a denudare la società descritta di tutto il perbenismo con cui si veste e dietro cui si nasconde.

Leggendo Cinzia, ci si rende conto di quanto sia semplice entrare in sintonia con Leo Ortolani: usa un linguaggio apparentemente semplice, accessibile, fatto di disegni e parole dirette, con battute immediate e fulminanti.  Ma la grandezza dietro questo autore emerge proprio quando ci si allontana dalle parole e si comincia a vedere quello che c’è davvero scritto. Molto pirandellianamente, Cinzia è una enorme critica verso la società moderna, con tutte le sue contraddizioni. Innanzitutto, data la natura del personaggio, la prima vittima della penna al fulmicotone di Ortolani è la (in)tolleranza verso i vari orientamenti sessuali, che sempre più diffusamente sta venendo a mancare. E si va avanti, bacchettando tutti quelli che sono i luoghi tristemente comuni con cui si giudica chiunque sia diverso da ‘noi’.

Per quanto sotto forma di gag divertenti, certi passaggi del racconto di Cinzia sono a dir poco dolorosi, disturbanti per la loro quotidianità. D’altronde, gran parte della critica viene fatta alla cosiddetta morale, per lo più di stampo cattolico con cui molti nostri bacchettoni paladini della famiglia tradizionale (come se ne esistesse una!) difendono le loro idee; al limite del blasfemo, ma senza tirarsi mai indietro, Ortolani se la prende con tutti, mettendo alla gogna e ridicolizzando ogni presa di posizione in merito.

Ma ovviamente la chiave di lettura di Cinzia è multipla, non è solo il popolino intollerante a essere continuamente schiaffeggiato per la sua ignoranza e incapacità di accettare qualcosa che trascende le poche categorie con cui interpreta il mondo: Leo Ortolani è in grado di fare critica anche verso gli stessi personaggi vessati, perché anche loro non sono esenti da colpe. E quindi le associazioni LGBT si arricchiscono di nuove lettere per allungare i criteri di inclusione via via più assurdi, fino ad arrivare agli alieni e a Star Wars, grande vero dolore dell’autore pisano.

Fortunatamente Cinzia non è solo critica sociale, ma vive di una doppia personalità, fatta di carne e sangue, di sentimenti più o meno corrisposti, fatta di esseri umani che cercano di rimanere a galla e trovare risposte alle domande criptiche che vengono loro poste dall’esistenza stessa. In quanto storia d’amore, il cardine dell’intera vicenda è quello più classico: quanto si è disposti a investire per coronare un sogno e conquistare un’eventuale anima gemella? Fino a che punto possiamo trasformarci per un'altra persona? Qual è il vero valore dell’amore? E se mai si riuscisse a quantificare, saremo mai sicuri che non ci sia altro? Tavola dopo tavola, Leo Ortolani lascia una lunga traccia di briciole verso la risposta definitiva, e fa in modo che sia Cinzia a riscoprire sulla sua pelle (di giaguaro) quanto può sanguinare un cuore e quanto può valere l’amore di un uomo.

I disegni e lo stile di Ortolani sono inconfondibili, un marchio di fabbrica imprescindibile. Non potevamo aspettarci niente di diverso, se non il suo tratto grosso, ma non grossolano, diretto, semplice e deciso, come la protagonista. Le fisionomie sono quelle alterate e scimmiesche che hanno reso celebre la matita di Ortolani, e che sono andate oltre la definizione di scelta stilistica per diventare una vera e propria firma.

Non ci stancheremo mai di vederle e nella veste di romanzo grafico tutto prende un nuova dimensione, più corposa e, nonostante tutto, le trovate geniali dell’autore riescono a sorprendere e commuovere come sempre. Romanzo sociale, romanzo d’amore e romanzo di formazione, tutto racchiuso in una graphic novel che sicuramente mostra Leo Ortolani come un autore sempre più bravo, inarrestabile nella sua crescita artistica e narrativa: un must have per tutti i fan dell’autore toscano, per i lettori di fumetti, per i lettori in generale. Un’opera che ha tanto da dire, insegnare e mostrare, un’epopea metropolitana piena di tesori che merita di essere letta e riletta senza soluzione di continuità.

In occasione dell'uscita del volume, Bao ha messo in commercio anche una splendida statua a tiratura limitata dedicata a Cinzia. Un oggetto che nessun "Ratboy" può lasciarsi scappare!