Immagine di Darth Maul: Figlio di Dathomir, il potere del Lato Oscuro
Cultura Pop

Darth Maul: Figlio di Dathomir, il potere del Lato Oscuro

Con Darth Maul: Figlio di Dathomir, Panini Comcis ci invita a scoprire lati sconosciuti del villain più amato della Trilogia Prequel di Star Wars

Avatar di Manuel Enrico

a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Con Darth Maul: Figlio di Dathomir, Panini Comcis ci invita a scoprire lati sconosciuti del villain più amato della Trilogia Prequel di Star Wars

Quando Lucas diede alla Trilogia Prequel di Star Wars, i fan si divisero. I più intransigenti appassionati della saga gridarono all’eresia (avete presente i midichlorian?), altri invece accolsero con maggior entusiasmo il racconto degli ultimi giorni della Vecchia Repubblica. C’era però un tratto a unire i fan di Star Wars, una figura introdotta in La Minaccia Fantasma che divenne uno dei simboli della Trilogia Prequel: Darth Maul. Nonostante la sua prematura dipartita nel primo film della nuova trilogia, Darth Maul è riuscito a imporsi come una figura carismatica, al punto da venire recuperata in opere successive come Clone Wars e meritarsi ulteriore spazio anche altri ambiti del ricco universo di Star Wars, come dimostra Darth Maul: Figlio di Dathomir, volume di Panini Comics che raccoglie due archi narrativi dedicati al Sith.

Capire perché Darth Maul abbia avuto questo successo è piuttosto semplice. Dopo esser stati abituati a vedere solamente due Sith, Darth Vader e Palpatine, e sapendo che la nuova trilogia avrebbe mostrato la caduta di Anakin Skywalker nel Lato Oscuro, il pubblico di Star Wars attendeva con ansia una figura di passaggio che mostrasse l’ascesa dei Sith. Darth Sidious era il burattinaio, la mente che agisce nell’ombra, ma serviva un avversario più immediato per i Jedi. Serviva Darth Maul, insomma, un agente più fisico e manifesto, capace di contrastare attivamente Obi-Wan Kenobi e Qui-Gonn Jinn, mostrando al contempo un tipi di Sith diverso dalla visione monolitico di Darth Vader, avvicinandosi a un approccio più dinamico, anche in linea con il nuovo gusto cinematografico.

Darth Maul: Figlio di Dathomir, ritratto di un villain d'eccezione

Tutte queste componenti portarono alla definizione di un personaggio che, pure essendo schierato dal lato sbagliato della Forza, fece presa sul pubblico, complice la funambolica interpretazione di Ray Park, acrobatico interprete del personaggio che introdusse anche gli stili di combattimento con la staffa, la spada laser a doppia lama tipica di Maul. La rapida scomparsa del personaggio, però, ha lasciato orfano il pubblico di una figura amata, che è stata inizialmente valorizzata in altri media, come romanzi e fumetti del Legends, ma il cui apprezzamento ha spinto i curatori del Canon di Star Wars a riportare Darth Maul in azione, a partire da Clone Wars. Una decisione che ha quindi creato un prima e un dopo La minaccia fantasma per il Sith, un dualismo perfettamente incarnato da Darth Maul: Figlio di Dathomir.

Il volume Panini, infatti, raccoglie due diversi archi narrativi, che presentano al meglio le due vite del personaggio, andando a valorizzare la narrazione emotiva di Maul. Il passaggio da allievo di Darth Sidious a signore del crimine come visto in Clone Wars ha avuto un forte impatto su Darth Maul, passato anche attraverso un periodo di follia da cui è stato guarito grazie alla Sorelle della Notte di Dathomir, portando il personaggio a focalizzare il proprio odio verso il suo antico maestro. Darth Maul: Figlio di Dathomir coglie questo aspetto fondamentale del personaggio, sviluppandolo nei due momenti cardine della sua esistenza.

Affidato a Cullen Bun, l’arco narrativo composto dalla miniserie Darth Maul si focalizza sulla definizione della personalità di Darth Maul durante il suo addestramento da Sith. Ai tempi de La minaccia fantasma, il suo ruolo tutto sommato marginale non aveva consentito di dare spessore all’aspetto interiore dello zabrak, ma con questa miniserie abbiamo modo di esplorare le pulsioni che animavano all’epoca Darth Maul. Nonostante la volontà del suo maestro di attendere il momento propizio per rivelarsi ai Jedi, Maul era alla costante ricerca di una scura per combattere un Jedi e sconfiggerlo, come ultima prova del suo essere un vero Sith. Occasione che arriva, apparentemente per puro caso, durante una missione di recupero affidatagli da Darth Sidious, a cui Darth Maul si presta affidandosi all’aiuto di due cacciatori di taglie rinomati, Cad Bane e Aurra Sing.

