Gideon Falls, recensione: Twin Peaks secondo Jeff Lemire

Gideon Falls è la nuova serie a tinte horror scritta da Jeff Lemire, con il supporto artistico di Andrea Sorrentino e Dave Stewart. Il primo volume è appena stato pubblicato in Italia da Bao Publishing.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Non servono presentazioni per un peso massimo come Jeff Lemire, perché stiamo parlando, probabilmente, di uno dei moderni Mida del mondo del fumetto americano, al pari forse con altri calibri di tutto rispetto come Robert Kirkman, con cui Lemire condivide quella filosofia da “cane sciolto” che lo ha reso così eccezionalmente prolifico nel panorama del fumetto indipendente... e non solo.

Partendo dagli esordi in Vertigo, con Sweet Tooth, passando per Marvel con l'ottimo rilancio di All-New Hawkeye, e più recentemente in DC dopo l'altalenante rilancio di Reborn, Lemire era e resta comunque una delle penne più eclettiche e intriganti della scena americana, che spesso riesce a dare il meglio di sé quando alla guida di progetti del tutto propri e autonomi, spesso con l'appoggio di artisti dallo stile coinvolgente e ricercatissimo.

Gideon Fall, appena arrivata in Italia grazie a Bao Publishing, si incastra esattamente in questo frangente della carriera e dello stile di Lemire, che ha tirato a bordo della sua nuova avventura il nostrano Andrea Sorrentino, che ricorderete certamente per l'ottimo lavoro, tra le varie, su Old Man Logan, spalleggiato per altro da un eccezionale Dave Stewart. Di che parliamo? Di una serie dalle forti tinte horror, con una struttura narrativa complessa di forte ispirazione lynchiana (ben noto feticcio di Lemire) e da una caratterizzazione artistica che sembra guardare proprio a Kirkman, o meglio al lavoro tinteggiato sulle pagine di Outcast dal sempre straordinario Paul Azaceta.

La storia è quella della cittadina di Gideon Falls, un piccolo agglomerato di case perse nel cuore dell'America rurale, e abitate da poco più che una manciata di persone. Il centro della vita mondana della comunità è tutto attorno alla parrocchia locale, dove dopo la morte del precedente pastore, ci si è appena avvicendato Padre Wilfred, un uomo che ha accettato l'incarico in città con una certa riluttanza, e con alle spalle un passato che pare ancora tormentarlo. Wilfred non farà però in tempo a mettersi comodo, che sarà protagonista di una situazione ai limiti del surreale e del macabro al cui centro di tutto pare esserci la leggenda di un fienile nero. Un edificio oscuro che, comparendo un po' ovunque nel mondo nel corso della storia, pare capace di riversare sul mondo un male apocalittico e incomprensibile.

Un presagio di morte, che allo stesso tempo, altrove, tormenta la mente di un altro uomo, Norton, che nell'ossessione di ritrovare il fienile nero è finito con il perdere il senno e sé stesso, convinto che la chiave per decifrare l'enigma dell'edificio sia nella spazzatura, che rovista tutti i giorni con meticolosa accuratezza, alla ricerca di schegge di legno, chiudi vecchi e quant'altro che, stando al suo istinto, sarebbero parte dello stesso edificio.

Raccontarvi oltre sarebbe uno spoiler notevole, perché la sconquassante trama di Gideon Falls è così densa di segreti da concedere poche premesse. Lemire si getta a capofitto in una narrazione dal forte sapore televisivo (non a caso la serie è già opzionata per un arrivo in tv!), tributando David Lynch e la sua Twin Peaks, e divertendosi allo stesso modo nel creare nel lettore un certo senso di disagio. Alcuni passaggi narrativi sono rapidi, fugaci come lo scorrere del tempo, altri sono intensi, silenziosi e inquietanti, complici della tavole spettacolari ad opera di Sorrentino, in cui le gabbie vengono continuamente messe in discussione, come la logica che alberga nella città di Gideon Falls. Una logica labile, incomprensibile, che avvicenda l'orrore all'introspezione, passando per la morte e la follia, quasi senza cognizione di causa.

Il primo volume getta le basi di una trama che metterà in discussione costantemente le convinzioni dei personaggi (e del lettore) che, stranamente, sembrano nascondere tutti un qualche mistero torbido alle loro spalle, qualcosa che ne impedisce in qualche modo di vivere serenamente, e pertanto tutti in qualche modo “attratti” o se vogliamo “scelti” dal misterioso Fienile Nero, all'interno delle cui mura di legno pare annidarsi un male la cui origine trascende lo spazio, il tempo e certamente anche la ragione.Certo, non tutto è propriamente al suo posto. Nel suo desiderio di rifarsi a Lynch, Lemire crea alcuni passaggi narrativi che, almeno in virtù del solo primo numero, sono inesplicabili ed incomprensibili, che vengono fuori d'improvviso senza alcuna logica. Lo stile di Lynch insomma, ma non sempre questo si sposa con la paginazione a fumetti, che talvolta richiede salti narrativi carpiati che, per quanto interessanti, lasciano il lettore con un po' di amarezza, ed un certo senso di incompiutezza.

Sono giudizi, intendiamoci, dati da un primo numero, che serve più che altro a gettare le basi di quello che è sicuramente un universo molto più complesso e stratificato di quanto non si possa esplicare in appena 160 pagine, ma poiché la carne al fuoco è messa tutta sul finale, si ha quasi la percezione che si sia corsi all'improvviso, spiegando qualcosa dopo pagine e pagine di immensi giri di parole.

Questo, ovviamente, non significa che Gideon Falls sia un'opera indegna, ma è senza dubbio vittima di qualche inciampo. Già solo artisticamente si propone come un racconto di gran livello, senza contare il talento di Lemire, autore tanto abile nel tessere trame complesse da essersi meritato, giustamente, il successo di cui gode oggi. Tuttavia è difficile stabilire la bontà di un racconto simile con una premessa, se vogliamo, così asciutta e per certi versi inconcludente. Non fanno di meglio le rivelazioni ad effetto del volume, su cui la scrittura tentenna così tanto da diventare, ben presto, eventi telefonati e ampiamente prevedibili.

Insomma, qualcosa in Gideon Falls c'è, ma ci sono tante altre cose che ci hanno lasciati perplessi, e che sembrano più figlie della volontà netta di voler tributare opere altrui (come la succitata Twin Peaks) che figlie di quell'estro che invece ha caratterizzato il Lemire che ci piace leggere e di cui ci siamo perdutamente innamorati. Vedremo come andrà con il prossimo volume.

Se Gideon Falls ti stuzzica, allora dai un'occhiata all'Outcast di Robert Kirkman e Paul Azaceta, ottimo esponente del più recente fumetto horror, dagli inquietanti risvolti psicologici.