Durante l’incarico, Darth Maul ha la possibilità di liberare una padawan Jedi, Eldra Kaitis, partecipando a una caccia all’uomo. Il tutto, nell’ottica di Mual, finalizzato al potere avere un duello con lei e testare finalmente le sue doti contro un Jedi. Cullen Bunn scrive una trama avvincente e in linea con il personaggio, calandola con cura nel Canon anche tramite la presenza di figure note, come Cad Bane. L’odio visto sul volto di Ray Park in La minaccia fantasma assume, con questo arco narrativo, nuove sfumature, in cui frustrazione e dubbio spingono Darth Maul a contravvenire agli ordini del suo maestro, almeno apparentemente, considerato come Bunn mantengano quel tono di machiavellica perfidia di Palpatine vista in altre occasioni.

Una visione, quella di Bunn, che trova nell’espressività del tratto di Luke Ross una perfetta interpretazione. Ross sfrutta la meglio le tavole, valorizzando la vena combattiva di Darth Maul in vignette orizzontali che dominano le pagine, quasi ad accompagnare la suadente danza di morte del Sith, senza disdegnare di seguire un approccio più tradizionalmente verticale nei momenti preparatori. Su tutto si stende il colore di Nolan Woodard, che mantiene la caratteristica cromatica di Darth Maul, fatta di ombre peculiari, all’interno del più colorato universo della Repubblica, salvo poi cogliere sfumature e tonalità scure tendenti al violaceo per esaltare lo scontro tra Darth Maul e Eldra, in cui l’oscurità viene spezzata dalla luminosità delle spade laser.

Due cicli di storie per valorizzare Darth Maul

Di tono diverso è Figlio di Dathomir, la run scritta da Jeremy Barlow, che dà il titolo a questo volume. Barlow raccoglie la vita di Maul dopo la sua sconfitta su Madalore, vista in Clone Wars, e che lo vede in fuga dal pianeta dei Mandaloriani, accompagnato da una ristretta cerchia di suoi seguaci della Ronda della Morte. In questa fase della sua vita, Maul cova un profondo rancore per Sidious, che accusa di averlo tradito preferendogli Dooku, e cerca sul suo natio Dathomir presso le Sorelle della Notte un porto sicuro. Nel farlo ordisce un piano ardito: catturare Dooku e renderlo uno strumento per la caduta di Palpatine.

Barlow dimostra di avere raccolto le suggestioni narrative che Clone Wars hanno posto su Darth Maul, portando avanti una sua crescita come attore importante all’interno della continuity di Star Wars. In Darth Maul: Figlio di Dathomir l’odio dello zabrak per Palapatine si intreccia al suo senso di appartenenza alla comunità zabrak di Dathomir. Barlow orchestra una vicenda che vede come attori voli noti di Star Wars da entrambi gli schieramenti della Guerra dei Cloni (Obi-Wan Kenobi, Mace Windu, Dooku e Grievous), inserendoli in modo credibile e rispettoso della continuity del Canon, rendendoli protagonisti di una storia corale intensa e ricca di significati, dove il protagonista è uno scontro tra i poteri oscuri della galassia di Star Wars, con i Jedi relegati al ruolo di elemento di contorno. Darth Maul: Figlio di Dathomir, infatti, si concentra sul porre fine al contrasto tra Palpatine e Maul, inserendosi tra L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith.

Juan Fregheri alle matite e Mauro Vargas alle chine offrono una buona prova, perdendo però di fascino non mostrando da vicino la dinamicità degli scontri, ma preferendo ritrarli con vignette che mostrano scenari troppo ampi per cogliere i dettagli degli scontri. Una pecca che viene mitigata da un’ottima cura nel ritrarre le espressioni dei personaggi, inserendoli in vignette strette che valorizzano il tessuto emotivo storia. La colorazione di Wes Dzioba svolge con diligenza il suo compito, con qualche guizzo nella cromia della manifestazione dei poteri oscuri dei contendenti, ma senza brillare particolarmente per personalità.

Con Darth Maul: Figlio di Dathomir, Panini Comics prosegue la sua offerta di ottimi volumi a fumetti dedicati a Star Wars, offrendo una visione emotiva di uno dei villain più amati della saga, racchiudendo due avvincenti archi narrativi in un solido volume, impreziosita da un’intro in cui viene rapidamente riepilogata la storia di Darth Maul. Unica pecca, l’assenza del tradizionale schema con cui le pubblicazioni dedicate a Star Wars mostrano il corretto inserimento dell’opera in lettura all’interno della cronologia della saga.

Voto Recensione di Darth Maul: Figlio di Dathomir



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Rispetto della continuity del Canon di Star Wars

  • - Valorizzazione dell'aspetto emotivo di Darth Maul

  • - Disegni del primo arco narrativo appassionanti

Contro

  • - Disegni del secondo arco narrativo sotto le aspettative

Commento

Con Darth Maul: Figlio di Dathomir, Panini Comics prosegue la sua offerta di ottimi volumi a fumetti dedicati a Star Wars, offrendo una visione emotiva di uno dei villain più amati della saga, racchiudendo due avvincenti archi narrativi in un solido volume, impreziosita da un’intro in cui viene rapidamente riepilogata la storia di Darth Maul.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Darth Maul: Figlio di Dathomir

Darth Maul: Figlio di Dathomir